Società civile

Elezioni europee, la richiesta d’impegno contro la povertà

«Ricordiamo», scrivono le organizzazioni che fanno parte di Alleanza Contro la povertà, «che in Italia la percentuale di persone a rischio povertà o esclusione sociale è nel 2022 al 24,4%, ben al di sopra della media europea del 21,6%. L'Europa, attraverso il Parlamento che si formerà nelle prossime settimane, sia “pungolo” e luogo di confronto e di lavoro condiviso per tutti i Paesi membri, nell'elaborazione di  strategie di contrasto alla povertà che garantiscano la dignità di tutti i cittadini europei»

di Redazione

Il pilastro europeo dei diritti sociali prevede che “chiunque non disponga di risorse sufficienti ha diritto ad un adeguato reddito minimo che garantisca una vita dignitosa in tutte le fasi della vita e l’accesso a beni e servizi. Per chi può lavorare, il reddito minimo dovrebbe essere combinato con incentivi alla reintegrazione nel mercato del lavoro”.  

Anche il Consiglio Europeo raccomanda “agli Stati membri di fornire e, ove necessario, rafforzare solide reti di sicurezza sociale combinando un adeguato sostegno al reddito mediante prestazioni di reddito minimo e altre prestazioni monetarie e in natura di accompagnamento e dando accesso ai servizi abilitanti ed essenziali…”.

Alleanza contro la Povertà condivide i punti della risoluzione del Parlamento europeo del marzo 2023, laddove indicano il necessario rafforzamento delle azioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di riduzione del numero delle persone in condizione di povertà o esclusione sociale (riduzione di 15 milioni al 2030) e delle azioni lì contenute al fine di definire norme, piani di azione, finalizzati alla formulazione di direttive più cogenti indispensabili per raggiungere concretamente tale obiettivo. «Ricordiamo», scrivono in una nota, «che per l’Italia la percentuale di persone a rischio povertà o esclusione sociale è nel 2022 al 24,4% ben al di sopra della media europea del 21,6% (i dati per il 2023 registrano un lieve miglioramento non ancora comparabile con gli altri Paesi membri), per quanto riguarda i minori l’Italia presenta la percentuale più alta in Europa (28,5% rispetto al 24,7%). In Italia la percentuale delle persone a rischio povertà fra coloro che lavorano è il più alto in Europa (11,5% contro 8,5%) mentre l’impatto dei trasferimenti sociali (escluse le pensioni) sulla riduzione del rischio povertà è il più basso (25,8% contro il 35%). In coerenza con tale principio chiediamo l’impegno a far sì che il tema contrasto alla povertà riconquisti la rilevanza nel dibattito pubblico a partire dalle prossime elezioni europee. Fermo restando che la povertà è un fenomeno multidimensionale, il lavoro dignitoso e adeguatamente retribuito è il principale strumento per prevenire o uscire da tale condizione; tuttavia, l’accesso al mercato del lavoro può essere precluso ad alcuni. Anche per queste ragioni occorre promuovere un dibattito fuori da ogni forma di stigmatizzazione che colpevolizzi le persone povere di essere responsabili della loro condizione».

Il dibattito deve viceversa far crescere la consapevolezza e la condivisione per l’attuazione di politiche a contrasto delle cause che contribuiscono a far crescere il numero di persone in condizione di povertà, attivando processi di conoscenza del fenomeno anche in termini culturali. 

Le richieste di Alleanza contro la Povertà ai candidati europei

  • Armonizzare le politiche di contrasto alla povertà dei Paesi membri sulla base del principio di universalità del diritto per coloro che si trovano in tale condizione attraverso  misure di supporto minimo al reddito (indicizzate all’inflazione); contrastando dunque eventuali tendenze volte a indebolire il principio dell’universalismo selettivo con misure di welfare categoriali, che  mirino a ridurre  significativamente il numero di beneficiari, la durata e l’entità del beneficio economico, a introdurre forme di controllo, sanzioni e condizionalità così marcate da ledere la dignità dei beneficiari; 
  • Definire interventi realmente efficaci di formazione, rafforzamento delle capacità e attivazione volti ad agevolare i percorsi di inclusione e se possibile di inserimento nel mercato del lavoro, che affianchino le misure di sostegno minimo al reddito in modo da accompagnare le persone fuori dalla condizione di povertà 
  • Promuovere politiche di welfare che prevedano interventi di prossimità e prendano in carico le persone e le famiglie nella multidimensionalità delle cause che determinano le condizioni di povertà, garantendo un finanziamento ed uno sviluppo uniforme e adeguato allo scopo dei servizi sociali per l’inclusione sul territorio; 
  • Promuovere una decisa azione di contrasto al lavoro povero, riducendo il numero dei working poor; anche attraverso la misura di contrasto alla povertà, che per le persone che possono essere attivate al lavoro, può risultare come in-work benefit, permettendo loro di cumulare parzialmente il reddito da lavoro con la misura stessa. 
  • promuovere con iniziative pubbliche, documenti, risoluzioni che possano contribuire fattivamente alla riduzione delle percentuali dei senza dimora nell’Unione europea sulla base dei principi e degli obiettivi stabiliti nelle Risoluzioni del Parlamento europeo e nella Piattaforma europea per la lotta contro la mancanza di una fissa dimora, garantendo loro alloggi, servizi adeguati, assistenza sociosanitaria al fine di promuovere inclusione sociale.

«L’Europa», scrive l’Alleanza, «attraverso il Parlamento che si formerà nelle prossime settimane, sia “pungolo” e luogo di confronto e di lavoro condiviso per tutti i Paesi membri, nell’elaborazione e la messa in campo di  strategie di contrasto alla povertà che garantiscano la dignità di tutti i cittadini europei».

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