Mondo

Ecco la Guantanamo d’Africa

Un centro di detenzione per stranieri è stato chiamato "Guantanamito" dalla popolazione. Ci finiscono gli africani che vogliono arrivare illegalmente nelle Canarie. Ma anche chi non vuole

di Riccardo Bianchi

Nell’Aprile del 2006 i soldati spagnoli ristrutturarono una vecchia scuola nella cittadina di Nouadhibou, in Mauritania, sulla costa atlantica. Lo scopo era quello di ospitare gli africani che tentavano o erano già entrati illegalmente nelle isole Canarie, ma erano stati rimandati indietro. Poi hanno lasciato la struttura nelle mani delle forze di sicurezza mauritane.

Il centro è stato spogliato di tutto e le classi sono diventate delle vere e proprie celle, sovraffollate e sporche. Oggi le condizioni di vita degli emigranti sono tali che la gente di Nouadhibou l’ha rinominato Guantamito, nome che ricorda la base americana di Guantanamo, tristemente famosa per il basso livello di rispetto dei diritti umani.

La polizia arresta gli stranieri che guardano il mare
È stata Amnesty International, che nel Marzo 2008 è potuta entrare nel centro, a denunciare le vergognose condizioni in cui vivono queste persone. Non vengono forniti loro neanche i pasti e mangiano grazie agli aiuti della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. In totale, secondo i dati del Servizio di Sicurezza Nazionale mauritano, nel 2007 sono passate dalla struttura oltre 3.250 persone, che sono rimaste per giorni, settimane o anni, in attesa di essere spediti in Mali o in Senegal.

L’organizzazione per i diritti umani ha attaccato il governo della Mauritania anche per i metodi con cui vengono fermati i sospetti futuri clandestini. La maggior parte, come dimostrano le interviste riportate nel rapporto di Amnesty, è stata arrestata mentre dormiva o camminava per strada, perché vestiva due paia di pantaloni o perché guardava la spiaggia. Durante l’arresto molti di questi sono stati derubati o è stato tolto loro il permesso di soggiorno.

Amnesty: la colpa è delle pressioni spagnole
Secondo AI, dietro a queste politiche repressive ci sarebbe la Spagna. Madrid ha anche stipulato un accordo con il paese africano che prevede l’obbligo per il governo di Nouakchott di accogliere i clandestini espulsi dalle Canarie, da qualsiasi stato arrivino. Poi, quando si decide, l’esercito mauritano li prende e li scarica al confine con il Mali o con il Senegal, anche se vengono da Liberia, Ghana o da qualunque altra nazione.

La Spagna risponde: Amnesty sbaglia, la responsabilità è della Mauritania
La risposta degli spagnoli non si è fatta attendere. In un articolo, il giornale El Pais punta il dito contro la polizia di Nouadhibou per aver trasformato un buon centro di accoglienza in un carcere della peggior specie, accusando Amnesty di aver incolpato ingiustamente l’esecutivo iberico.

Il ministro degli esteri di Madrid, Miguel Ángel Moratinos, ha detto che «il governo avvierà una missione per aiutare i mauritani a garantire condizioni migliori per gli immigrati clandestini». Ha però aggiunto che i media hanno ingigantito il problema e che la Spagna continuerà a «combattere all’origine l’immigrazione clandestina».

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.