Formazione

Ecco le Lauree Professionalizzanti. Un colpo durissimo al neonato sistema della formazione terziaria

Il coordinatore della Cabina di Regia del Sistema Istituti Tecnici Superiori, Alessandro Mele, attacca: «È un colpo di coda dell'ex Ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini. È necessaria una revisione immediata del decreto, perché il dialogo istituzionale possa riprendere con un tavolo di concertazione»

di Alessandro Mele

L’ex Ministro Giannini in zona “Cesarini” scende le scale del MIUR con un colpo di scena, o meglio un colpo di coda. Il 12 dicembre a partita finita, quando tutti erano negli spogliatoi, all’oscuro di tutti ha firmato un decreto che istituisce le Lauree Professionalizzanti, azzerando la discussione avviata da alcuni mesi sullo sviluppo razionale del neo nato sistema Italiano della formazione terziaria professionalizzante.

Il sistema degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) in Italia è una realtà ancora giovane (attiva da 5 anni) e di piccole dimensioni (circa 6.000 allievi) rispetto alle migliori esperienze europee, ma ha dimostrato di essere già una efficace risposta formativa, con un tasso di occupazione dei giovani diplomati superiore all’80%. Questo modello di scuole tecnologiche segna la strada maestra rispetto ai cambiamenti globali che stanno sgretolando il quadro di competenze tradizionali e travolgendo la struttura attuale del mercato del lavoro. Industry 4.0, cyber security, Internet delle cose, la pervasività della robotica, sono solo alcune delle sfide tecnologiche che stanno rivoluzionando i modelli economici e produttivi che abbiamo conosciuto finora.

A partire dalla Conferenza Nazionale di maggio 2016 era stato avviato un dialogo sul rapporto tra ITS e Università per uno sviluppo integrato del sistema terziario. La preoccupazione era e resta quella di far crescere organicamente il sistema e di non creare una cannibalizzazione tra la proposta biennale degli ITS e l’offerta formativa universitaria. Una offerta formativa universitaria in sovrapposizione con quella degli ITS svuoterebbe infatti un’esperienza certa (e con risultati acquisiti) nella capacità di offrire risposte flessibili e personalizzate aderenti alle esigenze del mercato del lavoro, dinamiche e in continua evoluzione; l’alternativa sarebbe tutta da costruire.

Se la forzatura del decreto ministeriale appare dubbia nel merito, stroncando il dialogo sul ragionevole sviluppo organico del sistema, maggiori perplessità sorgono sulla sua stessa legittimità, volendo regolare un settore, la formazione professionale, di competenza regionale senza averne coinvolto alcuno degli interlocutori.

È necessaria una revisione immediata del decreto, perché il dialogo istituzionale possa riprendere con un tavolo di concertazione. Occorre discutere in maniera organica su alcuni temi decisivi: la forma del sistema terziario italiano nei sui diversi attori e una stabilizzazione del modello ITS; la pluralità dell’offerta formativa; le conseguenti scelte politiche di spesa pubblica. Non c’è più il tempo di tornare su passate esperienze universitarie professionalizzanti già fallite.

La revisione del decreto e la ripresa del dialogo richiedono urgentemente una paternità politica sullo sviluppo del sistema della formazione terziaria professionalizzante: è una priorità strategica per il nostro Paese.


La Cabina di Regia del Sistema Istituti Tecnici Superiori
*Alessandro MELE (coordinatore nazionale), Giovanni ALBETTI, Marco FAVARO, Massimiliano GUERRINI, Giorgio MARACCHIONI, Nicola MODUGNO, Vito Nicola SAVINO, Claudio SENIGAGLIESI, Stefano SERRA, Adriana SONEGO

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