Sostenibilità

Ecco il festival che va al rallentatore

A Selvazzano una sei giorni a ritmi slow

di Carmen Morrone

Economisti e alpinisti, maratoneti e musicisti. Tutti a riflettere su un modo diverso di affrontare la vita. A provare ad alzare gli occhi per accorgersi degli altri Nel logo campeggia un bradipo, che ricorda molto da vicino Sid, il mitico personaggio della saga del cartoons L’era glaciale. Un po’ come dire che la lentezza è originaria e sopravvive. «Perché la lentezza è rispettosa dell’uomo, non è uno stile di vita, è molto di più, è una necessità sociale», spiega Luca Lideo, organizzatore del primo Festival delle lentezza che si tiene a Selvazzano, in provincia di Padova, dal 17 al 26 ottobre.
Sei serate, all’auditorium San Michele, in cui poter ascoltare testimoni del vivere lentamente e così prendere spunto per rallentare il ritmo della propria vita. «Vorrei che i partecipanti continuassero o cominciassero a vivere gustando le cose che stanno attorno e a sentire questo bisogno, un modo per accorgersi dell’altro da sé. Alzare gli occhi per recuperare la visione di un contesto storico e “umano” è possibile se ci si pone nella dimensione dell’ascolto e del dialogo. Oggi troppo spesso siamo presi dal vortice di migliaia di attività e lo stesso andare in vacanza o ricercare momenti di relax diventa, come nel migliore dei paradossi possibili, una corsa», afferma Lideo.
«Il Festival vuole essere un modo “giocoso” per riflettere ascoltando alcuni testimoni che, per lavoro o semplicemente per passione, hanno adottato la “filosofia della lentezza” nel loro piccolo/grande quotidiano», aggiunge Lideo. Fra questi ospiti Fausto de Stefani, uno dei pochi alpinisti ad avere scalato tutti gli 8mila senza ossigeno. Lo scalatore sale lento per tecnica, non per scelta, precisiamo. «Sì è vero, ma De Stefani incarna i principi di questo festival perché sui luoghi delle sue ascensioni si ferma ad osservare e a ascoltare le popolazioni. Tanto che ha avviato diversi progetti di cooperazione per lo sviluppo e per la lotta alle malattie a favore delle popolazioni nepalesi».
La lentezza non si misura affatto con un cronometro eppure a Selvazzano ci sarà un altro sportivo d’eccezione: Alex Bellini, maratoneta, navigatore in solitaria che nel 2008 segna il record della traversata a remi più lunga: 18mila chilometri e 294 giorni in mare aperto. Come dire: l’uomo con le sole sue forze, con i suoi ritmi. Domenica 18 ottobre è stata proclamata “slow day” ed è prevista una camminata sulle rive del fiume Bacchiglione.
Nella serata del 26 ottobre salirà sul palco Serge Latouche, scrittore e teorico della decrescita economica. «È una grande opportunità quella di poter riflettere con Latouche per capire come possiamo cambiare i nostri comportamenti quotidiani per una economia a misura d’uomo», afferma Lideo. Ci sarà spazio anche per la musica, con il Bermuda Acoustic Trio e per un concorso fotografico.
Il festival è stato organizzato con il contributo della Regione Veneto, dei Giovani produttori di significati, del ministero della Gioventù, del Comune di Selvazzano Dentro, del Centro servizi volontariato provinciale di Padova.

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