Economia

Editoria: Mediacoop, governo riveda contributi

Lo afferma l'associazione dei media cooperativi e non profit

di Redazione

Il governo riveda le norme relative all’erogazione dei contributi all’editoria. La richiesta giunge da Mediacoop, l’associazione nazionale delle cooperative editoriali e della comunicazione, e dei Media non-profit, che oggi ha riunito a Roma la propria assemblea nazionale per un esame della situazione dell’informazione e del mercato editoriale. “Se il governo confermera’ che le somme complessivamente stanziate nel bilancio dello Stato per l’editoria costituiscono il limite massimo di spesa entro il quale erogare i contributi pubblici al settore, assestera’ un altro duro colpo -sottolinea Mediacoop- al gia’ insufficiente pluralismo dell’informazione, in quanto l’incertezza dell’ammontare dei contributi, che vengono erogati entro l’anno successivo, inficierebbe bilanci gia’ approvati e certificati, mettendo cosi’ a serio rischio la sopravvivenza di numerose teste, soprattutto cooperative e non-profit”.

“Avevamo apprezzato -sottolinea Lelio Grassucci, presidente di Mediacoop- l’annuncio del sottosegretario Bonaiuti di voler confermare la scelta dei contributi diretti, decisivi per garantire il pluralismo, e la sua affermazione che spetta al Parlamento la ridefinizione dei soggetti fruitori e la garanzia dell’erogazione dei contributi nei termini di legge”. Adesso, invece, secondo Mediacoop, quanto stabilito nel decreto legge approvato dall’ultimo Consiglio dei ministri “delinea un intervento attraverso norme di semplificazione che, a fronte di uno squilibrio finanziario tra stanziamento e fabbisogno, finisce per modificare norme e ridurre diritti sostanziali, senza alcun criterio ed indirizzo propri nella delineazione delle deleghe, affidando al governo un potere del tutto discrezionale”.Del resto, sottolinea Mediacoop, “quello di uno squilibrio insostenibile tra stanziamenti e fabbisogno per legge e’ un nodo che si trascina da anni. Nel corso del 2008 per coprire il fabbisogno del Dipartimento Editoria occorrono ancora almeno altri 170 milioni. Ed e’ indispensabile che, in occasione dei provvedimenti in corso di adozione da parte del governo, unitamente al Dpef, si provveda a reperire gli stanziamenti necessari”.

I gap tra stanziamenti e fabbisogno, secondo Mediacoop e Media non-profit, “va risolto una volta per tutte adottando la strategia di stabilizzare la quantita’ delle risorse da destinare al settore dell’editoria, cercando eventuali risparmi esclusivamente attraverso l’eliminazione di abusi o di norme che permettono un uso improprio delle risorse pubbliche”. “Siamo convinti -dice Grassucci- che occorrano corridoi di accesso alle risorse piu’ stretti e la ridefinizione delle caratteristiche dei soggetti ammissibili; in ogni caso siamo contrari alla soppressione dell’intervento pubblico ed a tagli indiscriminati ed uguali per tutti”.- Un’ipotesi, quest’ultima, che secondo Mediacoop “finirebbe per colpire in modo grave le realta’ editoriali non-profit e le cooperative di giornalisti che sono rimaste oggi, gli unici editori puri e che hanno come scopo sociale quello di fare informazione e cultura, rappresentando un fattore di arricchimento della pluralita’ delle imprese sul mercato ed il pluralismo dell’informazione”. Da Mediacoop giungono comunque al governo ed alle forze politiche alcune proposte per avviare un processo di riforma e di stabilizzazione del fabbisogno: stabilire uguali diritti ed uguali requisiti per tutte le cooperative editoriali sulla base di quanto previsto per le cooperative di giornalisti dalla legge 416, confermando il carattere di diritto soggettivo dei contributi pubblici; introdurre un nuovo criterio aggiuntivo ai fini dell’assegnazione dei contributi che sia legato al numero dei giornalisti dipendenti; limitare lo sconto per le vendite in blocco al 50% del prezzo indicato in copertina. E ancora: prevedere, tra i requisiti per l’accesso ai contributi, la presenza delle testate quotidiane nelle edicole del territorio di riferimento, per almeno il 30% celle stesse nel caso di giornali nazionali e in almeno il 40% per i giornali locali; riformare le norme sulle agevolazioni postali, avendo riguardo per i soggetti piu’ deboli, stabilendo per i fruitori dei tetti ed il divieto di distribuzione degli utili; prevedere un sostegno per la crescita degli abbonamenti nelle varie forme; destinare una quota di almeno il 10% della pubblicita’ istituzionale all’editoria cooperativa e non-profit. Infine, incentivare l’informatizzazione delle edicole al fine di monitorare complessivamente la filiera della produzione alla vendita ed alle rese.


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