Cultura

Ecco l’orchestra del Papa

L'Orchestra Esagramma, composta da musicisti disabili, domenica alle 9,30 suonerà alla messa con Benedetto XVI all'Agorà dei Giovani. Vi raccontiamo la sua storia

di Sara De Carli

Per la seconda volta suoneranno dal Papa. L?appuntamento è alle 9,30 domenica mattina, per la messa dell?Agorà dei Giovani, che richiamerà almeno 300mila persone. Ora sono in viaggio, appena partiti da Milano: due pullman con i 30 musicisti di <b>Esagramma</b> (dai 15 anni in su) più gli altri trenta musicisti professionisti che li accompagnano, le famiglie, gli amici. E naturalmente i ?deus ex machina? di tutto ciò: <b>monsignor Pierangelo Sequeri</b> e <b>Licia Sbattella</b>, che all?inizio degli anni 80 hanno avuto l?idea. Esagramma, perché a loro il pentagramma non basta. I ragazzi soffrono di autismo, sindrome di down, ritardi mentali, disordini psicotici, alcune sindromi genetiche più rare, come la sindrome di Angelman. L?orchestra è una terapia contro il disagio psichico e mentale. Il metodo si chiama musicoterapia orchestrale, e l?aggettivo fa la differenza. Niente suoni d’acqua, cinguettii, battiti del cuore. Una vera orchestra da camera, che suona Beethoven, Bizet, Gershwin, Grieg, Mahler, Musorgskij, Stravinsky. «Non sappiamo come ci presenteranno», dice Pierangelo Sequeri. «Certo chi ci ha chiamato ci ha scelti per il nostro specifico. I ragazzi di Loreto se ne accorgeranno e no, l?obiettivo è quello di sostenere il canto, però ci saranno passaggi in cui si avvertirà l?elemento bambino dell?orchestra. È una questione di colori, come l?orchestra di Mozart è diversa da quella di Sravinsky. Quello però che vorrei sottolineare, in tutto il parlare di disabilità che si fa anche in questi giorni, che a noi non interessa un?integrazione fine a se stessa. Noi abbiamo sempre avuto l?ambizione di mirare a un?integrazione che abbia contenuti di qualità. Di solito si guarda ai disabili come a persone da portare al livello di autonomia nella soddisfazione dei bisogni elementari. Tutto bene, magli esseri umani hanno bisogno anche di cose intelligenti, di cose da adulti, di qualcosa che metta in gioco la loro interiorità. E per fare questo, chi ha uno svantaggio ha diritto a strumenti migliori. Essere qui oggi per noi è dire che i disabili hanno il diritto e le capacità di accedere ai livelli alti dello scambio umano e culturale. E l?esperienza di oggi sosterrà la loro vita in tante altre mille piccole cose». L?invito a Loreto è arrivato a fine inverno, da <b>monsignor Antonio Parisi</b>, il responsabile nazionale per la Musica Sacra presso l’Ufficio Liturgico Nazionale della CEI. Forse anche in memoria dell?ottima impressione fatta dall?orchestra al Giubileo dei disabili, nel 2000. Allora i ragazzi avevano eseguito una messa che Sequeri aveva composto per l?occasione, questa volta suoneranno i canti classici, quelli che un?assemblea di 350mila giovani non può che cantare a squarciagola. Ci saranno ?Eccomi?, ?Cantate al Signore? e ?Luce di verità?, che sono un po? l?inno dell?Agorà. L?orchestra ha rivisto gli spartiti, adattandoli a musicisti che non leggono gli spartiti ma interpretano lo spirito della partitura. «Riarrangiare gli spartiti è stato un lavoro molto complesso, anche perché i canti erano davvero molti», spiega Marco Sciammarella, responsabile dell’orchestra. «I ragazzi sono eccitatissimi, anche perché questo è il debutto in un?occasione così importante, dell?orchestra giovani, del nostro vivaio».


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