Violenza di genere
Educazione sentimentale, Becchetti: «Sì, altrimenti c’è TikTok»
Secondo l'economista e attivista, serve educare i giovani alle relazioni, che vanno curate un po' ogni giorno e hanno le loro regole: l’idea della spontaneità e del fare quello che viene in mente, così forte nella nostra cultura, porta fuori strada. Le persone non sono beni usa e getta, bisogna capirle e rispettarle
Il tragico femminicidio di Giulia Cecchettin ha provocato un’onda di indignazione in tutto il Paese, una volontà condivisa che fatti di questo tipo non accadano mai più. Perché questo accada, tuttavia, non bastano pene più severe per gli autori di reati legati alla violenza di genere: serve educazione sentimentale, che insegni a ragazzi e ragazze a gestire e curare le relazioni, rispettando l’altro e i suoi spazi. Ne è convinto Leonardo Becchetti, economista, scrittore e attivista.
In un tweet lei ha dichiarato che l’educazione sentimentale è la cosa più importante della vita. In che senso?
Nel senso che siamo esseri relazionali. La nostra stessa identità è plasmata dalle relazioni che abbiamo e la soddisfazione e ricchezza di senso di vita dipende da quelle. Ma i beni relazionali hanno le loro regole. L’idea della spontaneità e del fare quello che ti viene in mente così forte nella nostra cultura non è affatto un valore e ci porta fuori strada. Quando mi è capitato di parlare a un matrimonio di un amico ho detto che la relazione è un orto non una rosa. Se vogliamo che duri dobbiamo investire un po’ ogni giorno. Insomma le persone non sono beni di consumo da rottamare quando non sono più al top ma sono compagni di viaggio con cui costruire grandi cose nella vita.
Ha detto anche che, oggi, i giovani crescono coi video su Tik tok.
Io sono cresciuto negli anni 70/80; scuole dei Gesuiti, cantautori, tanti riferimenti laici o religiosi da cui apprendere. Non eravamo abbandonati ed inebetiti dalla Rete…e conoscersi fisicamente e non solo digitalmente era l’unica via alle relazioni. Un bel periodo.
Cosa pensa sia venuto a mancare, negli ultimi tempi?
La società consumistica ha reso anche le relazioni beni usa e getta (e purtroppo nel getta c’è anche la violenza di genere). Poi sono credente e gli input spirituali erano e sono una via fondamentale (ce ne sono anche molte per i non credenti) da quel punto di vista.
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Come immagina potrebbe essere messa in atto l’educazione sentimentale?
Bella domanda. Partirei da un percorso sul valore delle relazioni con riferimento ad opere artistiche/cinematografiche su cui organizzare un bel cineforum. Avendo poi a riferimento anche i dati scientifici che dimostrano inequivocabilmente che i fallimenti delle relazioni incidono negativamente su soddisfazione di vita e viceversa. E con una nota di ottimismo considererei che avere successo nelle relazioni è molto più facile che in politica o nell’attivismo sociale. Dipende solo dalle azioni e scelte nostre e del nostro partner. È la nostra piccola repubblica dove, se vogliamo, possiamo cambiare il mondo più facilmente.
Pensa che ci debba essere un’istituzione deputata per questo – prima tra tutte la scuola – o che debba essere un impegno condiviso dalla comunità educante?
L’idea di comunità educante è bellissima e vera. «Per educare un bambino ci vuole un villaggio», dice un famoso detto africano. È bella perché parla della condivisione di un impegno tra diversi “formatori” (scuola, famiglia, associazioni) dove il lavoro d’insieme può superare i limiti dei singoli attori nei casi specifici.
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