Economia

Economia in nero

Un lunedì nero per le Borse. E l'Italia segna il record negativo di diminuzione del Pil

di Franco Bomprezzi

Tonfo delle Borse, con Milano a registrare il crollo più pesante. A trainare al ribasso i mercati i titoli assicurativi e quelli bancari, con l’ennesimo intervento statale messo in atto da Barak Obama. In Italia a destare allarme sono i dati Istat sul PIl: -1%, mai così male dla 1975. E la politica si interroga sulle ricette.

Oggi la rassegna stampa si occupa anche di

“Nuovo tonfo di Wall Street” titola in prima pagina il CORRIERE DELLA SERA di oggi. Che aggiunge nel sottotitolo: “Il Pil italiano cala dell’1%, mai così male dal 75”. «Tonfo di Wall Street, ma ieri Milano ha subito il crollo più pesante, con lo S&P/Mib in calo del 6,02%. Nel 2008 il Pil è diminuito dell’1%, peggior dato dal 1975. Sugli scioperi Epifani rilancia la sfida: «Risponderemo come per l’articolo 18». I servizi interni vanno da pag 2 a pag6. Domani l’incontro fra Governo e parti sociali. Tremonti intanto rassicura: abbiamo fieno in cascina. Repplica la Marcegaglia: crisi profonda, decisioni veloci. Yunus ieri ha incontrato i banchieri italiani e il CORRIERE gli dedica un pezzo: «Quello di Mahammad Yunus è un road show in piena regola, presso gli investitori promuove il suo modello di social, business, l’iniziativa economica autosostenibile, diversa dal non profit e lontana dalla beneficenza, che sa stare nel libero mercato correggendone le storture». A pag 5 il leader Pd Franceschini batte ancora sul chiodo degli assegni ai disoccupati: «Il premier dica non in Parlamento». Una strategia che secondo la nota di Massimo Franco ha «l’obiettivo duplice di recuperare voti (in vista delle Europee) e intaccare il consenso del premier». Infine il CORRIERE registrata l’ennesima spaccatura interna al Pd. Per Letta, Ichino, Rossi e Morando si possono riformare le pensioni se le risorse andranno agli ammortizzatori sociali. Contrari invece Treu e Damiano.

“Borse a picco, crolla il Pil”: nella sua apertura LA REPUBBLICA unisce  le due notizie di ieri. Ovvero la debacle delle borse e la notizia dell’Istat secondo cui il Pil 2008 ha segnato un -1% (il che rivede al ribasso tutte le previsioni). Elena Polidori, a pagina due, sottolinea che non il Pil italiano è mai stato così basso da 33 anni e che salgono deficit e fabbisogno. In questo scenario negativo l’Italia è con il solo Giappone (-0,7%), mentre in Germania la crescita è stata dell’1,3%, negli Usa dell’1,1,%, in Gb e in Francia dello 0,7%. La nota Istat fa dire a Emma Marcegaglia che «servono decisioni veloci», a Epifani che ci vuole «un intervento maggiore del governo», mentre Bonanni si augura «un confronto con l’opposizione riformista» sulla crisi. Ovviamente si prevedono ripercussioni sul Pil 2009, per il quale già prima le stime erano fortemente negative (a seconda della fonte, da un meno 2 a un meno 4%). A pagina 3, Arturo Zampaglione da New York riferisce delle borse in un pezzo intitolato “Lunedì nero, banche a picco l’Europa brucia 200 miliardi”. Non solo Wall Street, ma anche Milano (-6%). Le preoccupazioni soprattutto dal settore assicurativo e da quello bancario. Il quadro d’insieme è assai confuso e gravissimo: da inizio anno Wall Street ha perso il 52% rispetto ai massimi dell’ottobre 2007. Interessante intervista in appoggio all’economista Allen Sinai: “Sistema profondamente malato la cura Obama non basta più”. Sostiene l’esperto che «ha fatto più Obama per l’America in un mese di presidenza che Bush in 8 anni. Però sui mercati ci si comincia a chiedere: ma quest’amministrazione sta andando nella direzione giusta?». «Il problema è che i business people continuano, malgrado tutto, a non vedere di buon occhio le iniezioni di capitale pubblico nelle aziende. Il loro scetticismo aumenta e abbandonano il mercato. La crisi è così immensa, così grave così simile a quella degli anni 30 che non escludo che si stia andando incontro a una nuova Grande depressione. Non è detto che vada a finire così, ma le possibilità crescono ogni giorno. Tutti gli indicatori sono in caduta verticale: posti di lavoro, redditi personali, produzione industriale, prezzi delle case. E Borse, inevitabilmente». Per quanto riguarda l’Italia, “Precari statali, salta l’assunzione”. Riferisce Roberto Nania: secondo Tremonti non è possibile regolarizzare questo piccolo esercito (secondo le stime Cgil, circa 200mila lavoratori), giacché «salvare le imprese, le famiglie e quello che c’è di buono nelle banche  è quello che possono fare i governi. Se si pensa che i governi possano salvare tutto finisce che non si salva niente. Perché salvare tutto è una missione divina».

