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Ecco il decreto Gelmini

Taglio dei corsi inutili, premi alle università migliori e "punizioni" a chi sfora il budget

di Gabriella Meroni

Il 6 novembre il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto decreto-Gelmini, sull’università, che si intitola «Misure urgenti in materia di diritto allo studio, valorizzazione del merito e qualità del sistema universitario e della ricerca».

Oltre all’approvazione del decreto-legge, il ministro Gelmini ha presentato al Consiglio le linee guida per l’Università, che costituiranno i contenuti di un ampio disegno di legge di prossima presentazione al Parlamento e i cui capisaldi saranno: autonomia degli Istituti, responsabilità degli operatori e riconoscimento del merito.

Ma vediamo punto per punto il contenuto del decreto legge.

Concorsi più trasparenti: finora la commissione era formata da un membro interno e quattro membri eletti. Il decreto prevede l’elezione di un un ampio  pool ampio di docenti all’interno del quale poi saranno estratti a sorte coloro che faranno parte della commissione giudicatrice. «Si evita così – spiega il ministero – il rischio di predeterminare l’esito dei concorsi e si incoraggia un più ampio numero di candidati a partecipare».
 
Niente assunzioni con i conti in rosso: gli atenei con bilanci in perdita non potranno bandire concorsi per docenti o personale amministrativo. