Non profit

Ecco il non profit che vorrei quest’anno

di Redazione

Caro direttore, ogni tanto è giusto fare un “bilancio della situazione” e riflettere sui buoni propositi da mettere in pratica nella propria professione. Allora ti vorrei proporre brevemente tre miei desideri legati al mondo del non profit, al mio lavoro di manager e fundraiser, e anche qualche idea per realizzarli.
Vorrei un mondo non profit sempre più capace di “fare sistema”, partendo dalle persone che lo “governano”. Vorrei che la società civile e la politica riconoscessero il ruolo della raccolta fondi come elemento chiave per lo sviluppo e la sostenibilità del terzo settore. Vorrei che i manager del non profit, e i fundraiser in particolare, fossero consapevoli della loro importanza e della loro professionalità.
Tutti questi desideri hanno un comune denominatore, un elemento che li può riunire: è la capacità di andare oltre i particolarismi, i personalismi e gli egoismi di varia natura che a volte soffocano il nostro settore. Naturalmente non capita solo nel non profit, ma trattandosi di un settore così intimamente legato al “bene comune”, faccio sempre fatica ad accettare l’egoismo quando sono costretto a constatarlo nella realtà quotidiana dei fatti. Ma andiamo oltre! Concentrarsi sul “costruire” e sull'”innovare” è indispensabile per far sì che il non profit si senta sistema e che sia riconosciuto come tale. Le associazioni di secondo livello devono riuscire a rispondere a questa esigenza, dallo storico Forum del terzo settore fino alle nuove esperienze come Agire, che riunisce molte delle più importanti ong italiane impegnate nelle emergenze umanitarie.
Riguardo al fundraising sono ormai convinto, dopo qualche anno in questo settore, che senza un riconoscimento culturale del ruolo della raccolta fondi questa non potrà mai crescere, non ci saranno né donatori maturi né un fundraising efficace. E questo è un danno in prospettiva per la crescita della società civile, perché senza una presa di coscienza forte della responsabilità di ognuno di noi nella costruzione del bene comune la nostra società è destinata a ripiegarsi su se stessa. Le risorse date al non profit sono risorse per il benessere sociale, negli Stati Uniti del resto si dice «siamo ricchi perché siamo generosi». Gli sforzi dell’Agenzia per le onlus di individuare delle linee guida per la raccolta fondi sono un passo importante verso questa direzione (così come quelle per la redazione del bilancio) e il 2010 sembra l’anno giusto per vedere queste “norme” (non cogenti) operative. Bene! Una proposta concreta: le associazioni che decideranno di aderire a queste linee guida lo dichiarino pubblicamente sul loro sito web in home page: l’aspettativa del donatore informato è il miglior “controllore” possibile, molto più di comitati etici e sanzioni varie. Un caro saluto

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