Famiglia

Einstein, Chaplin, Manzoni e gli altri: grandi uomini, piccoli padri

In un libro, scritto dal fondatore dell'Isp, Istituto studi sulla paternità, Maurizio Quilici, i frizzanti ritratti intimi di sei celebrità note per il genio che le accomuna ma anche, come si scopre tra le pagine, la trascuratezza o addirittura il disinteresse verso la propria prole

di Daniele Biella

Pensiamo a loro come geni della scienza, grandi letterati, uomini d’arte e di cultura? Sì, ma sono stati anche padri inesistenti, egocentrici, anaffettivi. Galileo, Manzoni, Rousseau, Einstein, Tostoj, Chaplin: sei figure di altissimo lignaggio storico ma anche sei figure paterne che il giornalista e saggista Maurizio Quilici, ex caporedattore Ansa, fondatore e attuale presidente dell’Isp, Istituto di studi sulla paternità, approfondisce con dovizia di clamorosi particolari in Grandi Uomini, piccoli padri (Fazi Editore, 2015, 240pp, euro 16,50).


La Storia, anche quella delle persone, è sempre stata Storia con la maiuscola. Ma quasi mai storia del quotidiano, dei rapporti famigliari, dell'intimità domestica. È una lacuna storica da colmare”

Il tutto attraverso il recupero di materiale storico, missive private, racconti inediti che scavano in modo stupefacente negli angoli bui di persone che rimarranno comunque per sempre nel gotha del genio umano, e che rendono evidente la difficoltà di esercitare con coerenza entrambi i ruoli: grande sapiente, padre esemplare. Galileo Galilei che lascia le due figlie di 13 e 12 anni in un convento sopra Firenze e solo in tarda età si rende conto del danno fatto, quando chiede alla maggiore di mandarle lettere dalla clausura per non sentirsi solo, Jean-Jacques Rousseau capofila della pedagogia moderna invia uno alla volta, appena nati, i cinque figli all'Enfant Trouvés, l'Ospizio dei Trovatelli,

Albert Einstein che nasconde al mondo la primogenita, Lieserl, concepita con la compagna serba sul lago di Como, facendo perdere ogni traccia: un “giallo” ancora oggi irrisolto, Charlie Chaplin che sconfessa l’empatia del suo Monello rivelandosi un padre invisibile e, nelle rare presenze, molto duro verso gli otto figli, Alessandro Manzoni che non va mai a trovare la figlia Matilde, nemmeno in punto di morte avvenuta a soli 26 anni, Leone Tolstoj pieno di sé e quasi completamente senza affetti. Questo e molto nelle vite, piene di colpi di scena, dei papà tanto famosi quanto privatamente “esili” raccontati da Quilici.

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