Volontariato

Economia, la crisi globale

La crisi è sempre più globale. Non solo shock petrolifero, energetico e bancario (specie in Europa, dopo il rialzo dei tassi d'interesse deciso ieri dalla Bce). I giornali ovviamente ne danno conto.

di Redazione

A cura della redazione di Vita. Scritto da Maurizio Regosa

La crisi è sempre più globale. Non solo shock petrolifero, energetico e bancario (specie in Europa, dopo il rialzo dei tassi d’interesse deciso ieri dalla Bce). I giornali ovviamente ne danno conto.


A cominciare da Il Corriere della sera che in prima, accanto alla notizia della mossa di Trichet (compiuta «nonostante le pressioni di non pochi governi»), pubblica un editoriale di Francesco Giavazzi (“Il nuovo shock petrolifero”) in cui spiega che non ha senso prendersela con la speculazione o la globalizzazione: i prezzi salgono e questo vuol dire che «dovremo trasferire più reddito ai Paesi produttori». A differenza della grande crisi degli anni 70, però abbiamo una Bce che bene ha fatto «ad alzare il tasso di interesse e così segnalare che non ripeterà gli errori compiuti dalle banche centrali trent’anni fa». Vi sono però due significative differenze, rispetto agli anni 70: nuovi produttori come la Russia e la globalizzazione, che attenuerà la crisi.
Riferimenti polemici a parte (ovviamente nel mirino c’è il divo Giulio, il Tremonti che lancia anatemi contro gli untori, ovvero gli speculatori, e la globalizzazione), questo discorso ha due interlocutori. Da una parte i governi europei – nel cui animo sta sempre più insinuandosi la voglia di contestare le scelte della Bce, Italia e Francia in testa. A loro Trichet manda a dire «siamo indipendenti».
Dall’altra gli europei. Sollecitati indirettamente a cambiare stile di vita. Lo spiega federico Fubini, in seconda: “La nuova austerità ora punta tutto sulla new economy”. Dove nuova suggerisce un atteggiamento diverso: «C’è chi l’ha capito e cerca di uscire dalla crisi sviluppando tecnologie  e ricchezza, non un’etica pauperista». Vai quindi di eolico, fotovoltaico, auto e moto elettriche. Ma, qualche pagina dopo (la doppia: 12 e 13), Il Corriere dà un altro suggerimento attraverso il Focus di Gabriela Jacomella: “Economia e finanza entrano al Liceo”, dove appunto si auspica che l’economia non sia più “Carneade, chi era costui…” (Con il beneplacito di Renato Mannheimer: «C’è un gap che rileviamo sia nelle difficoltà di comprensione per le tematiche tradizinoali dell’economia, sia per quanto riguarda la gestione della vita quotidiana. Tutti noi, oggi, abbiamo bisogno di sapere cosa sia un mutuo, cosa s’intende per tasso fisso..»).

Del resto l’Adusbef, una delle associazioni dei consumatori, ha stimato – come riporta La Stampa – sulla base della media dell’Euribor un incremento di 2000 euro in tre anni per circa tre milioni di famiglie italiane che hanno contratto un mutuo a tasso variabile da 100mila euro.

Anche la Repubblica dà conto della crisi e bacchetta Tremonti, cui Massimo Giannini dedica un pezzo che inizia in prima e prosegue a pagina 9: “La strategia di Tremonti contro gli speculatori”, ovvero portare a Bruxelles una proposta per introdurre una “stangata europea contro gli speculatori»: «Chiederemo – spiega Tremonti – l’applicazione dell’articolo 81 del Trattato di Roma, che riguarda la manipolazione del mercato e che secondo noi si deve cominciare ad applicare anche ad operatori che sono fuori dal perimetro europeo». Facile a dirsi, ma non impossibile, secondo Giannini, che riporta alcuni giudizi di politici europei che aprono a questa ipotesi. Appuntamento quindi a lunedì prossimo, giorno in cui la proposta sarà formalizzata (sulla base di un dossier che il Ministero starebbe approntando). Viceversa, i sindacati con Epifani reclamano un «decreto legge su salari, stipendi e pensioni: sono queste le vere urgenze del Paese» (come conferma un sondaggio lanciato dal sito del quotidiano: al primo posto il costo della vita, poi i l lavoro, la sicurezza. La giustizia è penultima e precede l’inquinamento ambientale). Un’emergenza confermata a pagina 11 da Roberto Mania che in un’inchiesta spiega come siano 300mila i posti di lavoro a rischio: «è boom per la cassaintegrazione».


