Cultura
Elezioni. A sinistra il pacifismo paga
Premiate le forze della sinistra radicale: Prc su tutti, ma anche Verdi, Pdci e Di Pietro-Occhetto (meno)
Il pacifismo senza condizioni paga. Gli italiani che si sono recati alle urne il 12 e 13 giugno hanno mostrato di gradire le posizioni di tutti quei partiti della sinistra ‘legati’ dal comune denominatore del no alla guerra ‘senza se e senza ma’. Il voto ha gratificato Rifondazione Comunista, Pdci, Verdi, lista Occhetto-Di Pietro, le forze politiche di sinistra che non hanno mai tentennato rispetto alla scelta di chiedere il ritiro immediato delle truppe dall’Iraq e che sono state protagoniste, insieme ai movimenti pacifisti, delle tante manifestazioni organizzate prima e dopo l’inizio della guerra. Messe insieme, le forze parlamentari ‘antagoniste’ capitalizzano un 13,1 per cento di consensi con il quale si preparano a rapportarsi, da sinistra, con il ‘Listone’. Con il 6,1 per cento Rifondazione Comunista guadagna un punto percentuale rispetto alle politiche del 2001 (5 per cento) e quasi due punti rispetto alle europee del ’99 (4,3 per cento). In crescita anche il Pdci con il 2,4 per cento rispetto al 2 per cento conquistato alle politiche e l’1,8 per cento ottenuto alle scorse europee. I Verdi invece confermano il 2,5 per cento delle elezioni al parlamento Ue del 99, ma crescono rispetto alle politiche, quando portarono a casa l’1,8 per cento. L’esito delle urne è pari al 2,1 per cento per la neonata lista Occhetto-Di Pietro, che, sebbene auspicasse “ad un maggior successo” (Di Pietro da solo aveva il 3,9 alle politiche), come ammette lo stesso Occhetto, sottolinea oggi la necessità di una “riorganizzazione dell’Ulivo, nella quale un posto nuovo e decisivo deve avere la riorganizzazione unitaria della sinistra radicale e pacifista”. Pensa al futuro anche il segretario del Prc Fausto Bertinotti che auspica “una ricerca programmatica delle opposizioni”, mano tesa ai movimenti, obiettivo (magari non prossimo) la “caduta di questo governo”.
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