Il crollo in borsa  ha un richiamo in copertina su IL GIORNALE e poi “Le banche tremano, le borse vanno a picco” è il titolo  con cui apre pagina 5.   Una foto in bianco nero di 33 anni fa  con Gianni Agnelli e Luciano Lama  ricordano che una situazione del genere non accadeva dal 1975.    Ma IL GIORNALE  pubblica una guida con ” Tutti i segreti per avere  una è pensione più ricca”, nella prima pagina e l’approfondimento con  le ipotesi 30, 40 e 50 anni a pagina 4.

“I timori sulle banche e l’Europa dell’Est abbattono le Borse” è il titolo ovviamente d’apertura del SOLE 24 ORE di oggi. I titoli all’interno sono molto pessimisti: “Bufera”, “crollo da depressione” ecc. ecc. I toni sembrano essere drammatici soprattutto sugli Usa, visto che la caduta di ieri delle Borse mondiali è stata un tonfo vero a Wall Street: livelli che non si vedevano da 12 anni, e la conferma che «per ora niente aiuta il mercato», né i piani di Barack Obama, né gli appelli all’ottimismo di Warren Buffett, né l’ennesimo intervento del governo per salvare Aig. «Oggi», scrive Mario Platero da New York, «l’apatia, il pessimismo, l’atteggiamento rinunciatario prevalgono su tutto e non consentono di vedere la luce fuori dal tunnel della crisi economica»

“Il lunedì dei numeri neri” titola oggi LA STAMPA, che dedica le prime cinque pagine a crisi e crollo della Borsa. Sul crollo delle borse LA STAMPA intervista Dominique Strauss-Kahn, direttore generale del Fondo monetario internazionale che afferma che i governi hanno tardato a capire che serviva «un pacchetto di stimolo a livello globale e la ristrutturazione del sistema finanziario e in particolare del settore bancario». Il messaggio di Strauss- Kahn è che o si esce insieme dalla crisi o non si esce: «la crisi ha colpito duramente le economie emergenti». «Dico ai leader che bisogna tener conto non solo di quanto sta succedendo alle loro rispettive economie ma anche dell’economia globale».

“I conti non tornano”: questo il titolo di apertura di AVVENIRE, che al tema  del crollo delle borse diverse pagine. Forti timori per i paesi dell’Est.  Dopo che la Commissione europea ha respinto la richiesta ungherese di  concedere aiuto finanziario all’Europa orientale, il primo ministro Ferenc  Gyurcsany ha avvertito che i disoccupati saliranno a 5 milioni e che l’Ue  verrà attraversata da una nuova “cortina di ferro”. Avvenire offre a pagina  4 una panoramica della situazione nelle principali nazioni ex comuniste:  Polonia (disoccupazione al 30% nel nord-est), Ungheria (con una debito  pubblico salito al 62% del Pil), Repubblica Ceca (con tassi di inflazione al  6%), Ucraina (ka cui situazione è «catastrofica»: dal Fondo monetario europe  o riceverà 16,4 miliardi di dollari), Lettonia (la decrescità è del 12%).

