Famiglia

Ecco la Nazionale dei palloni puliti

Ronaldo si era defilato scaricando la patata bollente ai politici. Ma loro non ci stanno e così Signori, Zidane, Peruzzi, Taibi & C. scendono in campo per giocare la partita della dignità. Perché «lo

di Federico Cella

Fu Life nel giugno 1996 a svelare con un impressionante reportage fotografico di Marie Dorigny in Pakinstan la violenza fisica e morale che si nasconde dietro ogni calcio al pallone e alle sponsorizzazioni miliardarie dei campioni dello sport. Quindici giorni fa è stato un inviato del Corriere della sera, Riccardo Orizio, dall?India a suscitare scandalo con il suo racconto: «Ecco l?elenco dei palloni visti in lavorazione in un sabato qualsiasi di dicembre. Puma, Mitra, Arsenal e Blackbourne (palloni ufficiali delle due squadre inglesi), Universal e Mondo spa. Molti hanno il simbolo di Francia ?98; ufficialmente approvati dagli organizzatori del campionato mondiale di calcio». Pakistan e India il regno dei palloni cuciti a mano, da bambini tra i sette e i 13 anni pagati 170 lire l?ora. Nonostante gli autorevoli inviti (politici, sindacalisti, editorialisti) anche questa volta il muro d?omertà dei calciatori miliardari sembrava compatto. Il massimo che un nugolo di giornalisti era riuscito a strappare dai campioni era una deprimente dichiarazione del calciatore più sponsorizzato del mondoRonaldo, invitato da Cofferati in persona a fare da testimonial per una campagna contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Ecco quel che aveva detto ?O? fenomeno?: «Ci sono tante cose che nel mondo non vanno bene, e questa è una. Non sono però io che devo trovare una soluzione. Che ci pensino i politici».
Il mondo del calcio, come si sa, è una gabbia dorata e i calciatori sono spesso ragazzotti un po? viziati e poco informati, ma ugualmente non ci siamo arresi al silenzio pesante di questi anni e a quello pesantissimo di queste due settimane. Abbiamo fatto qualche incursione nel mondo dorato del calcio portando tutta la documentazione possibile e incontrando i campioni nostrani. E abbiamo avuto ragione, il silenzio imbarazzante si è rotto. Per primo una bandiera del calcio italiano, in campo sino a qualche mese fa e oggi dirigente del Milan,Franco Baresi. È lui ha lanciare il primo forte appello ai suoi colleghi in campo e a quelli negli uffici: «Per favore basta, non possiamo più trincerarci dietro al fatto che ci sono forti interessi in gioco per le società e per noi calciatori. È inammissibile, triste, brutto pensare di dover giocare con scarpe o palloni prodotti alla faccia dei diritti umani più elementari. Il mondo dello sport e del calcio è stato sino ad oggi troppo in silenzio su questo problema, il mio appello è a colleghi e dirigenti perché facciamo sentire la nostra voce. Mi metto a disposizione perché una grande campagna porti ai mondiali di Francia ?98 la certezza ai calciatori e ai milioni di telespettatori di assistere a partite giocate solo con palloni garantiti, puliti». All?appello di Baresi fanno eco e danno la disponibilità ad una campagna altri campioni. Angelo Peruzziascolta con interesse la questione e quindi dice: «È vero ci si dovrà muovere, non possiamo certo continuare a nasconderci. Lo sfruttamento del lavoro minorile è inacettabile». Dal campo alla panchina, ecco il fiero Marcello Lippi, allenatore dei Campioni della Juventus. «Certo che ero a conoscenza della situazione. Stiamo attivandoci perché anche le nostre associazioni prendano una iniziativa. È un problema che va da noi affrontato».Alberto Zaccheroni, ?mister? della sorprendente Udinese, gli fa eco: «È una cosa su cui non mi ero soffermato, ma che ritengo molto ingiusta. Sì, dovrà esserci una reazione da parte nostra». Più deciso invece il gigantesco portiere del Milan,Massimo Taibi: «Sì, sapevo di questo problema, una cosa schifosa, non c?è niente da dire. Credo che soprattutto i dirigenti delle Federzioni nazionali calcio e gli organizzatori di Francia ?98 dovrebbero muoversi per una seria iniziativa».
Zinedine Zidane, che in Francia sarà tra gli idoli locali è molto impressionato, strizza gli occhi verdi: «Certo, il momento dei Mondiali è quello giusto, perché questo problema va portato fuori; anche noi giocatori dovremmo fare qualcosa perché si fermi questo sfruttamento. Sono a disposizione». È un rinatoBeppe Signorinon ci nega uno scatto: «L?appello di Cofferati mi ha fatto molto riflettere sul ruolo che i personaggi pubblici devono avere in campagne come quelle per il pallone pulito. Io sono pronto, l?idea di giocare con palloni dietro cui c?è la sofferenza di un bimbo indiano di 7 anni mi fa schifo».
Sergio Campana, presidente dell?Associazione italiani calciatori si schernisce: «È un problema di grande attualità ma non è una tematica che riguarda solo il calcio, o il mondo dello sport». Obiettiamo, ma i soldi risparmiati, magari sfruttando i bambini, poi finiscono nelle sponsorizzazioni miliardarie di molti giocatori italiani. Campana allora promette: «Le assicuro che per me rappresenta una grande preoccupazione, e l?associazione, per quanto potrà fare, non si sottrarrà alle sue responsabilità».
Eros Ramazzotti, della Nazionale italiana cantanti, aggiunge la sua voce: «Anche noi, per una decina di volte l?anno, scendiamo in campo nei grandi stadi. Per questo credo di poter chiedere ai calciatori veri di attivarsi, insieme a noi cantanti calciatori per gioco, per pretendere la clausola sociale sui palloni. Magari da Francia ?98».

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