Lavoro sociale

Educatori e pedagogisti, appuntamento con l’albo

Entro il 6 agosto bisogna fare domanda di iscrizione ai due nuovi albi degli educatori professionali socio-pedagogici o dei pedagogisti. Tante le situazioni individuali non lineari, di persone che lavorano senza i titoli oggi previsti dalla legge. Che fare? Un dialogo con Silvio Premoli

di Sara De Carli

Il momento è di quelli “storici”, che segnano una svolta. Piaccia o non piaccia entro il 6 agosto bisogna fare domanda di iscrizione ai due nuovi albi degli educatori professionali socio-pedagogici o dei pedagogisti: gli albi sono previsti dalla legge 55 del 15 aprile 2024 e l’iscrizione è necessaria per continuare a svolgere queste professioni. In ogni regione, i Tribunali devono nominare un commissario, scelto tra i magistrati in servizio presso il Tribunale, che si occuperà di raccogliere le iscrizioni dei professionisti e quindi di indire le elezioni per i rappresentanti del relativo ordine professionale.

Al 5 luglio, riferisce l’Associazione Nazionale Pedagogisti, solo la Basilicata non aveva nominato un commissario, mentre più della metà dei commissari aveva già pubblicato le modalità per iscriversi all’albo e aperto le iscrizioni (qui la mappa). Indicazioni, modalità e documentazione da presentare si trovano sui siti dei Tribunali dei vari capoluoghi di regione.

Grande, comprensibilmente, è l’agitazione tra educatori e pedagogisti: soprattutto fra chi esercita da anni queste professioni ma non ha i titoli formali prescritti ora dalla legge. I “casi individuali” si moltiplicano, complicati dal fatto che per i pedagogisti la legge non ha previsto norme transitorie. Silvio Premoli professore ordinario in Pedagogia generale e sociale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica di Milano, un passato di 15 anni da educatore sul campo prima della scelta per l’accademia, settimana scorsa ha lanciato un gruppo whatsapp per sciogliere i dubbi dei colleghi. La cosa è esplosa in poche ore e oggi la community whatsapp ha sei gruppi aggregati e 3.400 iscritti, in continua crescita.

«Ci sono diverse realtà e associazioni che danno informazioni, a volta regione per regione a volte no. Ho aperto il gruppo perché tanti miei ex studenti mi facevano domande su “cosa bisogna fare”: spesso si tratta di questioni trasversali, con risposte che possono andare bene per tanti se non per tutti. Certo non immaginavo questi numeri», confessa Premoli. Chi ha situazioni particolari, poi, anche se si ritrova nella risposta data a un altro, vuole essere tranquillizzato da una risposta data proprio a lui: «È una cosa normale, a me non pesa rispondere a tutti, anzi», dice il professore. 

Professore, detto nella maniera più semplice possibile, cosa bisogna fare? 

Iscriversi al proprio albo entro il 6 agosto, anche se una regione ha già previsto tempi più larghi. Quindi da un lato prendiamoci qualche giorno per mettere insieme in maniera ordinata tutti i documenti, la scadenza non è dopodomani… ma d’altra parte non aspettiamo troppo.  

Come si fa?

Il Tribunale di ogni capoluogo regione ha individuato tra i suoi magistrati un commissario, incaricato di predisporre le modalità di iscrizione ai due albi, quello dei pedagogisti e quello degli educatori professionali socio-pedagogici, che saranno poi tenuti dall’Ordine professionale delle professioni pedagogiche ed educative. Ci sono state regioni velocissime e altre che sono un po’ più in ritardo. 

Tutti i pedagogisti e gli educatori devono iscriversi al rispettivo albo? 

Sì, se vogliono continuare a lavorare come educatori socio-pedagogici o come pedagogisti. Diciamo che a livello generale ci sono due macro situazioni. Da un lato c’è chi ha i titoli specifici previsti dalla legge 55/2024 per l’iscrizione all’albo: queste persone possono iscriversi in qualunque momento, anche dopo il 6 agosto, senza problemi. Io consiglio di farlo subito, per tre motivi: perché regolarizzano subito la loro posizione, perché così possono votare per eleggere il consiglio regionale del proprio ordine (e ovviamente candidarsi) e infine – ma non meno importante – perché così contribuiscono alla conta. Sapere quanti siamo infatti è fondamentale perché evidentemente l’ordine “peserà” più o meno a seconda del numero degli iscritti. Aggiungerei anche il fatto che ora non è previsto esame, poi la norma seppure in modo un po’ confuso fa riferimento ad un esame e in ogni caso dice che sarà il Consiglio dell’ordine a definire il regolamento per l’accesso all’albo. E questa è la condizione più “piana”.

Chi ha i titoli specifici previsti dalla legge 55/2024 per l’iscrizione all’albo può iscriversi in qualunque momento, anche dopo il 6 agosto. Consiglio di farlo subito, per tre motivi: perché regolarizzano la loro posizione, perché possono eleggere il consiglio regionale dell’ordine (e candidarsi) e per contribuire alla conta

Silvio Premoli

L’altra condizione, quella “meno facile”, qual è?