“Crollando crollando” è il titolo de IL MANIFESTO su una fotografia di montagne russe. “La crisi si avvita su se stessa. Crollano le borse, a tirare la discesa i titoli bancari. L’Italia è in piena recessione, il Pil segna un meno 1%, il peggior dato dal 1975. Il mercato dell’auto scende a meno 24 per cento. Le economie dell’Europa occidentale chiudono la porta in faccia all’est, ma il quasi fallimento dell’Ucraina rischia di mandare in tilt Unicredit” è la sintesi che rimanda ai servizi interni che occupano ben quattro pagine. Alle conseguenze sull’Unione europea della crisi economica è dedicato l’editoriale di Astrit Dakli “L’Unione che non c’è”. «(…) salta per aria il “modello”  finanziario americano e con esso, all’interno della crisi globale, le economie che a quel modello più si erano adeguate – quelle dell’Europa centro-orientale. Chiedono la solidarietà e gli aiuti dei “fratelli maggiori” occidentali, e si sentono rispondere picche: ognuno per sé. Servirebbe unità politica – ma è quella che nessuno ha veramente voluto. Servirebbe unità sociale – ma è quella che si è scelto di sacrificare in nome del mercato. Possiamo continuare a chiamarla Unione europea, ma è ormai evidente che di unito non ha più nulla – se mai ha avuto qualcosa».

E inoltre sui giornali di oggi:

WELFARE

SOLE24ORE – In prima pagina un’interessante analisi/bilancio della social card, definita misura «da rafforzare» ma in pratica molto criticata. Infatti si elencano i suoi punti di forza (solo tre) e quelli di debolezza (ben 6). In pratica, la social card è da difendere perchè incrementa il reddito (40 euro sembrano pochi, ma aumentano dell’8% il reddito mensile di chi ne ha diritto), la ricevono i “veri poveri” e rimarrà nel tempo. Ma… ci sono molti ma: ancora tanti poveri non la ricevono, visto che questi sono il 13% della popolazione e la card va al 4%; non amplia gli interventi contro la povertà (lo stanziamento per la card è bilanciato da altri tagli); si limita per ora ai soli trasferimenti di denaro; costa alla Pubblica Amministrazione in termini di uffici e organizzazione; provoca imbarazzo agli utenti e non ha limiti per l’uso (in teoria uno se la potrebbe anche “bere”); è distribuita per il 70% al Sud, ma non tiene conto del fatto che un povero del Sud è più “ricco” di uno del Nord per il diverso costo della vita. Quindi? Visto che rimarrà, «il governo dovrebbe aumentare gli sforzi e modificare il modello di intervento», sviluppandola fino a farla diventare «robusta politica contro la povertà».

SENATO

LA REPUBBLICA – Amaro pezzo di Carmelo Lopapa (dalla prima alla 7): “Pranzo scontato per i senatori”. Alla loro buvette tutto scontato del 20%. Così un pranzo può costare addirittura 4 euro. Il “miracolo” è possibile perché da ieri è subentrata alla vecchia ditta che gestiva il ristorante, una nuova impresa. Cioè lo stato non spende di più. Ma viene un dubbio: anziché diminuire i prezzi finali, non era meglio che lo stato risparmiasse e i senatori spendessero qualche centesimo in più?

TESTAMENTO BIOLOGICO

LA REPUBBLICA – A pagina 9, si dà conto dei grandi movimenti interni al Pd. la componente cattolica prepara un emendamento al testamento biologico (prima firmataria Dorina Bianchi, la senatrice capogruppo in commissione Sanità). Secondo Fioroni, si tratta di «migliorare l’orientamento prevalente nel partito». Cioè di proporre una correzione di rotta che possa vedere d’accordo anche alcuni del Pdl. Intanto Calabrò annuncia in aula che il disegno di legge andrà in aula per metà marzo, non prima.

