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Elettrosmog: nuovi limiti ad alto rischi per la salute
Rispetto alla bozza precedente, i valori di attenzione passano da 0,5 microtesla a 10. Legambiente: "Svuotata di senso la legge quadro"
E’ pronto il decreto legislativo sull’inquinamento da elettrodotti. Lo anticipa il quotidiano “Il Sole 24 Ore” di oggi. Rispetto alla proposta avanzata un anno fa dal precedente governo, lo schema di decreto contiene limiti 20 volte meno severi per il cosiddetto “valore di attenzione”, quello da osservare nelle abitazioni, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e dovunque si trascorrano più di 4 ore al giorno.
I numeri parlano da soli: si passa dagli 0,5 microtesla della vecchia proposta a 10 microtesla. Per gli obiettivi di qualità nelle nuove costruzioni si passa da 0,3 microtesla a 3 microtesla. Le attività di risanamento per far rientrare gli impianti nei limiti fissati potrebbero comportare un costo di circa 1.500 milioni di euro, secondo le valutazioni del ministero.
Immediata e durissima la reazione di Legambiente: “I limiti proposti dal Ministero dell’ambiente sono imbarazzanti. Vengono svuotati di senso sia la legge quadro che il principio di precauzione. Una scelta fatta su misura per non disturbare il ‘manovratore” ha dichiarato Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente, che avverte: “Esposizioni prolungate a campi elettromagnetici sopra i 0,4 microtesla producono rischi di raddoppiamento di casi delle leucemie infantili. E non sono i soliti ambientalisti a dirlo, è lo Iarc (Agenzia internazionale ricerche sul cancro). Da dove escono allora i limiti di Matteoli?”.
La Commissione nominata da Veronesi per dar un parere sull’argomento “non certo tenera coi sostenitori del rischio elettrosmog – continua Ferrante – indicò 3 microtesla come valore di attenzione e 0,5 come obiettivo di qualità per gli elettrodotti. Matteoli invece rilancia e triplica il valore di attenzione. Ancor più incomprensibile la scelta di un valore così alto per l’obiettivo di qualità: si legittimano impianti che rischiano di nascere già vecchi. Cui prodest?”.
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