Politica

Ecco quanto ci costano gli onorevoli italiani

Busta paga più pesante per i parlamentari europei. Ma...

di Gabriella Meroni

Si è svolta ieri, giovedì 15 dicembre, a Roma la presentazione di uno studio comparativo Eurispes sugli stipendi lordi dei parlamentari italiani, francesi, inglesi e tedeschi (scaricala cliccando a fianco). Secondo la ricerca, commissionata dall’Associazione degli ex parlamentari presieduta da Gerardo Bianco, i nostri onorevoli si troverebbero in busta paga ogni mese 20.486,68 euro (lordi) contro i quasi 14mila dei colleghi francesi, i 12.600 mila dei tedeschi e i 10.500 dei deputati inglesi.

Dunque sembrerebbe confermata la vulgata: la nostra casta è la più ricca d’Europa. Andando a vedere però le varie voci che compongono il mensile, si scopre che nella «paga base» degi onorevoli italiani rientrano le spese per gli assistenti parlamentari, i «portaborse» che ogni deputato e senatore deve avere e che retribuisce di tasca propria. Agi altri deputati europei, invece (sostiene lo studio Eurispes), le spese per i collaboratori vengono “coperte” direttamente dal Parlamento.

Ecco dunque le «vere» cifre degli stipendi dei parlamentari europei, che diventano improvvisamente più pesanti di quelli italiani: un deputato francese infatti ha il portaborse assunto direttamente dal Parlamento, che gli riconosce oltre 9000mila euro, e quindi – è la tesi Eurispes – quello stesso deputato costa al sistema pubblico d’Oltralpe 23.066 euro. Un deputato tedesco “pesa” per 27.364 euro (al portaborse vanno 14.700 euro), uno inglese per 21.089 euro.

Per riassumere:

Costo di un deputato italiano: 20.486,68 euro/mese

Costo di un deputato francese: 23.066,75 euro/mese

Costo di un deputato tedesco: 27.364,00 euro/mese

Costo di un deputato inglese: 21.089,83 euro/mese

Resta da osservare che i collaboratori dei parlamentari europei, proprio perché alle dirette dipendenze dei Parlamenti nazionali, sono ovviamente assunti con contratto da dipendenti a tutti gli effetti. I nostri onorevoli, invece (come documentato tra l’altro tempo fa da un clamoroso scoop di Striscia la notizia) sono soliti inquadrare i portaborse con contratti atipici, co.co.co o simili (se non, a volte, addirittura in nero…), che ovviamente comportano costi molto inferiori. Il dibattito continua.


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