L aura Curino è nata a Torino il 26 gennaio 1956. È tra i fondatori del Laboratorio Teatro Settimo. Quando con Gabriele Vacis cominciò a pensare a un testo sugli Olivetti, a metà degli anni 90, cominciavano i tempi duri per Ivrea. Ivrea è oggi un paradiso perduto. Finiti i tempi in cui si poteva incontrare Lana Turner al caffè, e Doris e Constance Dowling, che fece perdere il cuore e la vita a Pavese. «Il primo oggetto di design che entrò in casa mia», ricoda la Curino, «fu una Lettera 32. La mia prima macchina da scrivere. C’era qualcosa di estremamente emozionante nello scrivere a macchina. I miei scritti, quando uscivano dal rullo, assumevano magicamente dignità di testi». Con l’aiuto di biografie, interviste, testi letterari (indispensabile è stata l’arguta descrizione che di lui fa Natalia Ginzburg in Lessico famigliare ) sono state ricostruiti la vita, le figure che gli ruotano attorno, l’ambiente e le imprese. Le voci narranti sono state affidate a due personaggi fondamentali della sua storia: la madre, Elvira Sacerdoti, e la moglie, Luisa Revel.
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