Politica

Educatori socio-pedagogici: la toppa rischia di saltare?

La Camera aveva approvato con il placet del Governo un emendamento che sanava la situazione di circa 150mila educatori socio-pedagogici che lavorano nei servizi sociosanitari. Ora invece al Senato un emendamento del M5S (non ancora votato) propone di sopprimere quel comma. Confcooperative e Legacoop Sociali: «servizi a rischio per un milione di persone»

di Sara De Carli

Il sereno è durato quindici giorni. Dopo che la Camera aveva approvato, nella Legge di Bilancio, un emendamento che andava a sanare la situazione di circa 150mila educatori socio-pedagogici che lavorano nei servizi sociosanitari e che sono rischiano il posto di lavoro per effetto della legge di Bilancio dello scorso anno (art. 1, commi dal 594 al 601, della legge 205/2017), ecco che un emendamento presentato in Commissione Bilancio del Senato da Giovanni Endrizzi del MoVimento 5 Stelle, a sua volta educatore professionale, torna a disegnare tempesta. L’emendamento 1.1650 sopprimebbe il comma 275 della Manovra, relativo all'estensione dell’ambito di attività dell’educatore professionale socio-pedagogico e del pedagogista ai presìdi socio-sanitari e della salute. L’emendamento non è stato ancora discusso né votato, ma ha destato già un polverone.

«Il Senato non vanifichi il lavoro della Camera. Sono a rischio 150mila posti di lavoro e servizi per 1 milione di persone», afferma Confcooperative Federsolidarietà. «Con il testo approvato alla Camera si è sanata una situazione paradossale che mette in crisi molti servizi per le fasce deboli della popolazione: persone con problemi psichiatrici, disabili gravi e anziani non autosufficienti per un totale di circa 1 milione di persone che rischiano di trovarsi in gravissima difficoltà, e senza servizi essenziali, se viene meno l’apporto fondamentale degli educatori» spiega la Federazione in una nota. «Il Senato non vanifichi il lavoro della Camera: bisogna confermare il testo approvato per stoppare le ripercussioni occupazionali e sugli utenti dei servizi». Già ieri Legacoop Sociali aveva lanciato l’allarme: cancellando l’emendamento approvato alla Camera, «i servizi verrebbero depauperati di competenze ed esperienze professionali che ne hanno, in questi anni, sviluppato qualità e continuità e gli utenti dei servizi si troverebbero di fronte a repentine interruzioni di relazioni e progettualità educative. La cooperazione sociale e gli enti del terzo settore si troverebbe a gestire un doppio danno: la perdita di personale qualificato e l’impossibilità a reperire le qualifiche necessarie, anche perché il numero chiuso nei corsi di EP nelle facoltà di Medicina è fortemente sottostimato rispetto al bisogno, oltre ai costi consistenti della tassa sui licenziamenti che si troverebbe costretta ad effettuare suo malgrado». L’emendamento approvato alla Camera per Legacoop Sociali «è un intervento di giustizia sociale ed economica che non risolve l’intero problema relativo al doppio binario della qualifica di educatore, ma salvaguarda il lavoro di persone e imprese sociali cooperative che in questi anni hanno contribuito attivamente a far fronte alle problematiche di una società sempre più contrassegnata da fragilità e bisogni sociali e sanitari».

La senatrice Vanna Iori nella passata legislatura aveva lavorato sulla disciplina della professione dell’educatore professionale, con una proposta di legge che era in parte confluita in emendamenti alla Legge di Bilancio dello scorso anno. Proprio quelle novità avevano di fatto “diviso” la figura dell’educatore in due profili diversi (l’educatore professionale socio-sanitario e l’educatore professionale socio-pedagogico) e creato la paradossale situazione per cui migliaia di educatori socio-pedagogici oggi sono “fuorilegge” nei servizi socio-sanitari in cui da anni – anche 20 – lavorano. Molti hanno già ricevuto una lettera che ventila il licenziamento. Un anno di caos, insomma, come più interventi ospitati da Vita.it hanno in questi medi evidenziato. Una toppa quindi è urgente e necessaria.

«La premessa politica, è la sorpresa, poiché alla Camera il relatore del M5S non aveva nemmeno chiesto la riformulazione per quell’emendamento poi approvato ed è strano che invece al Senato un collega dello stesso partito proponga un emendamento soppressivo, non l’avrei mai immaginato». L’emendamento-toppa, racconta la senatrice Iori, «vuole risolvere, con carattere di emergenza, sia i problemi dei singoli lavoratori che rischiano il licenziamento sia dei servizi che senza quegli educatori si troverebbero sguarniti. È importante dire che se noi togliamo gli educatori socio-pedagogici dai servizi sociosanitari, non abbiamo con chi sostituirli, perché i corsi di laurea per educatore professionale socio-sanitario formano ogni anno qualche centinaio di persone, non potrebbero mai coprire i posti “svuotati” dalla presenza degli educatori socio-pedagogici, c’è un emergenza numerica segnalata da tante regioni, in particolare in Lombardia e Veneto. La figura professionale si può ripensare, ma in questo momento c’è un’emergenza che va sanata».

Leggi anche il commento a firma di Marco Bollani, Consigliere Regionale Federsolidarietà Lombardia e Massimiliano Malè, Consigliere Nazionale Federsolidarietà.

Foto Remo Casilli, Ag. Sintesi

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.