Welfare
Egitto: appello contro condanna attivista diritti umani
Il processo sarebbe stato caratterizzato da numerose irregolarità e false testimonianze. Il vizio di procedura costuisce l'unica possibilità di appello a una sentenza della Suprema corte cairota. Il
di A. Capannini
I difensori del dottor Saad Eddin Ibrahim, 62enne attivista dei diritti umani, hanno presentato ieri ricorso contro il processo tenuto presso la Suprema corte di sicurezza de Il Cairo (Egitto) e conclusosi, due mesi fa, con la condanna dell’imputato a sette anni di prigione. Il processo, infatti, secondo quanto riferisce l?agenzia Misna, sarebbe stato caratterizzato da numerose irregolarità e le testimonianze sulle quali si è basato il verdetto sarebbero state viziate da “false promesse, minacce e altre forme di coercizione”. Ibrahim è stato ritenuto colpevole, fra gli altri reati, di aver diffuso notizie diffamatorie per l’Egitto e di aver illegalmente gestito dei finanziamenti inviati dall’estero al Centro di difesa dei diritti umani “Ibn Khaldun”, da lui diretto. Il vizio di procedura è in effetti l’unico appiglio legale per poter presentare ricorso contro un verdetto della Suprema corte di sicurezza cairota che, come recentemente rilevato da Amnesty international, “non risponde agli standard internazionali fissati per garantire i diritti fondamentali degli imputati” e non contempla la possibilità per i condannati di appellarsi. Ibrahim, che ha la duplice cittadinanza statunitense ed egiziana, era stato arrestato l’estate scorsa e rilasciato dopo circa 40 giorni. È stato processato la scorsa primavera insieme a 27 persone, tutte condannate a pene varianti da 1 a 5 anni di prigione.
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