Salute
Elezioni, i vescovi scendono in campo
Memorandum della Cei per il voto dei cattolici, affondo sull'aborto
Scendono in campo i vescovi, e il cardinale Angelo Bagnasco elenca i valori non negoziabili per i cattolici che si preparano al voto regionale. Nel documento si parla di “accoglienza verso gli immigrati”, di “libertà dalla malavita”, ma l’attenzione dei media cade subito e solo sulla difesa della vita contro l’aborto. Immediata la lettura politica dell’appello, interpretato come un affondo alla candidatura di Emma Bonino nel Lazio.
“I vescovi: voto contro l’aborto” è questo il titolo di apertura del CORRIERE DELLA SERA di oggi. All’interno i servizi coprono le pag 8 e 9. La difesa della vita umana, innanzitutto dal «delitto incommensurabile» dell’aborto in tutte le sue forme, è uno dei valori «non negoziabili» in base al quale i cattolici devono votare nelle prossime regionali. È quanto ha indicato, in sintesi, il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente, il «parlamentino» dei vescovi italiani. I valori «non negoziabili», ha elencato l’arcivescovo di Genova, sono «la dignità della persona umana, incomprimibile rispetto a qualsiasi condizionamento; l’indisponibilità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale; la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica; la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna». Su questo fondamento, ha spiegato, «si impiantano e vengono garantiti altri indispensabili valori come il diritto al lavoro e alla casa; la libertà di impresa finalizzata al bene comune; l’accoglienza verso gli immigrati, rispettosa delle leggi e volta a favorire l’integrazione; il rispetto del creato; la libertà dalla malavita, in particolare quella organizzata». Durissime le sue parole contro l’aborto, descritto come «un’ecatombe progressiva», che si vuole rendere «invisibile» attraverso l’uso di pillole da assumere in casa. «Che cosa ci vorrà ancora – si è chiesto il presidente della Cei – per prendere atto che senza il principio fondativo della dignità intangibile di ogni pur iniziale vita umana, ogni scivolamento diviene a portata di mano?» «In questo contesto, inevitabilmente denso di significati, sarà bene – ha subito proseguito – che la cittadinanza inquadri con molta attenzione ogni singola verifica elettorale, sia nazionale sia locale e quindi regionale». «L’evento del voto è – ha detto – un fatto qualitativamente importante che in nessun caso converrà trascurare». “Una mossa obbligata rivolta ai cattolici tentati dai radicali”, secondo il commento di Massimo Franco. Questo l’incipit: «È difficile leggere le parole del cardinale Angelo Bagnasco ignorando la candidatura di Emma Bonino alla presidenza della Regione Lazio. L’appello del capo dei vescovi italiani alla cittadinanza perché «inquadri con molta attenzione il proprio voto» appare un po’ irrituale: se non altro perché avviene a meno di una settimana dalle elezioni regionali di domenica e lunedì prossimi. E rimanda in modo trasparente alla possibilità che l’esponente radicale scelta dal Pd prevalga su Renata Polverini. Riproporre difesa della vita e no all’aborto come «temi non eludibili», è un segnale di allarme. E forse va letto anche come un altolà a qualche cattolico disorientato. È una conferma implicita dell’eventualità di una vittoria della Bonino. La Cei sembra ritenerla plausibile e la teme: al punto da adombrare un’indicazione di voto che può creare polemiche ed avere contraccolpi imprevedibili». Il CORRIERE poi mette faccia a faccia Livia Turco (“«Nessuna sorpresa. Ma la gente decide con la sua coscienza»”) e Giorgia Meloni («”Richiamo giusto. I valori non vanno soltanto dichiarati»”).
