Formazione
Educare alla vita, lavoro quotidiano
Progetti personalizzati per ogni persona disabile: ecco il metodo scelto dalla Cooperativa sociale Solidarietà Intrapresa
Dove oltre dieci anni fa c?era un gruppo di volontariato oggi c?è una realtà che ha allargato gli orizzonti da Forlì a un?area molto più ampia. Si tratta della cooperativa sociale ?Solidarietà Intrapresa?, sorta nel 1988. «La cooperativa», racconta Davide Benini, presidente e fondatore di ?Solidarietà Intrapresa?, «è nata nel 1988 sulle radici di un?esperienza forlivese di volontariato e condivisione con alcune persone disabili che nel tempo si era scoperta inadeguata alla complessità delle domande poste, come lavoro, assistenza e stabilità di relazioni». Ecco allora l?idea, la scommessa di dare vita a una forma stabile come una cooperativa di inserimento lavorativo di persone disabili. Benini va a incontrare Lorenzo Crosta, fondatore della cooperativa Solidarietà di Venegono (cittadina in provincia di Varese). «L?incontro con questa realtà sollecitò soprattutto il desiderio di poter vivere la stessa esperienza di stupore e di riconoscimento nella realtà di una Presenza che quotidianamente si incarna nelle cose da fare», spiega Davide Benini. «Non mi interessava replicare un modello: erano diverse le persone implicate, il contesto economico, le possibilità del mercato locale».
Nasce così il primo laboratorio che accoglie quattro persone disabili in regime di borsa lavoro. Tuttavia le difficoltà di questa impostazione si fecero presto sentire, dopo due anni la scommessa viene rilanciata dando una nuova fisionomia alla risposta che si voleva dare. Viene fatta la prima convenzione con un ente pubblico, l?Ausl di Forlì, per il Centro Socio-Occupazionale ed Educativo: «una struttura sperimentale per il metodo e la fisionomia: le attività occupazionali sono tramite fondamentale dell?intervento educativo». Due anni ancora e il settore di carpenteria leggera diventa indipendente, oggi ha rapporti con aziende a livello nazionale per le quali realizza lavori finiti nel settore meccanico, qui si inserisce anche l?attività di diagnostica occupazionale avanzata: in pratica, come spiega Monica Pozzi, responsabile dell?équipe di progettazione, i disabili intervengono in una parte della lavorazione, in base alle loro effettive capacità. «Nel laboratorio il lavoro è uno strumento di incontro», sintetizza Monica Pozzi.
Negli anni la cooperativa cresce e amplia sempre più i suoi orizzonti. Iniziano nuovi progetti come quello di un Centro di Reinserimento sociale per persone ex tossicodipendenti condotto con quello gemello di Codigoro, nel ferrarese. In quegli stessi anni, siamo nel 1992, viene acquistata una casa colonica da ristrutturare a Castiglione nel ravennate. «Restava aperto il problema del dopo-famiglia per le persone che avevamo incontrato. Ci arrivavano domande sempre più pressanti da parte degli enti pubblici che riponevano stima nella nostra impostazione educativa», ricorda Davide Benini. «Nel 1994 aprimmo la prima struttura residenziale, un Gruppo appartamento che ospitava otto disabili». Oggi la cooperativa conta su otto case famiglia, due sono dedicata a persone con difficoltà di tipo psichiatrico, dove vengono ospitate stabilmente settantacinque persone. La casa famiglia di Castiglione, la prima struttura acquistata, è stata inaugurata solo quest?anno ed è stata chiamata ?Jurodivye?, «sono santi russi che corrispondono ai nostri giullari, folli di Dio», spiega Monica Pozzi «appaiono stolti agli occhi degli uomini ma si fidano della saggezza di Dio». Alla cooperativa fanno capo anche tante altre realtà come i Centri socio occupazionali ed educativi aperti oltre che a Forlì, a Cesena, a Savio di Ravenna e a Portomaggiore in provincia di Ferrara.
Esserci per incontrare,ecco il segreto
?Esserci per accompagnare il vivere e il lavoro?: è questo uno degli slogan scelti dalla cooperativa ?Solidarietà Intrapresa? che, nata con lo scopo di promuovere l?inserimento di persone disabili nella vita attiva, è oggi diventata una costellazione di servizi con un proprio caratteristico metodo educativo.
Un metodo in cui il primato viene dato alla persona, ospite od operatore. «Fin dal principio», racconta Monica Pozzi, responsabile dell?équipe, «ci siamo resi conto che l?adeguatezza delle risposte proveniva non solo da tentativo di costruire nuove realtà che aderissero ai bisogni che man mano incontravamo, ma anche e soprattutto dalla capacità di farlo in modo riflesso, ragionevole, tanto da aiutare per esempio chi lavora con noi a educare sé allo stesso dipo di coscienza, a ?esserci? nel rapporto con le persone e con la realtà che li circonda, capacità che è al centro del nostro approccio educativo». In sintesi il metodo si riassume nelle parole: ?incontrare la persona?. Nelle case famiglie gli operatori hanno un ruolo da ?fratelli maggiori? che hanno la responsabilità di affermare il valore educativo di ogni azione.
Una delle formule originali della cooperativa che ha appena compiuto i dieci anni di vita è il Centro Polivalente di Forlì dove attività socio-riabilitative e socio-occupazionali possono essere integrate nello stesso percorso.
La scheda
NOME SOLIDARIETÀ INTRAPRESA
COOPERATIVA SOCIALE
INDIRIZZO via Bersanti, 29/31/33
47100 – Forlì
TELEFONO 0543/722777
COORDINATORE Davide Benini
SCOPO Promuovere l?inserimento di persone
disabili nella vita attiva attraverso
il lavoro e attività educative
ANNO DI NASCITA 1988
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