Sono stato di recente a San Patrignano. Ho visto amici che non vedevo da tempo. Sono contento perché la voglia di non mollare è ancora integra, nonostante il panorama generale stia degenerando nella disattenzione dell’intera società. Poiché l’occhio vede meno disgraziati, il proverbio ci ripete, il cuore soffre e “sente”meno.
Alcol, sballo, droghe di tutti i tipi, dipendenze sempre meno visibili ma sempre più pericolose, entrano nel tessuto della società dei normali. E quando tutti fanno una cosa, pare che questa cosa, anche se fosse una gigantesca porcheria, diventa legale.
Un vecchio proverbio contadino, ai miei tempi, diceva: se cinquanta milioni di persone dicono una cosa sciocca, rimane una cosa sciocca. Non è vero. Anche i proverbi, unica saggezza universale dei nostri vecchi, sono passati nel contenitore della carta.
C’è una statistica americana che gira in questi giorni, che mi spaventa e che spero non sia vera. Pare che l’eccesso di alcol sia la causa di un decesso su quattro, nella fascia di età tra i 15 e i 29 anni.
Già l’adolescenza è un’età forte, strategica, delicata, importante e poco conosciuta nelle sue autentiche profondità. Mentre gli americani ci portano le statistiche di cui sopra, gli psicologi italiani stimano che un adolescente su tre soffra di ansia; e disturbi dell’umore, nella maggioranza dei casi, compaiono intorno ai 13 anni.
A drammatizzare, poi, le cifre, è la qualità della depressione. Sempre secondo gli specialisti, si stima che dal 5 al 15% degli adolescenti pensi al suicidio. A San Patrignano ci siamo detti che bisogna “arrivare prima”, anticipare gli interventi, andare sul territorio.
La scuola è il luogo nel quale queste cose si possono fare bene. Tutti gli adolescenti passano da lì. Gli insegnanti sono i primi a capire e a chiedere aiuto. Fino a ieri abbiamo salvato i disperati e continueremo a farlo, nonostante le politiche sociali ci lascino soli.
Nel contempo mettiamoci insieme, facciamo sponda, interroghiamoci sul disagio, sulle solitudini e sulle nuove porcherie che viaggiano tranquillamente anche via internet. Famiglia, scuola e tempo libero sono le tre realtà che esigono la nostra presenza.
Quando, poi, i Governi capiranno che la prima priorità di una democrazia è l’educazione, la formazione, la preparazione dei docenti, la qualità delle strutture, la dignità dei compensi, la ricchezza delle sperimentazioni e delle metodologie personalizzate, allora l’Italia avrà speranza vere e un futuro degno dei suoi migliori passati.
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