LA REPUBBLICA apre con “Elezioni, l’anatema dei vescovi”. Il cardinale Bagnasco esorta a non votare chi è favorevole all’aborto e chi si è schierato a favore della pillola abortiva. «Appare come una chiara indicazione di voto la prolusione del cardinale» scrive Marco Ansaldo. Quanto alle reazioni, Emma Bonino dice in pubblico: «è un evergreen. Non si sembra ci sia nessuna novità. Sono le solite cose». Del resto qualche giorno fa aveva sottolineato che «spetta allo Stato legiferare su temi etici, non alla Regione. Noi andiamo avanti su temi come salute e legalità». In privato ragiona sull’opportunità di rispondere: «qualsiasi cosa dica rischierei il massacro, siamo alla stretta finale, un errore adesso e ci giochiamo l’intera campagna elettorale». Quanto al Pdl, le reazioni iniziali sono state esultanti. Maurizio Lupi, Maurizio Sacconi e Eugenia Roccella hanno espresso posizioni di assoluta condivisione con Bagnasco. Ma sulle loro affermazioni è arrivato il gelo di Renata Polverini che ha chiesto al Pdl di evitare «strumentalizzazioni». Nel retroscena, la reazione del premier. Secondo il quale «in questa partita ci giochiamo tutta la nostra credibilità. Se consegneremo Roma a una radicale, se per un nostro errore con le liste consentiremo alla Bonino di conquistare il Lazio, non ce lo perdoneranno. Incrineremmo definitivamente i rapporti già delicati con le gerarchie». Insomma attenzione strumentale, sottolinea Carmelo Lopapa, della quale la lettera al Papa di ieri (pieno appoggio nella battaglia contro la pedofilia da parte di Berlusconi) era una anticipazione. Adriano Prosperi firma invece un commento intitolato «La bandiera vaticana». «La vita umana va difesa sempre. Su questo siamo tutti d’accordo. Ma allora bisogna essere conseguenti e andare fino in fondo. Prendiamo un caso: sono passati appena pochi giorni da un episodio gravissimo. Una madre ha partorito… aveva un permesso di soggiorno legato al suo lavoro. Ha nascosto il parto, il neonato è morto soffocato. Un’immigrata non può avere figli senza rischiare il perdere il lavoro: è l’effetto di una legge approvata da un governo di centrodestra che si vanta di avere il consenso degli italiani. L’appoggio della Chiesa a questo governo produce ogni giorno effetti devastanti…».
“I vescovi avvertono: non votate a sinistra” è il titolo in copertina de IL GIORNALE che riprende le parole di Bagnasco: «La difesa della vita e la famiglia uomo-donna sono valori non negoziabili» . Il quotidiano diretto da Vittorio Feltri si sbilancia e scrive: «Il presidente della Cei sprona i cattolici e indirettamente appoggia il Pdl: alle elezioni contano «i valori non negoziabili». L’appello alle imprese perché non licenzino. E sulla questione pedofilia: La Chiesa italiana è vigile nel prevenire». Andrea Tornielli scrive che le parole di Bagnasco « sono un invito preciso e chiaro che si traduce senza difficoltà – per il Lazio – in un implicito appoggio alla candidata del PdL e che suona al contempo come una presa di distanze da quanti tendono ad allungare l’elenco dei valori non negoziabili». Proseguendo la lettura del pezzo Tornielli contestualizza il discorso del Presidente della Cei: «Bagnasco aveva inquadrato la tornata elettorale alla fine di un ampio paragrafo dedicato al tema dell’aborto. Ampi passi anche sulla crisi economica, sull’immigrazione e sugli abusi sui minori».
Richiamo in prima in basso per IL MANIFESTO sulla questione vescovi. Titolo inequivocabile “Berlusconi-Bagnasco, il patto scellerato”. Il commento è di Alessandro Portelli: «Dall’alto della sua ben nota autorità etica, Silvio Berlusconi benedice la lettera di Benedetto XVI sulla pedofilia; e immediatamente il presidente dei vescovi italiani ringrazia invitando a votare a destra alle regionali (…). Se avesse un minimo di pudore, la Chiesa Cattolica in questi giorni dovrebbe usare toni come minimo un po’ più moderati nello sbandierare il tema della “dignità della persona umana”, che è certamente offesa dagli impuniti abusi sui bambini commessi da sacerdoti assi più che da “crimine incommensurabile dell’aborto”. E se avesse un minimo di pudore, Silvio Berlusconi, utilizzatore finale di escort a pagamento, dovrebbe parlare di amore e di sessualità con un po’ più di umiltà e di attenzione (…) Siamo di fronte a due istituzioni carismatiche, che non accettano limiti, sentono erodere e sfuggir loro di mano almeno una parte del carisma e del potere, e si aggrappano l’una all’altra scambiandosi favori (anche assai più concreti e meno pubblici di una dichiarazione di sostengo) per rilanciarsi e darsi conforto.
IL SOLE 24 ORE titola: “Bagnasco: un voto contro l’aborto” di Carlo Marroni a pagina 18. Prima di tutto la vita, in tutti i suoi aspetti, poi lavoro, etica, e casa. Sono questi i punti di riferimento a cui fa appello il cardinale Angelo Bagnasco, presidente Cei, in una lettera ai cattolici a pochi giorni dalle elezioni regionali. L’indicazione è al contempo chiara e trasversale. Non manca il riferimento neanche tanto implicito alla candidata del Lazio, Emma Bonino, che commenta: «è un evergreen, non vedo novità». Ma Bagnasco fa un richiamo all’etica nella vita pubblica, trovando il plauso di Pierluigi Bersani, segretario del PD: «è un discorso serio, quello di tenere conto dei comportamenti, perché tra comportamenti personale e quello pubblico, non c’è il mare, deve esserci qualche comunicazione».
