Non profit

Ecco le novità del Summit

Filo diretto con Luca De Fraia, Action Aid International

di Redazione

È cambiato l’approccio. All’Africa e ai temi dello sviluppo. E’ questa la novità più importante del Summit delle Nazioni Unite sugli obiettivi del millennio in corso a New York secondo Luca De Fraia, segretario generale di Action Aid International.

«Qui al summit c’è la consapevolezza di avere di fronte un quadro geografico e umano molto diverso rispetto al passato» afferma De Fraia, negli Usa per seguire il vertice che si concluderà domani al Palazzo di Vetro. «In Africa ci sono Paesi con delle buone performance sia di crescita economica che di avvicinamento agli obiettivi del millennio. Il Malawi ha dato un’ottima risposta alla crisi alimentare e il Burkina Faso ieri è stato presentato come un esempio di buona prassi economica. Inoltre, proprio in questi giorni il Fondo monetario internazionale ha detto che la risposta dei Paesi più poveri alla crisi è stata migliore delle aspettative».

L’Africa smetterà di essere in blocco sinonimo di povertà? «Ormai bisogna ragionare Paese per Paese» afferma De Fraia. «Prima della crisi economica globale alcuni Paesi africani avevano ottime performance di crescita del Pil, del 5-6% l’anno, e dopo hanno retto meglio di alcuni Paesi occidentali. È una situazione diversa da quella che abbiamo conosciuto negli ultimi dieci anni».

Dal punto di vista della crescita economica, i dati dell’African economic outlook parlano di crescita superiore al 6% per Congo, Liberia, Ghana, Repubblica democratica del Congo, Uganda, Angola e addirittura al 10% per l’Etiopia. Per quello che riguarda gli obiettivi del Millennio, il quadro è molto diversificato. L’Etiopia è ancora il Paese con la perfomance migliore: in linea su 6 dei 7 obiettivi (indietro su sostenibilità ambientale). Buoni risultati anche di Tunisia e Uganda. All’altro estremo Nigeria e Niger.

«Non possiamo più parlare di Paesi in via di sviluppo in senso generico, o di Africa e Asia come se fossero continenti omogenei al loro interno» dice De Fraia. «Ci sono situazioni molto diverse le une dalle altre. Questo però vuole dire che anche le risposte ai problemi dovranno essere diversificate».

Il vertice voluto dalle Nazioni Unite per fare il punto sugli obiettivi di sviluppo del millennio corre sui binari istituzionali ma non manca di riservare sorprese. Come quella di ieri firmata Nicolas Sarkozy. Il presidente francese ha rilanciato la proposta di una tassa sulle transazioni finanziarie, un meccanismo che prevede un’aliquota minima dello 0,005% sulle operazioni effettuate con le quattro principali valute del mondo. Secondo l’osservatorio intergovernativo Leading Group questo tipo di tassazione potrebbe generare un flusso di fondi pari a 33 miliardi di dollari l’anno. Fondi che, dicono da molto tempo le organizzazioni umanitarie, potrebbero essere utilizzati per combattere le malattie e creare sviluppo nei Paesi più poveri.

«La proposta di tassare le transazioni finanziarie esiste da tempo e ha ripreso fiato dopo la crisi economica, la novità è che prima di questo vertice non c’era affatto l’impegno di usare le risorse generate da questo meccanismo per lo sviluppo» afferma De Fraia. «Può darsi che Sarkozy abbia voluto rilanciare la sua immagine dopo lo scontro con la Commissione europea sull’espulsione in massa dei rom dalla Francia» continua il segretario generale di Action Ad. «Ma sarà in ogni caso molto interessante esaminare nel dettaglio della proposta francese per vedere se c’è davvero uno spostamento verso le posizioni espresse dalla società civile».

Oggi al summit di New York anche Hillary Clinton dovrebbe farsi portavoce di una proposta americana per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo del millennio.

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