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Economia sociale: un’alleanza contro le derive mercatistiche
A Roma il 14 e 15 novembre i più importanti attori dell'economia sociale si ritrovano in una due giorni che ha l'obiettivo di creare un fronte comune fra cooperazione, Terzo settore e fondazioni. L'intervento del presidente del consorzio nazionale Idee in Rete
Soli siamo invisibili, insieme siamo imbattibili” è stata questa la frase conclusiva con la quale, esattamente un anno fa, Juan Antonio Pedreno chiudeva il suo discorso introduttivo dell’European Social Economy Conference di San Sebastian in Spagna. Una conferenza che giungeva verso il termine del mandato di una Commissione Europea a cui va riconosciuto il merito, in particolare al Commissario Nicolas Schmit, di aver dato vita, nel dicembre 2021, al “Piano d’azione per l’economia sociale” e alla conseguente raccomandazione del 27 novembre 2023 sullo sviluppo delle condizioni quadro dell’economia sociale. Questi due atti rappresentano, insieme, l’iniziativa forse più rilevante messa in atto dalle istituzioni europee negli ultimi anni, due atti che portano a maturazione un percorso decennale di costruzione e riconoscimento delle potenzialità dell’economia sociale per il futuro delle politiche sociali e industriali dell’Unione Europea.
Ma tutto questo non basta, perché l’edificio è ancora in costruzione e molto lavoro è affidato alle istituzioni nazionali dei vari Paesi membri e ai diversi attori dell’economia sociale che, se non si uniscono, se non costruiscono alleanze nuove fondate sulla responsabilità, la contaminazione e il cambiamento, rischiano di essere sempre più invisibili.
Se guardiamo al nostro Paese ci rendiamo conto che i vari attori appartenenti all’economia sociale non si percepiscono (tra loro) e non sono percepiti (esternamente, nemmeno a livello istituzionale) come appartenenti ad un unico universo di soggetti. Inoltre, non esiste ancora una strategia nazionale a sostegno dell’ecosistema. Osserviamo la necessità di un approccio più olistico, essenziale per comprendere il ruolo economico e sociale e l’impatto di tutti gli attori dell’economia sociale. Crediamo che sia urgente l’elaborazione di una strategia che riconosca i principi fondamentali, le caratteristiche e l’ambito di applicazione dell’economia sociale, comprese le diverse forme giuridiche e status che i suoi soggetti potrebbero adottare, perché ciò potrebbe essere particolarmente utile anche per favorire processi di innovazione sociale.
In un’epoca di grandi trasformazioni come quella che stiamo attraversando avvertiamo il rischio che il concetto stesso di economia sociale possa prestarsi a pericolose interpretazioni e derive, tra coloro che guardano a essa come spazio trasformativo dei rapporti di forza interni all’economia di mercato e chi, invece, partendo da posizioni culturali differenti, se non opposte, usa questi stessi concetti per limitare gli spazi democratici, in favore dei soli desiderata del mercato, sia pure temperato da un po’ di “sociale”.
Per queste ragioni, insieme a tanti altri compagni di strada, abbiamo sentito il bisogno di offrire un’agorà, uno spazio nuovo, aperto e non autoreferenziale dove researcher, practioner e istituzioni possano confrontarsi, non solo tra loro, ma anche e soprattutto con i cittadini, a cominciare dai giovani. Ecco perché siamo nella più grande università italiana per numero di studenti, La Sapienza di Roma, che con i suoi oltre 100mila iscritti rappresenta uno straordinario mashup culturale di conoscenze, idee, fermenti e aspirazioni di cambiamento per il futuro.
La due giorni denominata “Fattore Economia Sociale” è dunque uno spazio a cui invitiamo tutti e che vorremmo diventasse, nel tempo, di tutti. L’appuntamento è dunque fissato per i prossimi 14 e 15 novembre alla Sapienza di Roma (Iscrizione gratuita qui e Programma).
Saranno presenti, fra gli altri, Juan Antonio Pedreno e Sarah de Heusch, rispettivamente presidente e direttrice di Social Economy Europe, avremo inoltre il piacere di confrontarci con Giuseppe Guerini, cooperatore italiano di Confcooperative e Presidente della Confederazione Europea delle Cooperative Industriali di Lavoro e servizi, e con Gianluca Salvatori, segretario generale di Euricse che, tra le altre cose, per conto della Commissione Europea sta concludendo la prima mappatura quantitativa europea delle organizzazioni che appartengono all’economia sociale.
Con la moderazione del direttore di VITA Stefano Arduini ci confronteremo, insieme a questi nostri ospiti, con l’onorevole Lucia Albano, sottosegretaria al MEF, alla quale il Governo ha affidato la delega per la costruzione del piano nazionale per l’economia sociale.
Sempre sul fronte istituzionale, ascolteremo il lavoro che la Città metropolitana di Bologna sta portando avanti da oltre un anno sulla costruzione del piano metropolitano per l’economia sociale, direttamente attraverso il racconto e la testimonianza della responsabile Daniela Freddi, e non mancheranno gli interventi dell’amministrazione comunale di Roma che partecipa all’evento con il saluto del sindaco Roberto Gualtieri e gli interventi dell’assessora Claudia Pratelli e dell’assessora Barbara Funari. Ancora sul fronte della rappresentanza del mondo dell’economia sociale saranno inoltre presenti Vanessa Palucchi e Stefania Mancini, rispettivamente portavoce nazionale del Forum Terzo Settore e presidente di Assifero.
Un merito ed un ringraziamento particolare va dato, infine, a La Sapienza Università di Roma, in particolare alla professoressa Emma Galli e al professore Andrea Ciarini, senza i quali questo evento non sarebbe mai nato.
Si tratta di un’edizione “zero”, un percorso in divenire ma già estremamente ricco e plurale, che vuole continuare ad allargarsi al contributo e alla partecipazione di tutti i soggetti che animano il mondo dell’economia sociale: dalla singola cooperativa fino alle organizzazioni di rappresentanza del sistema cooperativo, dalle imprese sociali alle altre associazioni ed enti del Terzo settore, dalle fondazioni (tutte, non solo quelle filantropiche) alle mutue.
La sfida è ricercare le ragioni e gli obiettivi che ci possono unire, nello sforzo di superare certi frazionamenti storici interni a questo grande ecosistema, nella convinzione che soltanto in questo modo i soggetti dell’economia sociale potranno giocare “alla pari” con tutti gli altri tredici ecosistemi industriali che l’Unione europea ha individuato, affinché il fattore economia sociale diventi sempre più quell’elemento in grado di generare processi di responsabilità, contaminazione e cambiamento nei modelli di produzione di beni e servizi che generano benessere, ricchezza e sviluppo.
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