Stesso tenore e medesime preoccupazioni su Il Sole 24ore: “Tassi, conto da 10 miliardi” strilla nel titolone di prima. I 10 miliardi in questione sono il maggior aggravio sul debito italiano (maggior costo del servizio al debito, tecnicamente) dovuti al rialzo del tasso base europeo dal 4% al 4,25%). Anche il quotidiano di Confindustria affronta il problema dal punto di vista dei cittadini: a pagina 2 si fa l’equazione «Tassi Bce più alti, mutui più cari per le famiglie italiane» già sotto stress, e ci si chiede cosa succederà ai mutui cresciuti in 3 anni del 25%. Ma non è finita: la corsa del prezzo del petrolio non ha sosta (ieri nuovo record: 146,69 dollari a barile e, secondo il numero uno di Gazprom, Aleksej Miller, arriverà a 250 dollari. Chiosa in un commento (dal titolo “Quando finisce la fortuna”) Giacomo Vaciago: «Se anche quella poca crescita di cui l’Italia è stata capace negli ultimi 15 anni è dovuta alla irripetibile fortuna di cui abbiamo goduto (il fatto che i prezzi delle principali materie prime fossero in termini reali via via minori), come pensiamo di riuscire a crescere nei prossimi anni?».


Su Il Giornale invece si sottolinea che Mosca «stringe il cappio introno all’Ue», visto che sta stringendo rapporti sempre più buoni con i vicini d’area: ha aperto ieri un negoziato per l’acquisto di gas con l’Azerbaijan (che conta 1,5 trilioni di metri cubi di riserve più altri 1,3 probabili, «una quantità abnorme»), dopo l’alleanza con?kazakistan e turkmenistan per il nuovo gasdotto del Caspio. Quanto ai tassi, il Giornale paventa un nuovo rialzo ad ottobre e sui mutui spande consigli. Il principale e più quotato è: «rinegoziatelo».? Sia Il Sole che la Repubblica del resto insistono sulla portata mondiale della crisi (che negli States si traduce subito in posti di lavoro in meno: da inizio anno quasi 500mila lavoratori sono diventati disoccupati). Il Sole, con Marco Valsania, da New York, commenta: «La debolezza del mercato del lavoro è forse il tassello più preoccupante nel puzzle della crisi americana, ed è prova inconutabile della frenata del business con le aziende impegnate a ridurre le attività». Avvenire, invece, affronta la crisi anche con un’intervista a Adolfo Urso, sottosegratrio per lo sviluppo economico: «le nostre imprese devono investire nell’area del dollaro, allungare la filiera e produrre in loco». Dal canto suo, Alberto Berrini, consulente economico della Fiba-Cisl spiega che «la Bce deve tenere sotto controllo i prezzi, non è suo compito sstenere la crescita economica. A quello ci devono pensare i governi».

Per la serie “come stanno andando”
Prosegue sui giornali il dibattito sulla proposta del ministro Maroni di prendere le impronte digitali ai minori Rom. Molti giornali riportano la presa di posizione assolutamente contraria della Comunità di S. Egidio. Avvenire invece (che ieri ha intervistato il ministro) analizza l’ordinanza di Maroni per scoprire una «grande attenzione ai profili umani e assistenziali». L’art. 3 stabilisce che i prefetti devono «realizzare inteventi per ripristinare i livelli minimi delle prestazioni sociali e sanitarie avviare azioni finalizzate all’inserimento, all’integrazione sociale , alla scolarizzazione, all’avviamento professionale». A corollario, varie posizioni del terzo settore: l’arcivescovo di Crotone che dice “le impronte daranno finalmente un nome ai bambini che ne sono privi», l’Unicef che dopo l’incontro di ieri con Maroni dice addirittura «l’ordinanza in alcuni punti risponde alle priorità dell’Unicef», i giuristi cattolici con il loro «prendere le impronte non è una discriminazione», e addirittura Goffredo Bezzecchi, padre di Giorgio, presidente Operna Nomadi Milano, uno dei primi censiti e da cui era partita tutta la polemica, ora dice ad Avvenire «non sono contrario ai controlli, mi fa paura la creazione di un archivio speciale con i nomi di tutti i rom».


Altre segnalazioni
Fra le molte notizie del giorno. tengono banco le intercettazioni annunciate. Corriere e Repubblica danno ampio spazio, alla rinuncia di Berlusconi a partecipare a Matrix, alle incertezze del Pd e dedicando un focus Mara Carfagna (la ministra che, stando ad alcune voci, dovrebbe più temere la pubblicazioni di sue telefonate osé al premier). Avvenire si limita a un cenno. La Stampa dà rilievo a questa vicenda e in un riquadro fa un cenno al silenzio della moglie di Berlusconi, Veronica Lario, vista l’ultima volta in Sudamerica. Il Giornale elegantemente ignora la faccenda.
Il Sole infine dà notizia che Sandro Bondi ha annunciato il varo del Testo Unico e il potenziamento delle Soprintendenze, ma fino al 2011 (per effetto del Dl 93/2008 taglio Ici e del Dl 112/2008) sono stati decisi tagli per 1 miliardo di euro. Da qui il titolo del commento di Salvatore Settis “Beni culturali in liquidazione?”


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