Volontariato

Ecco l’acchiappasisma

Isolatori e dissipatori di energia: si chiamano così i due sistemi capaci di annullare gli effetti devastanti delle scosse. Catturano la forza sismica e la trasformano in calore.

di Mariateresa Marino

Difendersi dai terremoti di forte intensità è possibile. Grazie a interventi antisismici di alta qualità, nella cui progettazione e realizzazione l?Italia è all’ avanguardia. Per discutere di questo tecnici e politici si sono incontrati di recente, non a caso nella città di Perugia, per una giornata di lavoro organizzata dall?Università degli studi del capoluogo umbro e dal Glis, gruppo di lavoro ?Isolamento sismico? dell?Associazione nazionale italiana di ingegneria sismica. Una giornata di studio corredata da una mostra, dove sono state esposte le più recenti tecnologie in materia di difesa dai terremoti. Due i metodi che i tecnici e gli studiosi hanno illustrato: l’isolatore sismico e la dissipazione energetica. È l?ingegnere Martelli, responsabile dell?unità di sviluppo di nuovi sistemi antisismici dell?Enea e coordinatore del Glis, a spiegare in parole comprensibili a tutti i due termini che sembrerebbero chiari solo agli addetti ai lavori. «L?isolatore sismico è un sistema di costruzione flessibile che serve quasi da filtro tra la struttura e il terreno; non irrobustisce la prima, bensì diminuisce l?intensità dell?energia sismica, trasformandola in calore e disperdendola senza che provochi danni. I sistemi dissipatori, invece, sono sistemi posti alla base delle costruzioni o tra un piano e l?altro se la struttura è particolarmente alta e bruciano, se così si può dire, una parte dell?energia sismica». Insomma, una sorta di ammortizzatori che sostengono il flusso del sisma, lo impoveriscono di intensità e lo fanno defluire come se fosse una fonte naturale e innocua di calore della terra. Sistemi che sono applicati da molto tempo e con ottimi risultati in Giappone e negli Stati Uniti. E in Italia, che ne rivendica la paternità e la progettazione? «Sono state fatte nel nostro Paese circa trenta applicazioni, ma tutto si è bloccato nel 1993», continua Martelli, «quando il ministero dei Lavori pubblici le ha considerate tecniche non convenzionali e quindi non rientranti nella legge sismica numero 64. E ancora adesso attendiamo che il dicastero emani le linee guida per poter operare». Sarà ipotizzabile dunque un futuro di abitazioni costruite per non crollare al primo terremoto che superi il quinto grado della scala Mercalli. Può darsi, se i costi diventeranno accessibili. «Per adeguare una struttura pubblica, come un ospedale o una scuola, si parte da una cifra non astronomica, tra i duecento e i quattrocento milioni», afferma l?ingegnere dell?Enea. «Meno di quanto si spende per far fronte ai danni che il terremoto ha già provocato. Sarebbe fondamentale dotare proprio queste strutture di pubblica utilità delle tecniche antisismiche. E in ogni caso, i costi aumentano se si opera su strutture già esistenti, sono invece più contenuti se applicati a opere da realizzare ex novo». Per la protezione delle opere d?arte il discorso cambia. L?isolatore sismico e i dissipatori di energia, infatti, sono sistemi invasivi il cui uso potrebbe essere controproducente per le strutture già delicate dei monumenti. Si possono isolare alcune opere singole, come è stato fatto per i Bronzi di Riace a Reggio Calabria, oppure (come avviene già da tempo in Giappone) si protegge tutta la struttura del museo. «Su questi progetti abbiamo avviato un dialogo con le sovrintendenze, che purtroppo manifestano ancora una certa riottosità nell?accettare le nuove tecnologie», conclude Martelli. E intanto gli esperti si stanno attrezzando, verificando la fattibilità di nuovi sistemi su una ?cavia? d?eccezione: il campanile di san Giorgio in Trignano a Reggio Emilia.


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