Volontariato

Economia. Sommerso oltre 1/4 del Pil

Lo sostiene uno studio dell'Fmi: è in nero il 27% del Pil. Record tra i Paesi Ocse. Tra il 30 e il 48$ i lavoratori irregolari in Italia

di Ettore Colombo

Oltre un quarto dell’economia italiana è sommerso e sfugge a qualsiasi tipo di controllo, imposizione fiscale o misurazione statistica. E la percentuale aumenta se si considera l’occupazione, con una quota fra il 30 e il 48% dei lavoratori, che rimane in nero. Secondo uno studio pubblicato dal Fondo monetario internazionale, il peso del sommerso nel nostro paese ammonta al 27% del Pil, il valore più alto fra i paesi dell’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), eccetto la Grecia che con il 30% guida la graduatoria. I valori attribuiti all’Italia sono lontani dai record di Nigeria (primatista in Africa con un 77% di pil sommerso), Thailandia (regina in Asia con il 70% del pil) o Bolivia (67% del pil, record negativo in America Latina), ma restano ben al di sopra della media dei paesi Ocse che nel periodo 1998-2000 si attesta al 14-16% del Pil. Al livello più basso Stati Uniti e Austria, al 10% del pil, e la Svizzera al 9%. Nei 21 paesi Ocse l’economia non ufficiale è raddoppiata, negli ultimi trent’anni, dal 10% circa del 1970 al 20% e oltre del 2000 in Italia, Belgio, Danimarca, Norvegia, Spagna e Svezia, con l’aumento più consistente negli anni ’90, quando si è passati dal circa 13% medio degli anni 1990-93 al 16% del periodo 1999-2000. I tecnici del Fmi per quantificare l’economia sommersa prendono in considerazione tutte le attività e le transazioni effettuate per eludere l’imposizione fiscale. Un fenomeno che produce come effetto diretto mancati introiti per le casse dello Stato e, di conseguenza, un ulteriore inasprimento fiscale, che spinge nuove imprese e nuovi lavoratori a sfuggire i prelievi, rifugiandosi nel sommerso. Il Fondo monetario ritiene che quanto più l’economia di un paese è regolata, tanto maggiore è la quota di sommerso: da una rilevazione su un campione di 84 paesi risulta che un punto di incremento normativo si associa a un 10% di incremento del sommerso. È aumentata, ovviamente, anche la partecipazione della forza lavoro al sommerso. Alla fine degli anni ’90 in Europa si calcolavano 20 milioni di persone in attività sommerse, 35 milioni nei paesi Ocse.


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