Al centro pagina un breve articolo, invece, sui commenti dello stesso Silvio Berlusconi alla lettera del Papa sulla questione pedofilia. Parole di elogio per una figura – quella del Pontefice – al centro di problemi molto difficili, e di polemiche inutili. Una dichiarazione di affinità – quella di Berlusconi – che ricorda il buon rapporto fra governo e Santa Sede. E che ringrazia per la tempestività della Santa Sede.
“Voto contro l’aborto e la Bonino”. Secondo il pezzo di ITALIA OGGI, l’indicazione di Angelo Bagnasco «è una posizione pesante che finisce per dare volti e nomi precisi dei candidati indesiderabili per la curia». In primis quello di Emma Bonino. Il pezzo si spinge oltre e specula sul fatto che mentre nessun sondaggista osa fare previsioni sul voto, l’indicazione di Bagnasco «può determinare il passaggio da un fronte all’altro di quella manciata di voci necessaria per vincere». Questo spiegherebbe la conclusione del pezzo dedicato al governatore uscente del Piemonte Mercedes Bresso, la quale, secondo ITALIA OGGI ha firmato «l’ortodosso manifesto dei valori scritto dall’Udc proprio in previsione di quanto avrebbe detto Bagnasco». Lungimirante.
L’apertura di AVVENIRE è dedicata alla prolusione di Bagnasco all’apertura dei lavori del Consiglio permanente della Cei. Il titolo è una citazione: «Riconciliamoci con la verità», mentre l’occhiello anticipa alcuni temi – impegno educativo, niente alibi per i pedofili, l’imperativo dell’onestà, fermare l’ecatombe dell’aborto. Per l’editoriale scende in campo il direttore Marco Tarquinio, che si definisce fin dal titolo «dalla parte dei piccoli e degli indifesi». Riconciliarsi con la verità – che è stato il leit motiv del discorso di Bagnasco – significa «riconoscere che c’è un delitto incommensurabile che segna la nostra epoca», «un’ecatombe progressiva» che «si vorrebbe ridurre, pillola dopo pillola, ad alchimia domestica». Esplicito il riferimento di Tarquinio al voto: «sono infatti in lizza candidati protagonisti di un’ostentata militanza abortista – il nome e la storia di Emma Bonino sono un sinonimo di tale drammatica scelta – e autori di programmi segnati da ambiguità e ostilità oggettive ai valori non negoziabili, quelli cioè sui quali un cattolico non dovrebbe mai fare mercato con chicchessia e di fronte ad alcuna seduzione di potere». La chiusura: «chi è davvero onesto sa riconoscere il male e non se ne fa incantare». Del tema si parla da pagina 3 a pagina 7, con tre pagine per la pubblicazione del testo integrale. I valori non negoziabili per Bagnasco sono dignità della persona, tutela della vita in tutte le sue fasi, famiglia fondata sul matrimonio e libertà religiosa, educativa e scolastica. Nessuno spazio per repliche, reazioni, commenti.
“Un voto contro l’aborto”. È il titolo principale della prima pagina. Alla cronaca, LA STAMPA affianca un pezzo con i dati sui cattolici nel Lazio e un’intervista a Enrico Letta, vicesegretario e cattolico del Pd. Secondo un recente sondaggio della Ipsos tra i “praticanti assidui” (quelli che vanno a messa tutte le domeniche) il 37% dice che voterà per la Bonino e il 30% per la Polverini. Letta rifiuta l’interpretazione delle parole di Bagnasco come «un appello a votare Berlusconi, anche perché il numero due del Pdl si chiama Fini e la trasversalità su molte questioni etiche esiste nel centrodestra come nel centrosinistra».
