Non profit
ECUADOR. Stop a proventi petroliferi di multinazionale francese
La decisione del governo ecuadoriano arriva dopo che la compagnai petrolifera Perenco non ha saldato un debito di 350 milioni di dollari. "E in Perù la Perenco sta distruggendo le tribù indigene", denuncia l'ong Survival
di Redazione
Sono stati congelati in Ecuador i proventi dell’attività petrolifera della Perenco, la compagnia francese chiamata a trasformare l’economia del Perù.
L’annuncio è stato dato da PetroEcuador che, stando alle informazioni pervenute, bloccherà i ricavi di ben 720mila barili di petrolio. All’origine del provvedimento c’è il mancato rispetto dei termini di scadenza per il saldo di un debito di 350 milioni di dollari da parte della Perenco nei confronti del governo ecuadoriano.
Ironicamente, la decisione dell’Ecuador giunge poco dopo le altisonanti dichiarazioni degli alti funzionari peruviani, secondo i quali l’attività della Perenco sarebbe destinata a trasformare l’economia del Perù. La Perenco spera di sfruttare quella che è ritenuta essere la scoperta petrolifera più importante effettuata in Perù negli ultimi trent’anni, una scoperta che il Presidente Garcia ha voluto celebrare recandosi personalmente sul posto. Da allora, l’ex Ministro all’Energia ha più volte espresso la speranza che il giacimento riesca a trasformare il Perù da importatore a esportatore netto di petrolio. Allo stesso tempo, il Presidente della “Commissione Idrocarburi” dell’associazione commerciale energetica, petrolifera e mineraria ha recentemente dichiarato di auspicare che la Perenco possa aiutare ad azzerare il deficit di petrolifero e gas del Perù, ammontante a miliardi di dollari.
Nella regione in cui opera la Perenco abitano almeno due tribù incontattate. L’organizzazione nazionale dei popoli indigeni peruviani, l’Aidesep, ha proposto la creazione di una riserva, ma a tutt’oggi l’area non è stata protetta. Survival sta esortando la Perenco a cessare immediatamente ogni attività nella zona.
Non si hanno certezze sull’identità delle tribù. Una di esse è nota con il nome di Taromenane e si ritiene possa essere un sotto-gruppo dei famosi Waorani, mentre l’altra è conosciuta con il nome di Pananujuri.
“Lo svolgimento di attività petrolifere nelle terre delle tribù incontattate porterà alla loro distruzione” ha commentato oggi il direttore generale di Survival, Stephen Corry “E costituisce una violazione sia della legge internazionale sia della Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni dell’Onu. Dobbiamo smettere di distruggere dei popoli, a prescindere dal fatto che ciò avvenga per il presunto bene di altri.”
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