Provate a fare senza

Edoardo: senza l’aiuto di Exodus, impossibile uscire dalla droga

Come sarebbe l'Italia senza le realtà del Terzo settore impegnate a dare sostegno a chi ha problemi di dipendenza? In questo viaggio distopico, al centro di VITA magazine di marzo, abbiamo incontrato Edoardo, prima ospite e ora operatore di Exodus: «Non sarei mai riuscito a cambiare la mia vita. Forse avrei fatto la fine di tanti amici che sono morti»

di Ilaria Dioguardi

«Ho fatto abuso di tante droghe: dall’eroina alla cocaina, dalle pastiglie alla cannabis». A parlare è Edoardo, 32 anni. Quattro anni fa è entrato nella comunità Exodus di Milano, dove è rimasto per tre anni. È ancora lì, ma oggi lavora come operatore. «Ad un certo punto della mia vita, mi sono accorto che non stavo vivendo ma sopravvivendo. Prima della comunità vedevo il mio futuro tra solitudine e problemi, ora lo immagino con le mie amicizie “sane” e voglio costruirmi una famiglia».

Quando ha conosciuto Exodus?

Sono entrato in comunità nel 2021, avevo 28 anni. Prima vivevo da solo, lavoravo e avevo una vita abbastanza regolare. Ma avevo problemi di droghe, tutte le droghe possibili e immaginabili: dalla cocaina all’eroina, pastiglie, cannabis. Ho fatto abuso di tutto. Facevo uso di cocaina da sei anni, di eroina da tre. Da quando avevo 14 anni partecipavo a rave e feste con uso di droghe. Mi sono ritrovato a fare una vita un po’ sregolata. Mi sono accorto che finivo di male in peggio, non per problemi legali ma perché non stavo vivendo ma sopravvivendo. Ormai la mia vita era diventata la droga, anche se riuscivo a lavorare, a stare in casa, a mantenermi.

Di mia volontà ho deciso di provare a smettere. Da solo, però, ho visto che non era possibile, non ci riuscivo. Mi sono informato, su internet ho trovato che c’era il Servizio pubblico per le dipendenze patologiche – SerD. Ho fatto un anno di SerD, mi ha supportato con colloqui, con uno psicologo, farmaci. Passato un anno, mi hanno detto: «Finché non vai in un posto chiuso, finché sei in libertà e fai la tua vita così, non riuscirai mai a smettere di drogarti». Mi hanno consigliato loro di andare in comunità.

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