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Egitto: la road map per uscire dalla crisi

Il Paese è nel caos, la comunità internazionale brancola nel buio. Le quattro proposte dell'intellettuale egiziano Wael Farouq per trovare una via d'uscita

di Martino Pillitteri

L’Europa sospende  il rifornimento di armi, la Casa Bianca medita di tagliare gli aiuti economici; l’Arabia Saudita e gli Emirati  sono invece pronti a sostenere politicamente e finanziariamente la giunta militare.
E all’interno del paese? La fratellanza musulmana persegue la politica delle manifestazioni di massa pacifiche mentre  l’esercito reagisce con il pugno di ferro.
Posizioni e politiche che  generano solo un risultato: escalation di caos e di violenza.

Che cosa si può fare per stabilizzare il paese e trovare dei compromessi che possano soddisfare le istanze delle parti?


Wael Farouq, un intellettuale egiziano attualmente visiting professor all’università Cattolica di Milano, lancia delle proposte pratiche  per uscire dalla crisi che sta mettendo il paese in ginocchio.  

–          Cessazione immediata di ogni violenza e ogni protesta da parte dei sostenitori di Morsi, con l’accettazione della roadmap adottata dal governo di transizione.

–          Offerta di una safe-exit, da parte di governo ed esercito, ai Fratelli Musulmani, ai quali deve anche essere garantita la partecipazione alle elezioni e la libera organizzazione della loro campagna elettorale.

–          Invio di osservatori internazionali (da Stati Uniti, Unione Europea, Lega Araba, Russia e Cina) per monitorare l’intero processo elettorale, per garantire che i risultati riflettano pienamente la volontà degli egiziani.

–          Istituzione di una Commissione investigativa internazionale che accerti le responsabilità individuali nelle violenze, sia da parte delle forze di sicurezza, sia da parte degli islamisti, in modo che non restino impunite.  

Sono soluzioni realiste? Meritano di essere prese in considerazione dal ministro degli Esteri Emma Bonino?
Il professor Farouq sollecita arabisti, ricercatori, traduttori, studiosi di islam, attivisti, giornalisti, analisti politici del Medio Oriente, ecc., che operano in Italia e si riconoscono in questa dichiarazione, a firmarla inviando una e-mail all’indirizzo raccoltafirme.egitto@yahoo.it, esprimendo il consenso all’aggiunta del proprio nome alla lista (indicare anche professione e luogo di residenza). Una volta completata la raccolta firme, questa dichiarazione sarà presentata ai mass media e inviata al Governo italiano.
 

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