Sostenibilità

ed ora il nucleare non è più un tabù

La scelta del Comitato etico di Bnl per ,Telethon

di Redazione

Da quest’anno il Fondo Bnl per Telethon potrà investire in aziende legate al nucleare. È quanto ha deciso, dopo una lunga discussione, il Comitato etico del fondo presieduto dall’ambasciatore Amedeo De Franchis. I fenomeni legati ai cambiamenti climatici e il crescente fabbisogno energetico, infatti, a quanto emerge dal Rapporto sull’operato del comitato e sulla gestione etica per l’anno 2008 – presentato giovedì 26 febbraio -, costringono imprese e governi a rivedere le proprie politiche e strategie di investimento nel settore energetico e rendono, quella nucleare, una opzione possibile.
Una scelta importante, che sicuramente segna una piccola svolta, che è stata accuratamente meditata, ma che ha fatto e farà discutere. Non è infatti un caso che l’anno scorso la stessa questione sia stata affrontata dal Fondo etico Aureo Gestioni che confermò il no al nucleare. In questo caso, invece, gli indirizzi del Comitato etico di Bnl Telethon sono stati diversi. Per quanto la tempistica sia sicuramente casuale – è di questi giorni l’accordo Enel – Edf per la costruzione di quattro centrali nucleari di terza generazione in Italia -, è piuttosto simbolico che le due “aperture” avvengano quasi in contemporanea e il dibattito è più che mai aperto.
Il Fondo conferma l’orientamento che consiste nel privilegiare politiche e aziende che promuovano il risparmio energetico e l’attività di ricerca-sviluppo-impiego di fonti rinnovabili, e subordina l’investimento nel settore nucleare «ad una serie di condizioni riguardanti le strategie e i sistemi di gestione relativi ai rischi ambientali e di sicurezza» ma crea un precedente e apre un varco. Come recita il verbale della riunione, il Comitato etico, «ha ritenuto che anche la produzione di energia nucleare rappresenti un’opzione possibile per far fronte ai problemi ambientali legati all’uso dei combustibili fossili ed alla crescente domanda globale di energia».
La decisione da un lato evidenzia la necessità della finanza etica di cercare rendimenti, innovando i suoi prodotti, non escludendo alcuni settori a priori, ma premiando quelle aziende che nel loro settore raggiungono certi standard di responsabilità sociale.
Dall’altro si conferma indirettamente la debolezza delle fonti rinnovabili che appaiono ancora troppo fragili, incapaci di sostituire, tanto nel breve, quanto nel medio periodo i combustibili fossili.
E così appare più chiaro quanto recentemente affermato da Luigi Paganetto, presidente dell’Enea: «È in atto una grande competizione internazionale che ha come posta in gioco le tecnologie di sequestro del carbonio, le rinnovabili, il biocombustibile e il nucleare. La partita va giocata a tutto campo». Significativo poi che questo avvenga proprio in un momento di forte recessione e quindi con prospettive di ulteriore diminuzione dei consumi e con il petrolio sui minimi del 2003. Ma probabilmente i 150 dollari al barile dell’estate 2008 hanno lasciato il segno e spingono a posizionarsi per tempo.

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