È quella di chi ha situazioni meno definite, più precarie o in cui può iscriversi all’ordine sulla base di una deroga. È anche quella di chi non ha i titoli ma lavora da anni in questo campo, persone spesso di grande spessore umano e professionalità. Tutti loro devono assolutamente presentare domanda per l’iscrizione all’albo entro il 6 agosto. Penso per esempio alla Lombardia, che per affrontare la drammatica penuria di educatori che i servizi stanno vivendo ormai da qualche anno, nel maggio 2022 con una delibera ha previsto in deroga la possibilità di far lavorare come educatori nei servizi educativi anche persone con titoli di studio diversi dalla laurea triennale in scienze dell’educazione (L19): c’erano una decina di titoli ammessi in deroga*. Per chi è in possesso di uno di questi titoli, l’iscrizione all’albo degli educatori professionali socio-pedagogici è possibile solo durante il periodo di prima applicazione della legge. Al termine di questa prima fase, non sarà più possibile accedere all’albo. Un altro elemento di cui tenere conto è che la laurea quadriennale vecchio ordinamento in scienze dell’educazione vale solo per l’iscrizione all’albo pedagogisti ma non per quello degli educatori, salvo situazioni in deroga. 

Io penso che la valutazione delle richieste di iscrizione di chi non ha i titoli previsti dalla legge dovrà per forza essere fatta in modo molto inclusivo, sia perché diversamente il sistema dei servizi implode

La valutazione di queste posizioni quindi verrà fatta solo in questa prima fase o comunque si immagina che in questa prima fase di transizione possa essere per così dire “più morbida”?

Io penso che la valutazione di queste richieste di iscrizione dovrà per forza essere fatta in modo molto inclusivo, sia perché diversamente il sistema dei servizi implode sia perché se ci saranno ricorsi al Tar si blocca tutto il processo della formazione degli albi. E lo dico da persona che è sempre stata molto rigida sulla necessità di un titolo per fare l’educatore e il pedagogista, ma in questa fase davvero il sistema salterebbe. 

L’albo e l’ordine saranno una svolta, in un momento in cui il mondo degli educatori tra dimissioni e nuovi operatori introvabili – come ha scritto di recente Animazione Sociale – sta affrontando il suo “cigno nero”? 

Non sono un fautore dell’ordine della prima ora… ma questa è la finestra di opportunità di cambiamento che c’è oggi. È l’unica novità che in questo momento può cambiare le cose. Sì, credo che questo sia un momento di svolta, è una cosa bella e importante ma nel nostro mondo tantissime persone non hanno i titoli previsti dalla legge per esercitare la professione un po’ per responsabilità individuali ma un po’ anche per responsabilità di chi per anni li ha fatti lavorare senza titolo e anche di scelte politiche che hanno tenuto al ribasso i servizi educativi. Adesso non è giusto che siano solo gli individui a pagare il prezzo, peraltro con un prezzo così alto come la perdita del lavoro. Non è giusto e non è sostenibile, perché tra l’altro queste persone sono indispensabili per tenere in piedi i servizi. Quindi è un momento importante in cui tutti sono chiamati ad avere molta responsabilità. Il silenzio delle cooperative sociali, o meglio delle sue organizzazioni di secondo livello, in questa fase mi preoccupa: non hanno mai visto di buon occhio l’ipotesi dell’ordine, d’accordo, ma ormai la strada che il legislatore ha scelto è questa… Nelle cooperative sociali lavorano a spanne il 70% degli educatori: come si posizionano? Che senso ha non lavorare affinché questo ordine che sta per nascere sia il migliore possibile, orientato alla tutela dei destinatari degli interventi educativi?

Non è giusto che siano solo gli individui a pagare il prezzo. Non è giusto e non è sostenibile

C’è qualche nodo particolarmente problematico?

Quello che riguarda i pedagogisti. La legge 205/2017 non ha previsto norme transitorie rispetto a chi esercitava da anni la professione di pedagogista. Molte persone così in questi giorni sono preoccupatissime perché non c’è nessuna norma esplicita se non un piccolo pertugio scritto nella legge 55, che prevede che in prima applicazione l’iscrizione all’albo dei Pedagogisti sarà consentita a chi ha operato per almeno tre anni nelle discipline pedagogiche ottenendo riconoscimenti in tale campo a livello nazionale o internazionale.

Qual è il sentire che avverte, dalle interazioni con chi segue la chat?

Per chi ha i titoli specifici a posto, la preoccupazione è quella di avere balzello annuale che tra quota annua e obbligo formativo impoverisca ulteriormente la situazione personale dei professionisti. Per chi non ha il titolo ovviamente la preoccupazione è quella di non sapere cosa fare e di rimanere senza lavoro.

Il suo consiglio qual è?

Se si ha una situazione particolare, quello di non limitarsi a presentare delle autocertificazioni ma portando tutta la documentazione che supporti la propria posizione. Manca un mese, prendiamoci il tempo per preparare per bene il materiale. Mi sento anche di fare un invito perché soprattutto in questo momento estivo rischiano di esserci moltissime persone che non sanno della scadenza del 6 agosto: chi conosce qualcuno che lavora come educatore o pedagogista… lo avvisi.

*I titoli in deroga per la Lombardia sono i seguenti:

  • diploma di maturità magistrale/liceo sociopsicopedagogico;
  • diploma di abilitazione all’insegnamento nelle scuole di grado preparatorio;
  • diploma di dirigente di comunità;
  • diploma di tecnico dei servizi sociali e assistente di Comunità infantile; operatore servizi sociali e assistente per l’infanzia;
  • vigilatrice di infanzia;
  • puericultrice;
  • diploma tecnico dei servizi sociosanitari;
  • Laurea in Scienze e Tecniche psicologiche L24
  • Laurea LM-51;
  • Laurea in Sociologia L40 – LM-88;
  • LM‐50 Programmazione e Gestione dei servizi educativi;
  • LM‐57 Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione continua; LM‐85 Scienze pedagogiche
  • LM‐93 Teorie e metodologie dell’e‐learning e della media education.


Foto di Photoshot/Sintesi


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