Economia

Educatori professionali e Coronavirus: «Adesso serve una decisione centrale»

Sull'apertura o chiusura dei servizi diurni per persone con disabilità ogni regione ha finora deciso in modo autonomo. La ministra Azzolina ipotizza di inviarli a domicilio, per supportare gli alunni in questo periodo di chiusura delle scuole. Gli educatori professionali dell'Associazione MILLE ci scrivono per esprimere le loro perplessità e le loro richieste

di Andrea Rossi e Fabio Ruta

Nel caos che in questi giorni si è creato per questa emergenza sanitaria, di cui tutti vediamo anche gli effetti psicologici e sociali, alcuni aspetti che riguardano i soggetti più fragili e vulnerabili rischiano di passare quasi inosservati. Alla stessa stregua, la considerazione deve valere per tutti quegli operatori dei servizi alla persona che lavorano in condizioni di particolare stress e pericolo e per quelli per i quali è tata disposta la sospensione temporanea dei loro servizi. Ci è apparsa e ci appare tutt'ora incomprensibile la logica secondo la quale i servizi diurni per disabili non hanno visto analoghi provvedimenti a livello centrale, come quelli disposti per università e scuole.

Si è lasciata la “patata bollente” alle autorità sanitarie locali. Nel migliore dei casi sono tardivamente intervenute alcune regioni (Veneto, Emilia-Romagna) a disporne la momentanea chiusura. In altri casi centri a distanza di pochi chilometri hanno visto scelte differenti ed opposte delle autorità locali.

Se da un lato si ritiene fondamentale garantire servizi alle persone disabili e spazio di respiro alle loro famiglie, dall'altro il bene primario da tutelare è la salute, tanto quella dei soggetti fragili quanto quella degli operatori che li assistono. Sappiamo bene che il Covid19 è particolarmente pericoloso – e in molti casi fatale – per soggetti vulnerabili o immunodepressi. Nei servizi per disabili vi sono frequentemente soggetti con problematiche di salute fisica, cardiologiche, diabetologiche, immunitarie, respiratorie. Altro elemento da non sottovalutare: con determinate fasce di utenza le prescrizioni proposte nei protocolli preventivi sono inapplicabili. Inapplicabili per la incapacità di persone con deficit cognitivi di adattarvisi, di rispettare una distanza prossemica (la fisicità nel lavoro con la disabilità è un aspetto fondamentale), per la presenza di sintomatologie frequenti come la scialorrea cronica.

Tutte queste ragioni avrebbero dovuto far propendere per scelte tempestive e protettive che sono mancate e che tutt'ora vengono rimbalzate a livelli regionali o locali. Noi chiediamo invece che vengano prese velocemente chiare determinazioni a livello centrale e che non si prosegua in logiche fai da te, con ricadute a macchia di leopardo. Soprattutto in ragione dei primi casi di operatori ed utenti di centri diurni contagiati, che sono un segnale preoccupante anche se ampiamente prevedibile.

Altro capitolo riguarda le scelte del Ministro della Istruzione Azzolina, rispetto agli educatori delle scolastiche da spostare ad interventi domiciliari di sostegno alla didattica per gli studenti con disabilità. Riteniamo anche qui che vi sia una sottovalutazione dei rischi e che il bene primario da tutelare sia quello della salute, ancor prima della didattica con supporti speciali. Vi è anche la errata persuasione che gli educatori debbano essere tuttologi e prestarsi repentinamente a cambi drastici di mandato. Non si chiede, a nostro avviso, ad esempio agli insegnanti di sostegno una così drastica disponibilità. Riteniamo dunque che quanto disposto dal Ministro vada ritirato. A partire dallo stop che arriva dalla capitale.

Oltre tutto questo potremmo lanciare forse, infine, lo slogan “Oltre al virus, la beffa". Veniamo contattati da molte colleghe e molti colleghi che – a fronte di altri enti che hanno correttamente altri istituti previsti – ci informano che a causa della sospensione dei loro servizi (che si prefigura protratta sino al cessate della emergenza) vengono imposte “ferie coatte". Ciò avviene sia in strutture private che in alcuni enti pubblici. Ricordiamo che in Lombardia e in altre realtà è stato raggiunto un accordo tra centrali cooperative e sindacati a tutela dei lavoratori colpiti, che può fare da apripista ad intese di più ampia portata. Ricordiamo ai lavoratori delle cooperative che è possibile attivare ammortizzatori sociali come i Fis ( Fondi di Integrazione Salariale). Per i dipendenti della scuola e delle Pubbliche Amministrazioni è stato approvato il DL numero 9 del 2 Marzo 2020, che all’articolo 19, comma 3 prevede che “i periodi di assenza imposti dai provvedimenti di contenimento del fenomeno epidemiologico da Covid-19 (…) costituiscono servizio prestato a tutti gli effetti di legge". Educatori ed operatori del servizio pubblico devono poter fruire di quanto disposto dal suddetto Dl al pari di tutti gli altri lavoratori della PA.

Invitiamo dunque Governo, Regioni, Aziende ed organizzazioni sindacali ad operare a tutela della dignità professionale degli educatori e degli operatori sociali dei servizi. Garantendo per i periodi di sospensione quanto sopra previsto ed evitando di colpire le ferie, che rappresentano un istituto assolutamente necessario per tutti i lavoratori e in modo particolarmente significativo per le helping professions: le più esposte al fenomeno dello stress lavoro-correlato e del burnout. Bisogna insomma curarsi anche di chi cura, senza considerare certi lavoratori di serie B.

In ultimo, ma di fondamentale importanza, il tema della sicurezza per tutte le colleghe ed i colleghi che continuano a lavorare in strutture residenziali o in progetti domiciliari (i quali dovrebbero essere ridotti a quelli strettamente necessari alla salute immediata delle persone e quindi, a nostro avviso, non didattico-educativi). Ogni necessaria procedura di sicurezza a tutela degli operatori deve essere assolutamente posta in essere e i dispositivi di sicurezza assicurati ad ogni lavoratore. Sicurezza, tutela dei diritti, dignità professionale.

PER LA ASSOCIAZIONE M.I.L.L.E/PROFESSIONI EDUCATIVE

Andrea Rossi (Presidente)

Fabio Ruta (Vicepresidente)

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