L'Europa chiamò
Economia sociale, l’Italia è già al lavoro
Prima riunione del Gruppo di lavoro istituito al Mef dalla sottosegretario Lucia Albano. L'Italia deve infatti realizzare, entro novembre 2025, le condizioni richieste dalla "Raccomandazione" approvata dal Consiglio europeo. Ne fanno parte Confcooperative, Legacoop, Forum del Terzo Settore, Csvnet, Terzjus e Euricse. La sottosegretario: «L'economia sociale svolge un ruolo fondamentale per la nostra coesione sociale e per la crescita economica del Paese»
«Obiettivo di questo gruppo di lavoro sarà quello di esaminare il quadro generale di riferimento dell’economia sociale, tenuto conto delle proposte presentate con la raccomandazione del Consiglio Ue, aiutando così la Nazione a delineare una strategia di settore per promuovere quadri giuridici favorevoli allo sviluppo di tale settore». Spiega così, a VITA, la sottosegretario al ministero dell’Economia e Finanza, Lucia Albano, la costituzione del Gruppo di lavoro sull’Economia sociale, proprio al Mef.
Albano, com’è noto, ha la delega a questa materia, su cui il Consiglio europeo del 27 novembre scorso ha approvato una Raccomandazione per sviluppare, entro 24 mesi, le condizioni quadro.
Cosa c’è nelle condizioni quadro
Si tratta di materie importanti, non certo bagattelle come, citiamo dal testo della Raccomandazione stessa, “accesso a finanziamenti pubblici e privati”, “accesso ai mercati e appalti pubblici”, “aiuti di Stato”, “fiscalità”, “Gestione dell’impatto sociale”, “Visibilità e riconoscimento”.
«Ho ritenuto di istituire un gruppo di lavoro per esaminare le azioni da intraprendere al fine di sostenere lo sviluppo dell’economia sociale in tutte le sue articolazioni», continua Albano, «economia sociale che svolge, lo ricordo, un ruolo fondamentale per la nostra coesione sociale e per la crescita economica del Paese: 400mila organizzazioni, 1,5 milioni di addetti, un valore aggiunto di 40 miliardi di euro: stiamo parlando del 6,7% dell’economia privata. Senza dimenticare 4,6 milioni di volontari. Un ruolo», prosegue, «che non confina l’economia sociale in un’area residuale, come d’altra parte dimostrato in molte occasioni (pandemia, in primis) ma che, anzi, svolge una chiara funzione anticiclica nelle fasi di crisi».
Il patrimonio immobiliare
per iniziative di utilità sociale
«Senza contare», prosegue la sottosegretario, «l’ulteriore esigenza – particolarmente attuale nel contesto italiano – di elaborare direttive per valorizzare il patrimonio immobiliare destinato ad iniziative di utilità sociale e volto a coniugare i bisogni del mercato con lo sviluppo sostenibile del territorio. Si pensi ai modelli dell’abitare aventi finalità sociale. Altre aree di intervento in accordo con le linee-guida delineate dalla raccomandazione riguardano, ad esempio, l’identificazione dei meccanismi e di misure che possano facilitare la partnership tra imprese tradizionali e realtà dell’economia sociale, così come il sostegno alla formazione di competenze sui temi e sulle modalità di manifestazione dell’economia sociale».
È rilevante che la sottosegretario abbia fatto un chiaro riferimento alla valorizzazione del patrimonio immobiliare perché Albano ha anche la delega ai rapporti col Demanio.
Chi c’era alla prima riunione
Adesso dunque si passa alla fase operativa e Albano ha convocato, giovedì della settimana scorsa, le principali organizzazioni del Terzo Settore e della cooperazione sociale. Alla riunione al ministero c’erano, a quanto risulta a VITA, i vertici di Confcooperative e Legacoop, Forum del Terzo Settore, CsvNet e anche le principali realtà del “non profit religioso”, come la Conferenza italiana dei superiori maggiori e l’Unione delle Superiori maggiori d’Italia. Presenti anche realtà di documentazione e ricerca, del non profit e del mondo accademico, come Fondazione Terzjus e Fondazione Euricse; dello Stato, come Istat; del mondo camerale, Unioncamere, e di quello ordinistico, come Consiglio nazionale commercialisti e Consiglio del Notariato.
Il Gruppo di lavoro dovrebbe ora viaggiare spedito perché il novembre 2025, alla fine, è dietro l’angolo.
Mef: «È un Gruppo aperto a contributi»
Da via XX Settembre, sede del ministero di Giancarlo Giorgetti, fanno comunque notare che i partecipanti al primo incontro «non sono esclusivi e che sono ben accetti contributi anche da altre istituzioni, nel caso vogliano partecipare».
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La foto in apertura – che raffigura volontari impegnati nella raccolta di cibo a Milano – è di Claudio Furlan per LaPresse.
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