Economia
Economia sociale, l’innovazione è donna
Ieri a Milano si è tenuto “Women’s participation in the governance of social economy”. Sono emersi dati sorprendenti: la metà dei presidenti della rete di cooperative sociale più importante in Italia (Cgm) è una donna
6 partner europei, 30 dirigenti, 10 relatori provenienti da diversi settori – economia sociale, mondo profit, politica e pubblica amministrazione – si sono incontrati ieri a Milano per parlare di pari opportunità e di donne. “Women’s participation in the governance of social economy” – “La partecipazione delle donne nella governance dell’economia sociale” questo il suggestivo titolo del seminario pubblico condotto e gestito dal Gruppo Cooperativo CGM, la più grande rete di imprese sociali in Italia, in seno al progetto europeo Gender Power Balance Map
“SEE-GO: Social and Economic Enterprises and Gender Opportunities” questo il titolo originale del progetto nato nel 2014 e che culminerà nel 2016 con un seminario che si terrà a Bruxelles in cui saranno mostrati tutti gli esiti prodotti dai partner coinvolti.
Belgio, Francia, Finlandia, Romania, Repubblica Ceca e Italia: uniti attorno a un tavolo per pensare a come sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tematica molto complessa del ruolo delle donne nelle imprese, e, in particolare del loro accesso alle posizioni apicali.
Flessibilità, pari opportunità, accesso al mondo del lavoro per le donne. Questi i temi affrontati ieri mattina.
“La rete CGM è un’eccellenza nel campo della parità di genere. Basti pensare che il 69% dei 42.000 lavoratori che popolano la rete CGM è donna e che il 50% dei presidenti delle circa 1000 cooperative sociali che animano la rete è di sesso femminile” – ricorda il Presidente di CGM, Stefano Granata – “Il dato che rileviamo è che le donne sono presenti nelle governance delle reti territoriali perché giocano un ruolo fondamentale sui territori in cui operano, nelle comunità.” Granata sottolinea anche come il ruolo della donna sia cruciale nel processo di innovazione. “I processi avvengono quando nelle governance c’è una presenza femminile perché si abbassa il tasso di conflittualità.” – continua il Presidente di CGM – “da qui ai prossimi anni la grande sfida sarà quella di creare un nuovo gruppo dirigente, con nuove competenze e nuove peculiarità. Il paradigma sta cambiando. Oggi sono le imprese che orientano l’agenda della rappresentanza politica e non il contrario come avveniva tempo fa. Si tratta di una fase molto delicata, ma di grande opportunità, per tutti. La vera innovazione si opera quando questa porta a un cambiamento del contesto in cui viviamo.”
Presente al convegno anche la consigliera per le pari opportunità Carolina Pellegrini, che ha sottolineato come, negli anni in cui ricopre questa carica, non abbia mai avuto a che fare con casi di discriminazione avvenuti all’interno di imprese sociali, settore che tutela molto di più il ruolo della donna che ha il diritto di essere “madre, moglie e lavoratrice” – afferma Pellegrini. “L’Italia deve affrontare oggi un grande problema culturale nel valutare il ruolo della donna e la sua accessibilità nel mondo del lavoro.”
Sono stati presentati molti dati su alcune ricerche condotte in Italia e in altri paesi europei rispetto al ruolo delle donne ai vertici. Ci sono Paesi molto all’avanguardia su questa tematica e altri ancora che, invece, sono ancorati alla tradizione, dove non emergono segnali di cambiamento.
È stata anche presentata, in anteprima europea, la ricerca italiana condotta sulla tematica con un interessante confronto tra le azioni nell’ambito delle pari opportunità condotte da un’azienda profit e quelle condotte da un’impresa sociale. Entrambe sono risultate molto attente alla questione della conciliazione vita-lavoro, concedendo tempi di lavoro flessibili e adoperando misure di welfare a sostegno delle donne lavoratrici.
Ancora resta molto da fare, in Italia e in Europa sul tema, per sensibilizzare l’opinione pubblica e cercare di cambiare le politiche a livello europeo verso questa tematica. I 6 partner sono al lavoro, ma servirà il coinvolgimento di tutti per cambiare davvero il paradigma e il contesto in cui viviamo e fare dunque vera innovazione, anche in questo ambito.
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