Sostenibilità
Eco-educazione tra gli stand nella città dei bambini
I laboratori didattici interattivi
di Redazione
Perché sia sostenibile, la sostenibilità va imparata da piccini. E quanto prima è, meglio è. Così all’interno di Ecomondo è stata organizzata una vera e propria “città dei bambini e dei ragazzi”, con laboratori didattici interattivi a numero chiuso (dai 20 ai 30 i partecipanti, a seconda della tipologia di incontro).
Pensati per un apprendimento che parte dall’esperienza e soprattutto mirati alle caratteristiche e alla maturità dei partecipanti (che sono studenti dalla scuola primaria alle superiori), i laboratori si configurano come momenti anche ludico-ricreativi in cui i più giovani possono comprendere cosa significhi veramente rispettare l’ambiente, ridurre l’impatto della propria vita, consumare meno e riciclare tutto ciò che può avere una seconda chance. Momenti in cui mettere a confronto comportamenti, conseguenze e alternative a portata di mano.
Perché non è scontato, ad esempio, che si sappia quanto i tanto amati cellulari possono, una volta dismessi, inquinare il pianeta. O quanto eccessivi e ridondanti siano gli imballaggi delle merci e come sia possibile riciclarli anche creativamente. «Un gruppo di artisti lo mostrerà ai ragazzi, realizzando alcune installazioni come ad esempio “Plastic Vortex”, una mostra intitolata “Rifiuti in cerca d’autore” e costruendo addirittura strumenti musicali con barattoli di acciaio, cartone e legno», spiega Emanuela Ursino, responsabile di Ecomondo Education (un’iniziativa lanciata con lungimiranza nel lontano 1998). Anche in questo spazio, del resto, le parole d’ordine sono recupero, riciclo, riutilizzo, risparmio. Termini che però non rimangono nella silenziosa astrazione in cui siamo talvolta abituati a collocarli.
«Grazie alle numerose realtà ? associative cooperative e imprenditoriali ? che contribuiscono organizzando ciascuna un laboratorio, i partecipanti possono davvero toccare con mano le conseguenze delle loro scelte, conoscere e sperimentare le alternative possibili e oltretutto divertirsi: quasi tutti gli spazi sono impostati con un’ottica ludica o spettacolare che li rende particolarmente efficaci e interessanti. Non a caso abbiamo avuto circa 4mila adesioni, fra studenti e insegnanti. In pratica il tutto esaurito e senza una promozione particolare». Segno, probabilmente, che fra i più giovani la sensibilità ambientale è forte e che grande è la voglia di conoscere gli strumenti per affrontare, nel nome del rispetto, i molti aspetti della vita quotidiana che implicano scelte di consumo.
«Vogliamo incentivare il protagonismo dei ragazzi. In un laboratorio, ad esempio, che si intitola “Mappastratta” chiediamo loro di progettare e realizzare un territorio urbano sostenibile. I modelli saranno costruiti con materiali di recupero. Misurandosi con la progettazione di una città a misura di tutti, anche i più giovani possono imparare a rapportarsi con l’ambiente, con le esigenze di mobilità e di qualità della vita», conclude Ursino.
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