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Gli italiani e l’energia: sì al green, ma senza forzature

Da rapporto Edison Censis emerge più consapevolezza sul ruolo positivo della transizione energetica per il caro bollette. No agli obblighi di legge per velocizzare il passaggio. Poca l'informazione sulla fine del mercato tutelato. Meno della metà dei nostri connazionali sa cos'è una comunità energetica

di Nicola Varcasia

Sette italiani su dieci dichiarano di aver ridotto i consumi di luce e gas e continuerebbero a farlo anche con un ribasso dei prezzi dell’energia. Inoltre, più di sei su dieci sono aperti all’innovazione e all’autoconsumo. Anche se il sì al green non è apprezzato quando viene imposto per legge, con forzature costose e inique. E ci vorrebbe più informazione, sia sulla fine del mercato tutelato, sia sulle comunità energetiche. Sono alcune delle evidenze emerse del rapporto Italiani e sostenibilità: tra sobrietà, transizione energetica e benessere, presentato da Edison energia e Censis. Giunto alla sua terza edizione, lo studio vuole aiutare a comprendere la percezione sociale della sostenibilità ambientale e di alcuni suoi risvolti sociali. In particolare, quelli che riguardano i comportamenti e le pratiche che le persone adottano o sarebbero disposte ad adottare in materia di gestione e consumo di energia nel loro quotidiano.

Soluzioni intelligenti

«Pur con fatica, in corso d’anno gli italiani hanno maturato un consumo più sobrio e consapevole dell’energia nel quotidiano. Non hanno intenzione di tornare ad abitudini energivore e sono contrari all’imposizione per legge, dall’alto dell’acquisto di condizionatori, caldaie, auto elettriche e similari. La sobrietà energetica è l’esito di una nuova consapevolezza soggettiva degli italiani. Cresce la quota di italiani propensa a soluzioni intelligenti, come il monitoraggio puntuale dei consumi o le forme di autoproduzione. Il terzo rapporto certifica che è in atto una maturazione della cultura sociale dell’energia degli italiani», ha spiegato Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis.

Non solo prezzo

Il rapporto 2023 mostra infatti che l’inflazione dei prezzi dell’energia, e il caro vita in generale, hanno reso urgente e necessaria la sobrietà dei consumi. Nel 2023, il 71,5% degli italiani dichiara di aver ridotto i consumi di illuminazione e riscaldamento grazie all’adozione di comportamenti improntati alla sobrietà energetica. E il 71,2% degli intervistati continuerebbe il nuovo stile di vita sostenibile anche se i prezzi tornassero a livelli più bassi. Il prezzo resta dunque il fattore prioritario che guida le scelte di acquisto energetico per il 54,3% delle persone, tuttavia il 64,3% di esse è alla ricerca di servizi e soluzioni innovativi e utili per la vita domestica e quotidiana.

Verso l’autoproduzione

Il rapporto 2023 evidenzia inoltre come la relazione degli italiani con l’energia ha ampie potenzialità di sviluppo, inclusa la disponibilità ad adottare soluzioni di autoproduzione. Le comunità energetiche sono un esempio di questo trend, anche se la loro notorietà è ancora piuttosto bassa.

Il 69,8% dei consumatori dichiara poi di apprezzare offerte per l’installazione di impianti per l’autoconsumo, dagli impianti fotovoltaici ai sistemi di accumulo. È un apprezzamento che riguarda trasversalmente territori e gruppi sociali. Infine, il 67,1% delle persone cerca un fornitore che li aiuti nell’organizzazione dei consumi energetici e l’80,5% apprezza soluzioni di monitoraggio puntuale.

Nuove abitudini

«Se da anni veniva richiamata la necessità di una nuova sobrietà energetica a cui associare stabilmente nuove abitudini di consumo, oggi il post covid e più ancora i conflitti in corso e le relative conseguenze sul prezzo dell’energia hanno accelerato i tempi, rendendo le famiglie italiane sempre più consapevoli ed evolute rispetto ai loro consumi energetici», ha sintetizzato Massimo Quaglini, amministratore delegato di Edison energia.