E inoltre sui giornali di oggi:
OBAMA
CORRIERE DELLA SERA – “Obama e la sanità: siamo ancora capaci di fare grandi cose”, è il secondo titolo sulla prima pagina del quotidiano milanese. Interessante in particolare l’analisi di Massimo Gaggi: “Ma il modello europeo è ancora lontano”: «Medicina socializzata», «salute usata come cavallo di Troia per far sbarcare, con un secolo di ritardo, Karl Marx negli Stati Uniti». A stare alla propaganda del fronte conservatore, quella votata l’altra notte non è una riforma ma una rivoluzione: l’adozione del vituperato «modello europeo» in un Paese nel quale l’individualismo e la mentalità dei «figli dei pionieri» spinge a considerare ognuno responsabile del proprio destino in campo economico. E per la maggior parte degli americani la salute è un pezzo di questo destino: una materia da governare attraverso il mercato, non un diritto o un bene meritevole di tutela per la sua grande rilevanza sociale. Solo questa ipersensibilità giustifica la vasta opposizione alla riforma che emerge dai sondaggi (60% dei cittadini contrari)… Nonostante tutti i cambiamenti che vengono introdotti, infatti, il modello Usa rimarrà molto lontano da quello europeo, universale e basato sul principio del «pagatore unico»: lo Stato che fornisce direttamente i servizi o paga le cure erogate attraverso strutture private convenzionate. Insomma, cambiamenti limitati e che in molti casi scatteranno solo dopo il 2014, ma che impressionano gli americani, che non avevano mai sperimentato niente di simile e che sono preoccupati per l’alto costo dell’allargamento dei cure ai meno abbienti. Sistema universale ma privato. L’introduzione del principio dell’universalità è l’innovazione maggiore, ma rispetto all’Europa ci sono tre grosse differenze: intanto dei 46 milioni di americani senza mutua, solo 32 milioni otterranno la copertura. Gli altri — essenzialmente gli immigrati non regolarizzati — resteranno fuori perché i contribuenti non vogliono che con le loro tasse venga pagata l’assistenza ai clandestini. In secondo luogo questi 32 milioni otterranno la polizza sanitaria non subito ma a partire dal 2014, quando entreranno in vigore le nuove misure fiscali necessarie per incrementare il gettito e coprire le nuove spese assistenziali.
AVVENIRE – Avvenire presenta oggi il via libera alla riforma sanitaria negli Usa, dando particolare attenzione al compromesso sull’aborto: il decreto di Obama «non ha eliminato i dubbi sulla riforma dei gruppi pro life». Andrea Lavazza commenta la riforma: la svolta che in Europa appare un passo positivo e doveroso, negli Usa è percepita da tanti come minaccia al proprio benessere e alla propria libertà.
LA REPUBBLICA – Tre pagine sulla riforma sanitaria. Ha prodotto un miglioramento nei sondaggi di Obama, ma il paese continua a essere diviso. Mentre i repubblicani promettono battaglia (11 stati si preparano a impugnare la riforma). La rivoluzione di Obama, scrive Vittorio Zucconi, spaventa i medici che temono di dover operare a tariffe troppo compresse mentre fa esultare chi non si è mai potuto permettere un esame clinico. «Nel day-after americano domina la confusione. E la paura dell’ignoto genera panico».
LA STAMPA – “Washington, la febbre delle riforme”. Finanza, immigrazione, trasporti e brevetti. È un poker di riforme quello che il presidente Obama si appesta a esaminare per decidere come fruttare il momento positivo innescato dal voto della Camera dei Rappresentanti sulla Sanità. Ne parla un articolo a pagina 10 firmato dal corrispondente negli Usa Molinari. Il senatore democratico Chris Dodd ha presentato un pacchetto di dettagliate misure sulla finanza, che comprende un’agenzia per la tutela dei consumatori rispetto ai prodotti finanziari. Ma su queste riforme Obama ha fatto capire che vuole arrivare ad accordi bipartisan per evitare il muro contro muro che si è verificato sulla Sanità.
IL GIORNALE – Intervento di Giuseppe de Bellis che titola “Ora Barack può iniziare a fare il vero presidente” De Bellis archivia la riforma sanitaria e guarda sul tavolo presidenziale le questioni aperte: terrorismo, tensioni con la Cina e con Israele, Iran. « Senza la zavorra psicologica della sanità Obama può dirci chi è finalmente. Resta un fenomenale personaggio mediatico, capace di creare aspettative e attese di calamitare l’attenzione mondiale su qualunque cosa faccia o dica. Il problema è stata uno: basta questo per diventare un grande presidente? Fra sette mesi l’America vota di nuovo, rinnova tutta la Camera e un terzo del senato».
IL MANIFESTO – Dedica l’apertura del giornale alla riforma sanitaria di Obama (ieri non era in edicola), “Salute a tutti” è il titolo, accompagnato dall’editoriale di Marco D’Eramo, “All’ultimo respiro”: «Una straordinaria vittoria. Un incredibile sospiro di sollievo. Un paradosso politico. Con questi tre esiti si è concluso per Barack Obama il violentissimo corpo a corpo, durato più di un anno, sulla riforma sanitaria. (…) Quel che conta oggi è che è stato sfatato un tabù ideologico su cui i repubblicani avevano puntato tutte le loro carte. Il tabù che vede gli americani contrari sempre e comunque a ogni intervento pubblico. (…) Ma Obama ha vinto la riforma sanitaria anche contro se stesso: e qui sta il paradosso politico. L’ha vinta contro lo spirito bipartisan di cui si era proclamato alfiere: non un solo deputato repubblicano, su 176, ha votato per la riforma. (…) Sulla sua pelle Obama sta imparando che nessuna riforma seria è bipartisan, tanto meno le tre che lo aspettano al varco: quelle dei controlli sulla grande finanza, sugli immigrati e sul mercato del lavoro».
