Sostenibilità

Ecco perché il mondo bolle

Estate 2001. L'effetto serra sulla nostra pelle. In allegato è schematizzato il grafico del complesso sistema di gas che attanaglia la terra

di Giampaolo Cerri

Si fa presto a dire “effetto serra”. L’avvento alla Casa Bianca di George Bush junior e la sua chiarissima volontà di mettere in discussione gli accordi di Kyoto hanno rilanciato questo drammatico tema ambientale, strappandolo alla chiacchiera e al luogo comune. Il presidente americano ha scatenato i suoi esperti per sostenere che il surriscaldamento della crosta terrestre non è dovuto all’emissione di anidride carbonica ed altri gas, definiti appunto serra. Con buona pace del presidente, la maggior parte degli esperti è convinta del contrario. Ma in che cosa consiste davvero questa situazione di inquinamento tale che, assicurano alcuni esperti, l’atmosfera si surriscalda? Quali scompensi porta al clima e quali cambiamenti produrrà nei prossimi decenni? Vita ha cercato di schematizzare, attraverso un grafico quel complesso sistema di gas che attanaglia la terra. Il due grafici paralleli in alto (1) mettono a confronto l’andamento della temperatura sulla terra secondo la ricostruzione degli scienziati, e l’andamento dell’anidride carbonica nello stesso periodo. La comparazione è resa possibile dall’analisi di alcune bolle d’aria prelevate nei ghiacci dell’Antartide. L’intervallo di tempo esaminato va da 400 mila anni fa fino ad oggi e documenta come, all’aumento di CO2 nell’atmosfera, abbia fatto riscontro una crescita della temperatura terrestre. Un dato che si può leggere anche nei grafici sotto a sinistra. Il primo (2) fotografa l’innalzamento della temperatura dal 1860 ad oggi, mentre i grafici sottostanti (3) mostrano un’impressionante analogia nelle curve di anidride carbonica, metano e protossido d’azoto. Il grafico centrale e più grande (4) propone il ciclo del carbonio, con tutti gli attori che in esso giocano un ruolo fondamentale. A cominciare da quello dei gas. Il diagramma a torta A) mostra come l’anidride carbonica di origine umana e naturale contribuisca per il 55% a l’effetto serra. Gas che sopravvivono circa 100 anni nell’atmosfera. Seguono con il 17% i clorofluorocarburi (Cfc) emessi da condizionatori e freezer e che durano da 60 a 120 anni. La percentuale del metano (dalle flautolenze dei ruminanti alle molecole sprigionante dalle miniere di carbone) arriva a quota 15%, con tempi di permanenza che però non superano i 10 anni. Seguono il protossido d’azoto sprigionato dal suolo e dal mare (7%) e altri gas (6%). Lo scambio di anidride carbonica e ossigeno B ) fra l’atmosfera e la terra – espresso in miliardi di tonnellate all’anno – si compone di varie uscite ed entrate. Fra le uscite troviamo le attività industriali dell’uomo C) per 5,5 miliardi all’anno, l’azione degli oceani D) per 90, bilanciati da un flusso contrario di 92; la respirazione delle piante E) il cui effetto è annullato dalla fotosintesi; quindi la deforestazione F), che “pesa” 1,5 tonnellate, contro l’apporto di ossigeno dovuto al rimboschimento, stimato in mezzo miliardo di tonnellate. Rilevante anche il ruolo dei vari vulcani G) attivi del pianeta: dalle sommità dei crateri arrivano nell’atmosfera 80 milioni di tonnellate di CO2. Attenzione però, il termine che oggi utilizziamo con una valenza negativa – l’effetto serra, appunto – è indispensabile alla vita sulla Terra stessa. Senza questo filtro, infatti, la temperatura crollerebbe fino a -18 gradi. Il problema è però un altro e il grafico H) lo spiega con grande chiarezza evidenziando il gioco di specchi fra il sole da una parte, la terra d’altra e i gas serra in mezzo. I raggi solari infatti arrivando nell’atmosfera penetrano per la metà del loro potenziale. Un irraggiamento che rimbalza sulla terra e viene letteralmente intrappolato dai gas serra. Solo il 2,5% di quella luce ritorna verso lo spazio: il restante 47,5% riprende la strada della superficie terrestre determinandone il surriscaldamento e, di conseguenza, l’innalzamento della temperatura. A Bush piacendo.


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