Volontariato
Ecstasy, lo sballo a prezzi di saldo
Il mercato delle droghe sintetiche ha fatto boom: lo denuncia lOnu. Cosa fare? In Italia in attesa dellapprovazione della legge Fini le forze dellordine navigano a vista.
di Redazione
L?invasione delle droghe sintetiche sta rivoluzionando il mercato degli stupefacenti. Il direttore esecutivo dell?ufficio antidroga dell?Onu, Antonio Maria Costa ha recentemente fornito i dati: nel mondo ci sono 42 milioni di consumatori di metafetamine, anfetamine ed ecstasy, mentre sono 30 milioni gli eroinomani e altrettanti i cocainomani. Un fenomeno talmente preoccupante che quest?anno ha costretto le Nazioni Unite a stilare il primo Rapporto mondiale sulle droghe sintetiche.
Il terremoto, però, non riguarda solo le cifre. Francesco Petracca è il direttore centrale dei servizi antidroga (Dcsa). In un?intervista rilasciata a PoliziaModerna, il mensile ufficiale della Polizia di Stato, ha ammesso le difficoltà nel controllo sulle droghe sintetiche: “Queste sostanze non hanno un?origine chiaramente identificabile, sono prodotte all?interno di laboratori artigianali, utilizzando ingredienti liberamente acquistabili sul mercato”. Poi parlando dei consumatori ha aggiunto: “Prendono l?ecstasy in discoteca, senza bisogno di lacci o siringhe”. Quanto sia difficile intercettare questi ragazzi lo conferma l?analisi incrociata dei dati del consumo e dei sequestri delle nuove sostanze. La Relazione sullo stato delle tossicodipendenze – 2002 testimonia, rispetto ai tre anni precedenti, un sostanziale assestamento dei consumi (che per ecstasy e anfetamine si colloca intorno al 3% della popolazione studentesca). Sul versante sequestri, il dato del 2003, 223.213 compresse sequestrate, è impressionante rispetto a 10 anni fa (36.847 sequestri), ma in calo rispetto al 2000 (491.261), 2001 (308.031) e 2002 (382.708). “Numeri poco confortanti rispetto ai consumi reali”, ammette un alto funzionario dei servizi operativi antidroga che preferisce mantenere l?anonimato. “Ad oggi”, continua la nostra fonte, “non siamo ancora riusciti a mettere le mani su grandi organizzazioni, intercettiamo solo i pesci più piccoli, e i ritardi negli aggiornamenti delle liste delle sostanze vietate non aiutano”.
Il padrino della pillola
Droghe invisibili e consumatori puliti. La proposta di riforma della legge quadro avanzata da Fini, mette infatti al bando ?solo? 324 sostanze. Escludendo, per esempio, il 2C-i, la nuova pasticca dello sballo, ancora sconosciuta in Italia, che sta spopolando in Inghilterra, inventata dal ?padrino della pillola?, Alexander ?Sasha? Shulgin. Dagli anni 70 ad oggi, questo professore ultrasettantenne ha già sperimentato oltre 200 tipi di pillole. La sua ultima trovata, però, sembra diabolicamente coniugare aspettative di clienti (“i colori appaiono più intensi, la musica più sensuale e ci si sente molto più energici”), alle pretese degli spacciatori: a Liverpool il 2C-i è venduto a 45 sterline al grammo. Una manna per i dealers che di questi tempi intascavano solo 1 sterlina per ogni ecstasy (in discoteca una bottiglia d?acqua costa 2,5 sterline).
Tornando in Italia dove le pasticche costano ancora dai 10 ai 15 euro, non solo le forze dell?ordine, ma anche gli operatori sociali si stanno interrogando sul come intervenire. Carlo Forquet, direttore della rivista della Comunità di San Patrigano, parla di “giovanissimi senza alcuna percezione di essere tossicodipendenti. Su 400 ragazzi che hanno iniziato la terapia nell?ultimo anno, 150 hanno come droga primaria l?ecstasy”. Franco Taverna, coordinatore della comunità Exodus, scarta l?opzione comunità: ” La soluzione? Offrire un?avventura più affascinante dello sballo: 80 km in bicicletta lungo le sponde del lago di Garda, da compiersi nel fine settimana al posto della discoteca, per esempio”. Vincenzo Leone, vicepresidente della comunità Emmanuel di Lecce, racconta: “I casi di abuso da ecstasy sono pochi, ma quando si presentano sconfinano nella psichiatria”. Quanto a Fini: “Tutte le leggi sono buone. A due condizioni: che non si limiti alla fase della repressione e che sia uno strumento fruibile a Milano come a Lecce. Noi aspettiamo ancora la piena applicazione della Jervolino-Vassalli del 1990”.
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