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Elettrosmog, che cosa si può fare?

Per chi teme di essere esposto a radizioni dannose per la propria salute é quello di rivolgersi alle autorità competenti in materia.

di Christian Carosi

Sono stati fatti dei lavori di spostamento e aggiunta cavi elettrici che passano a circa 1,5 metri dalla camera dove dormiamo io e mia moglie, mentre nostro figlio è in un?altra stanza.Questi cavi, che partono da una cabina situata a una ventina di metri, passano fra il nostro condominio e una casa. Da paio di mesi sono stati installati anche altri fili di comunicazione telefonica. Da circa otto mesi continuo ad avere dei problemi fisici e di vista, ho fatto diverse visite, ma non sono state trovati importanti problemi. Io invece continuo ad avvertire delle strane sensazioni e sbalzi di umore. Avreste qualche suggerimento da darmi? Cosa posso fare? A chi rivolgermi?
Giuseppe T. Pescantina (VR)

Sono ormai comunemente noti i pericoli derivanti dall?esposizione ai campi elettromagnetici: molti studi epidemiologici confermano il legame esistente tra l?esposizione e malattie di diversa natura e gravità. Esistono anche diverse norme che fissano limiti a tutela della salute della popolazione. Citiamo a questo proposito la legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici del 14 febbraio 2001. Più nel dettaglio va il decreto 16 gennaio 1991 (?Aggiornamento delle norme tecniche per la disciplina della costruzione e dell?esercizio di linee elettriche aeree esterne?) e il dpcm 23 aprile 1992 (?Limiti massimi di esposizione ai campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale negli ambienti abitativi e nell?ambiente esterno?). È qui che sono indicate le distanze di rispetto per gli elettrodotti a 132 kV o superiori (10 metri a 132 kV, 18 m. a 220 kV, 28 m. a 380 kV), mentre per tensioni inferiori bisogna utilizzare un?apposita formula dettata dal dm del 16 gennaio 1991.
Secondo quanto riportato dal sito www.elettrosmog.it la tendenza odierna è quella di evitare campi magnetici superiori a 0.2 µT (microtesla). Da aggiungere che il recente decreto 23 febbraio 2003 (che però non risulta ancora pubblicato) ha fissato limiti di esposizione e valori di attenzione per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) connessi al funzionamento e all?esercizio degli elettrodotti.
Nel caso di esposizione a campi elettrici e magnetici alla frequenza di 50 Hz generati da elettrodotti, non deve essere superato il limite di esposizione di 100 µT per l?introduzione magnetica e 5 kV/m per il campo elettrico, intesi come valori efficaci. Tuttavia, per la protezione da possibili effetti a lungo termine, eventualmente connessi con l?esposizione ai campi magnetici generati alla frequenza di rete (50 Hz), nelle aree gioco per l?infanzia, negli ambienti abitativi, in quelli scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere, si assume per l?induzione magnetica il valore di attenzione di 10 µT, da intendersi come media dei valori nell?arco delle 24 ore nelle normali condizioni di esercizio.
Il consiglio per chi teme di essere esposto a radiazioni dannose per la propria salute è quello di rivolgersi alle autorità competenti in materia (Asl o Arpa) perché siano effettuate le misurazioni necessarie a stabilire la pericolosità della situazione. In alternativa si possono contattare società private che offrono una consulenza in materia: in questo caso è però necessario aver la certezza che le apparecchiature utilizzate per le misurazioni siano certificate secondo le norme vigenti.
Una volta ottenuta la perizia, se l?esposizione è confermata, ci si può rivolgere alle autorità amministrative (Comune, Provincia o Regione) e valutare l?ipotesi di richiedere un intervento della magistratura per l?immediata cessazione della attività dannosa.

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