Mondo
Ecco la carta dei diritti del minore adottato
Adozioni. Presentata dalla Provincia di Milano e dal Ciai (di Viola Calvi).
di Redazione
Un documento in dieci punti, scritto in prima persona, con la semplicità e la comprensibilità del linguaggio dei bambini: è la Carta dei diritti del bambino adottato, presentata dalla Provincia di Milano lo scorso 19 novembre nell?ambito di un affollatissimo convegno su adozioni e diritti realizzato in collaborazione con il Ciai.
"Ho diritto ad avere tempo per fidarmi dei nuovi genitori". «Ho diritto a tenere il mio nome». «A scuola tutti dovranno rispettare la mia storia». Sono questi i piccoli ?comandamenti? che costituiscono la Carta dei diritti del bambino adottato, documento che la Provincia di Milano ha presentato per ribadire e diffondere i bisogni di tanti minori italiani e stranieri – in Italia questi ultimi sono oltre 18mila, 3.774 nella sola Lombardia – che vivono il delicato cammino di inserimento nella nostra società. Predisposta da un gruppo multidisciplinare di esperti e costruita attraverso un prezioso lavoro di ascolto degli stessi protagonisti dell?adozione – le famiglie e i ragazzi – la Carta dei diritti si propone come una guida per i genitori e gli operatori, con lo scopo non solo di proteggere ma anche di promuovere la cultura dell?infanzia. «Quando abbiamo iniziato ci siamo domandati se davvero questo testo fosse utile, vista l?esistenza della Convenzione dei diritti del fanciullo che già copre l?intera area del diritto dell?infanzia», ha spiegato Margherita Gallina, assistente sociale della Provincia di Milano responsabile del progetto. «Da un lato, temevamo il rischio che una Carta così ?settoriale? potesse avallare un?idea di diversità e una forma di discriminazione. Dall?altro, l?esperienza insegna che i bisogni di un bambino adottato possono essere così specifici da non poter essere generalizzati. Un bambino adottato può essere tutelato solo se si tiene conto delle sue differenze, della sua particolare storia, del suo essere ?in cammino?».L?elaborazione della Carta ha tenuto conto di tutte le fasi dell?adozione: dalla fase antecedente (in cui si ribadisce il diritto del bambino a crescere nella famiglia d?origine e in mancanza di altre possibilità ad essere adottato) alla fase dell?incontro con la nuova famiglia, fino al post adozione e al diritto di chiedere informazioni sulle proprie origini. Molte delle istanze emerse durante la stesura ruotano attorno a quattro principi fondamentali: l?uguaglianza, il rispetto dell?identità, il riconoscimento dei bisogni, il principio di tolleranza. Quest?ultimo, in particolare, «non ha a che fare con atteggiamenti paternalistici di benevolenza», ha spiegato Margherita Gallina, «ma con quell?apertura mentale che permette l?accoglienza nell?ambiente e la costruzione di un consenso sociale attorno all?esperienza di filiazione non biologica». La diffusione di una cultura dell?accoglienza è proprio l?obiettivo della Carta e, non a caso, la Provincia ne sta valutando la diffusione nelle scuole, dove la condizione di adottato può rappresentare, ancora oggi, un elemento problematico nell?integrazione e nei processi di apprendimento.
Viola Calvi
Per saperne di più: <a href="http://www.provincia.milano.it/diritti_tutele/index.html">Diritti & Tutele</a>
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