Percorsi partecipati

Economia sociale a Torino? Di’ la tua

Il piano metropolitano di Torino per l’economia sociale si apre alla consultazione del territorio, sul modello delle consultazioni pubbliche realizzate dalla Commissione europea. Fino all’11 marzo, è possibile commentare con modifiche o integrazioni la bozza realizzata da Città metropolitana e Camera di commercio nella cornice di Torino Social Impact

di Daria Capitani

Torino

Lente di ingrandimento su Torino e cintura, l’Europa all’orizzonte. Il piano metropolitano di Torino per l’economia sociale prende forma e si apre alla consultazione del territorio, sul modello delle consultazioni pubbliche realizzate dalla Commissione europea. Conta il parere di chiunque: non a caso Città metropolitana e Camera di commercio di Torino, nella cornice di Torino Social Impact, hanno definito questa fase, la quarta di un percorso iniziato in estate, “Di’ la tua”.

I primi passi

La Camera di commercio di Torino e la Città Metropolitana hanno firmato a luglio scorso l’accordo per la redazione di un Piano metropolitano per l’economia sociale (ne abbiamo scritto qui). A tessere le fila, Torino Social Impact, l’ecosistema con più di 360 attori pubblici e privati, profit e non profit riuniti per rafforzare il sistema locale e qualificarlo come uno dei migliori posti al mondo per fare impresa e finanza di impatto.

Punto di riferimento la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea agli Stati membri sullo sviluppo delle condizioni quadro dell’economia sociale, che ribadisce un concetto già espresso nel Piano di Azione per l’economia sociale: per perseguire i principi inseriti nel Pilastro europeo dei diritti sociali, le decisioni a livello locale possono svolgere un ruolo strategico. Non solo. La rete torinese guarda alla direzione tracciata a livello europeo ma anche al gruppo di lavoro “Economia sociale” avviato a maggio 2024 presso il Ministero Economia e Finanze.

L’obiettivo è diffondere un nuovo modello di crescita su tutto il territorio metropolitano e costruire un piano economico con una forte identità sociale, riconoscendo di fronte alla complessità delle sfide contemporanee la necessità di non poter scindere il perseguimento di obiettivi di sviluppo economico da quello di obiettivi di coesione e inclusione sociale.

La visione

Il processo di redazione del piano, in collaborazione con Avventura urbana, ha preso avvio l’estate scorsa da una prima fase di analisi documentale, orientata alla costruzione di convergenze tematiche rispetto ai contenuti e alla struttura del documento, capaci di tenere insieme i documenti strategici comunitari e quelli locali. A seguire, è stata avviata una fase di ascolto territoriale tramite interviste agli stakeholder. Con l’evento “Verso il Piano metropolitano per l’economia sociale di Torino”, il 5 dicembre scorso, si è entrati nella fase di coinvolgimento del territorio con l’obiettivo di approfondire il quadro di contenuti del piano.

La consigliera della Città metropolitana di Torino Sonia Cambursano e il segretario generale della Camera di Commercio Guido Bolatto alla firma dell’accordo per il Piano locale.

Ora la bozza del piano c’è, disponibile sul sito di Torino Social Impact (si può scaricare qui), e soprattutto ha una visione definita. Promuove un modello di sviluppo territoriale in cui competitività economica e prosperità sociale si integrano reciprocamente. Per concretizzarla, le direzioni individuate sono tre.

Integrazione nella politica industriale. «Affinché l’economia sociale possa realmente generare un cambiamento sistemico, è fondamentale investire nello sviluppo di competenze avanzate, nella gestione dei processi organizzativi, nell’interazione con i mercati e nella strutturazione finanziaria delle imprese», si legge nel documento. Il piano prevede azioni mirate a rafforzare le capacità degli attori coinvolti, incentivando processi di innovazione aperta e la creazione di nuovi modelli di governance partecipativa.

Partnership multi-attore. Tra gli obiettivi, c’è la costruzione di reti strategiche che facilitino la condivisione di conoscenze, risorse e buone pratiche, favorendo l’emergere di modelli collaborativi che superino la tradizionale dicotomia tra pubblico e privato. «Il piano si propone come una piattaforma multi-attore, radicata a livello locale ma con una prospettiva nazionale ed europea, in grado di armonizzare le iniziative territoriali in un quadro strategico più ampio».

Centralità dei giovani. I giovani sono messi al centro dell’azione, con l’obiettivo di renderli «i primi beneficiari del dividendo sociale generato dalle attività economiche e produttive. Il piano è disegnato attorno all’idea che ciò possa avvenire attraverso il loro protagonismo in un nuovo modello di economia sociale di mercato. Quest’ultima, d’altra parte, per attrarre le nuove generazioni, deve aprirsi all’innovazione e alla tecnologia. Il futuro dell’economia sociale dipende dalla capacità di attrarre nuove generazioni di imprenditori, innovatori e leader».

Una consultazione aperta

Il percorso è entrato nella quarta fase, che prevede una consultazione aperta al territorio per far emergere contributi spontanei che i soggetti che gravitano nella Città metropolitana riterranno utile condividere con i promotori del piano, alla luce dell’esperienza e della conoscenza territoriale individuale.

Fino all’11 marzo, è possibile commentare con modifiche o integrazioni la bozza del piano metropolitano. Ecco l’invito lanciato da Torino Social Impact: «Alla luce della programmazione strategica, delle risorse e dei progetti in essere del tuo ente, se lo ritieni opportuno indica se ci sono azioni del piano a cui puoi contribuire e in che modo».

Tutti i commenti ricevuti saranno pubblicati con l’indicazione del nome, del cognome e dell’ente di appartenenza del proponente. A seguito della consultazione, il piano sarà approvato dagli organi degli enti promotori, posizionando Torino tra i territori protagonisti delle prime esperienze di politiche coordinate per l’economia sociale accanto alla Città Metropolitana di Bologna, Barcellona e Amburgo.

La fotografia in apertura è di Samuele Giglio su Unsplash

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