CAMERON

IL GIORNALE – Pubblica un fondo di Michele Brambilla “Ecco il valore di una vita senza valore”  e scrive «E’ passata purtroppo inosservata l lettera che David Cameron, leader dei conservatori inglesi ha inviato via email dopo la morte del figlio Ivan. Ieri solo il Corriere della Sera – ndr ANCHE VITA ON LINE!!!!- la riportata a pagina 19. Peccato, perchè quella lettera ha molte risposte da dare a quanti in queste settimane hanno avanzato dubbi sul valore della vita di persone gravemente handicappate, oppure in coma».  Il caso è approfondito a pagina 15 che ripercorre le tappe della vicenda e pubblica il testo della lettera. Interessante  è la spalla in cui  si ricorda che “Una tragedia personale ha cambiato la politica dei New Tory” che con la leadership di Cameron ha lasciato la politica delle privatizzazioni per sostenere  il servizio sanitario pubblico. il pezzo firmato da GaCe conclude «Così Cameron  ha creato quel conservatorismo  compassionevole che a giudicare  dai sondaggi potrebbe riportare  i Conservatori al potere». Paolo Becchi  prende spunto dal caso Cameron per tornare  sul dibattito italiano relativo al testamento biologico e «sui falsi paladini della libera scelta».

CANI

IL GIORNALE – “Non tutti i cani sono uguali ci vuole un po’ di razzismo”  è la provocazione della lettera aperta al sottosegretario Francesca Martini da parte di Massimo de Manzoni. in sintesi «utopico applicare le stesse misure di sicurezza a un pitbull e a un bassotto. E poi cosa significa museruola in caso di bisogno, prescritta dalla ordinanza? » un’info grafica indica i cambiamenti della legge che riguarda i possessori di cani.

CITY ANGELS

IL GIORNALE – recensisce il libro “Viaggio nell’altra dimensione, alla ricerca delle ombre” realizzato in collaborazione con City Angels, Bayern Italia e con il patrocinio delle pari opportunità.

SCUOLA

IL GIORNALE – In copertina l’annuncio “A scuola si studieranno i testi del signor G”.  la presentazione ieri   a Milano. L’iniziativa parte dall’accordo fra il ministro Gelmini, Ombretta Coli, e Dalia Gaberscik, Enzo Iacchetti.  E Enzo Savino  propone “Recuperiamo anche  Battiato e Totò”

CORRIERE DELLA SERA – Un’indagine di Tuttoscuola rivela che l’eccesso di domande per il tempo pieno, le cosidette 30 ore, e l’esigua disponibilità di posti, malgrado vi siano 19mila posti in più,  renderà impossibile «accontentare 250mila genitori». «A settembre per la prima volta il ministero quasi certamente non sarà in grado di garantire l’offerta di orario da sempre più richiesta alle elementari».

BERGAMO

IL MANIFESTO – Un’intera pagina viene dedicata ai fatti di Bergamo con foto dei pestaggi della polizia e della manifestazione dei neofascisti con casco (in primo piano la croce celtica sul retro) e bastone tra le mani. “I video «inchiodano» la questura” è il titolo dell’articolo che racconta come «Le immagini dimostrano le cariche indiscriminate contro i manifestanti». L’occhiello generale della pagina è “Fascismo”, mentre il commento di Luca Fazio “Se polizia e fascisti sfilano a braccetto” che conclude: «Purtroppo abbiamo metabolizzato che il clima non è più quello di una volta perché “non c’è un governo di sinistra” – così un funzionario della Digos avrebbe “speigato” i pestaggi – ma forse il questore di Bergamo potrebbe mostrarsi meno pigro e banale dei suoi sottoposti. Troppo facile cavarsela ringraziando il personale per il lavoro svolto e minimizzare i disordini dicendo “non si è trattato di una cosa di grande rilievo”. Come no… Proteggere i fascisti non è più reato?»

IRAQ

LA STAMPA – dedica un primo piano all’assoluzione di Tareq Aziz, con un  bel pezzo di Maurizio Molinari da New York. «Grazie», ha detto l’ex  vicepremier di Saddam Hussein, alzando la mano destra in segno di  saluto verso i giudici, commentando con quest’unica parola la  decisione el Tribunale speciale di Baghdad di assolverlo dall’accusa  di crimini contro l’umanità per il coinvolgimento nella strage di  sciiti seguita all’assassinio dell’ayatollah Mohammed al-Sadr nel  ’99. I vescovi caldei iracheni  si erano impegnati per salvare Aziz, che è stato il principali  interlocutuore nelle mediazioni tentate da Giovanni Paolo II per  scongiurare la guerra del Golfo.

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