Cultura

Ecco il nomenclatore che scontenta tutti

Alle associazioni dei disabili e a quelle delle aziende le nuove norme non piacciono affatto. Così dopo sei anni di attesa è tutto da rifare. E si chiude l’ennesimo atto di una storia infinita

di Mariateresa Marino

È appena nato, ma ha già le ore contate. È il nuovo nomenclatore tariffario delle protesi e degli ausilii pagati dallo Stato agli invalidi. Nuovo si fa per dire, dato che
ha una validità limitata a un anno, cioè fino al dicembre 1999. In due incontri preliminari, quasi in ?camera caritatis?, con le associazioni di disabili e invalidi e i produttori e fornitori di protesi, il ministero della Sanità ha illustrato il docuniento ?a tempo?. Come dire, una tappa intermedia nell?attesa di definire il nuovo e più completo nomenclatore, che si fa attendere ormai dal 1992, e che ha avuto varie battute d?arresto, non ultima la bocciatura dell?Antitrust lo scorso anno. L?autorità garante della libera concorrenza, infatti, dall?esame del documento inserito in un decreto ministeriale del dicembre ?96, aveva concluso che di libera concorrenza nel mercato degli ausilii non c?era neanche l?ombra. Il risultato è stato la ?rissa? tra le aziende e le federazioni di categoria e un nuovo stop al nomenclatore. Intanto, coloro che degli ausilii hanno bisogno, invalidi e disabili, stanno a guardare da anni il balletto delle responsabilità fugate e delle promesse mancate.
Il tariffario presentato in questi giorni alle associazioni e alle aziende parla finalmente un linguaggio europeo, cioè è stato riclassificato riferendosi alle norme tecniche del la Comunità europea. Nell?elenco fanno la loro apparizione prodotti innovativi e moderni; c?è la possibilità della fornitura di ausilii non inclusi nel nomenclatore; fa la sua comparsa il principio del silenzio-assenso che sollecita le aziende sanitarie a concedere le autorizzazioni con tempestività.
Queste le novità. Ma quanto sono gradite alle associazioni degli invalidi? «Nulla da dire sulla prospettiva europea del documento e sulla guerra dichiarata alla burocrazia e ai tempi biblici delle forniture», afferma Franco Bomprezzi, presidente dell?Unione italiana lotta alla distrofia muscolare, «ma ancora una volta siamo di fronte allo stesso problema: un tariffario dei produttori piuttosto che degli utenti. Per esempio, si fa molta attenzione a mettere in evidenza gli obblighi dei produttori per ciò che riguarda la fornitura delle protesi, ma non si vede altrettanta attenzione nel campo dell?assistenza. Insomma, è davvero solo un tariffario, un elenco di sigle e prezzi».
Insomma, dubbio e diffidenza circolano tra le associazioni che sono state consultate per la prima volta dal ministero della Sanità
E i produttori che ne pensano? «Siamo soddisfatti al 50%», dichiara Mariateresa Agati Fumagalli, presidente di Areha (associazione di imprenditori per la riabilitazione), che nella fase di stesura del documento ha lavorato gomito a gomito con il ministero. «L?impostazione è certamente cambiata», continua la Fumagalli, « il nomenclatore è più flessibile, se bene utilizzato può dare dei buoni risultati. Ma è proprio sul principio della buona applicazione che il nostro giudizio si sospende per verificare nei fatti l?attuazione concreta delle buone intenzioni».
Insomma, può andare bene per un anno, sembrano dire tutti. Ma che sia solo un anno. «Bisogna ripartire da zero», conclude Bomprezzi, «il nomenclatore va riscritto tenendo conto soprattutto delle nuove e diverse esigenze, a cominciare da quel settore tecnologico del telelavoro che aiuta il disabile a trovare collocazione nel moderno mercato del lavoro».

Cosa cambia nel nuovo testo

Queste le principali novità contenute nel nomenclatore tariffario valido fino al dicembre 1999.
1) Ridefinizione degli ausilii tecnici per disabili secondo la classificazione Iso 9999 del 1998, approvata con norma europea. 2) Una migliore definizione del criterio di riconducibilità. Qualora, cioè, l?assistito scelga un tipo di dispositivo non incluso nel nomenclatore, ma riconducibile a giudizio dello specialista che lo prescrive al modello indicato in elenco, l?Azienda sanitaria può autorizzane la fornitura.
3) Il principio del silenzio-assenso che accelera l?autorizzazione dell?Azienda sanitaria.4) Ruolo attivo delle Regioni chiamate a sviluppare politiche autonome di assistenza.

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