BERLUSCONI
LA STAMPA – “Berlusconi: nella mischia per colpa dei pm”. LA STAMPA lancia in prima pagina un’intervista con il premier, che parla di «attacchi, uno dopo l’altro» da parte della magistratura. Il giornalista lo incalza sulla crisi: Il governo non riesce a debellarla, dice, Dobbiamo accontentarci di evitare un default tipo Grecia? Berlusconi risponde che il governo «ha saputo gestire la crisi mantenendo i conti pubblici in sicurezza e evitando di creare delle situazioni di disagio sociale». Su imprese e famiglie: «abbiamo varato venerdì un decreto incentivi che ha lo scopo di rilanciare i consumi, dare ossigeno alle famiglie, aiutare le imprese a ripartire. Stiamo lavorando a un grande piano infrastrutture». Parla del presidenzialismo e dice che il voto diretto del premier e del capo dello stato «sarebbe un arricchimento della nostra vita democratica» e dice che presenterà la riforma della giustizia subito dopo le elezioni. Parla di Berlusconi, senza nominarlo, anche il “Buongiorno” in prima pagina di Massimo Gramellini, titolo: Il guaritore. Nell’elenco delle varie promesse elettorali il premier ha assicurato: entro il 2013 vinceremo il cancro. Dopo aver ricordato che «il governo che entro tre anni intende vincere il cancro ha ridotto i fondi per la ricerca scientifica», Gramellini scrive che «anche a un’alluvione bisogna mettere un argine». «Non è: un milione di posti di lavoro. Non è: meno tasse per tutti. Il cancro è una cosa seria. E lui, che lo ha avuto e lo ha vinto, dovrebbe saperlo».
STRANIERI
AVVENIRE – Nasce Extrabanca, la prima banca in Italia e in Europa dedicata a immigrati (ma non riservata a loro). «Non è la banca etica e non è la banca dei poveri», ha precisato subito, alla presentazione, Andrea Orlandini, presidente dell’istituto bancario che ha un capitale sociale di 23 milioni di euro. Tra gli azionisti le Assicurazioni Generali e Fondazione Cariplo. Il 55% dei neodipendenti della prima sede milanese è straniero. Elogio da parte del presidente Napolitano.
WEB
IL SOLE 24 ORE – Google ha deciso, o forse no. E dopo ripetute minacce di uscire dal mercato cinese, ora dà il via alla fase “B”: ovvero dirottare tutto i traffico su Honk Kong e aggirare così i controlli di Pechino. Si attende a ore la reazione cinese, ma per ora la mossa di BigG ha avuto il solo merito di non spegnere il sito, e soprattutto di spingere alcuni internauti ad impegnarsi direttamente a favore della trasparenza, dell’una come dell’altra parte. Come ad esempio il sito http://rconversation.blogs.com della cofondatrice di GlobalVoices, che si propone di far uscire dallo stallo i cittadini del web, costretti in un braccio di ferro fra Cina e Mountain View. Tutto questo succede a pagina 6, con fotonotizia in prima, per mano di Daniela Roveda da San Francisco e Luca Vinciguerra da Shangai.
TRENI
LA REPUBBLICA – “E dai binari del Nord parte il treno low cost”. Ha preso il via un servizio del gruppo Db Bahn: per il momento solo tratte settentrionali (Milano, Verona, Bolgona verso la Germania), ma a costi molto inferiori rispetto a Trenitalia. La difficoltà è avere informazioni: non esistono biglietterie né pannelli informativi. Nelle stazioni i ferrovieri delle Fs ovviamente non sanno nulla. I biglietti li si può acquistare online (ma li si può fare anche a bordo).
CLIMA
IL SOLE 24 ORE – Commento a pagina 15 di Moisés Naím, direttore di Foreign Policy. Tema: i costi che dovremo pagare per riparare al cataclisma climatico che ci attende. E traccia tre opzioni possibili: subire gli effetti deleteri dei gas serra, mitigarli, o adattarsi a loro. E rilancia l’idea di una carbon tax o simili imposti per mettere in atto azioni necessarie a frenare la situazione.
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