Quando esci spegni la luce

Quanto ai comportamenti delle persone, lo studio mostra una certa maturità nei comportamenti: il 94,4% degli italiani spegne sempre la luce uscendo da una stanza, il 79,9% spegne i dispositivi in stand by, il 93,8% usa lampadine led e a risparmio energetico, l’86,4% ottimizza l’uso del condizionatore, l’86,4% quello del riscaldamento in inverno, l’83,2% l’uso della lavatrice e/o della lavastoviglie, il 72,1% quella del piano cottura e il forno per cucinare. Il 47,7% usa più spesso l’acqua fredda per lavarsi, il 44,1% ha ridotto le docce, il 25,2% fa meno docce usando acqua fredda. Il 32,6% degli italiani ha adottato almeno 8 comportamenti di maggiore sobrietà su 9 analizzati, il 53,8% tra 5 e 7 comportamenti di sobrietà e il 13,6% al massimo quattro comportamenti improntati ad una più alta sobrietà. La sobrietà sembra dunque essere entrata nell’agire quotidiano.

No alle forzature

Attenzione agli obblighi e ai salti in avanti però. Per l’86,7% degli italiani consumare meno energia è un comportamento ideale da perseguire per una società meno inquinata, più sostenibile. Ne sono convinti l’81,5% dei più giovani, l’85,7% degli adulti e il 92,3% degli anziani. Tuttavia, per il 79,7% degli italiani non si può obbligare le persone ad acquistare auto, condizionatori o caldaie più sostenibili a proprie spese. Ne sono convinti l’84,9% dei bassi redditi e il 66,8% dei redditi oltre i 50 mila euro

Comunità energetiche da scoprire

«Il rapporto mette in luce gli aspetti salienti dell’impatto della transizione energetica sui consumatori, il cui ruolo risulta fondamentale al fine di supportare i cambiamenti in atto nel panorama energetico europeo ed italiano. In questa direzione muovono le direttive europee di ultima generazione, che promuovono nuovi modelli di generazione distribuita, come le comunità energetiche, in grado di produrre sui territori benefici sia ambientali, tramite la produzione di energia rinnovabile, sia sociali, in termini di lotta alla povertà energetica ma anche economici, incrementando l’occupazione e lo sviluppo delle comunità locali», è la riflessione di Gabriella De Maio, professoressa di diritto dell’energia all’Università degli studi di Napoli, intervenuta alla presentazione milanese dello studio assieme a Valerii e Quaglini.

Contro la povertà energetica

Proprio in tema di comunità energetiche che, secondo lo studio sono conosciute solo dal 42,8% degli italiani (di cui appena il 7,1% bene), Edison ha annunciato un programma per realizzare una serie di comunità energetiche solidali, la prima delle quali verrà inaugurata in questo mese e Palermo. Il progetto delle comunità energetiche solidali verrà realizzato attraverso la fondazione Eos – Edison orizzonte sociale e la fondazione Banco dell’energia.

Verso la libera scelta

Lo studio condotto da Edison e Censis offre infine una fotografia anche rispetto al tema molto attuale della fine del mercato tutelato. Emerge in questo ambito ancora troppa confusione per i consumatori: si dichiarano a conoscenza dell’annunciata svolta solo il 33,3% degli italiani in modo puntuale e preciso, il 45,9% a grandi linee mentre il 20,8% non ne è a conoscenza. Si stimano perciò in oltre dieci milioni i consumatori non a conoscenza di quanto dovrà accadere nei mercati dell’energia. Il 77,2% degli italiani sa comunque se attualmente per luce e gas i suoi contratti si collocano nel mercato tutelato o in quello libero, il 14,6% non lo sa per entrambe le forniture e l’8,2% per almeno una delle due. Sette milioni sono all’oscuro del mercato di appartenenza di entrambe le forniture di luce e gas e 11,4 milioni per uno dei due. 2,5 milioni i consumatori nei mercati tutelati o di gas o di energia elettrica non sono a conoscenza della deadline prevista. L’80,3% giudica le informazioni sull’evoluzione attesa del mercato dell’energia ancora troppo complicate e confuse, inadatte ad aiutarli.

La foto in apertura da Pixabay


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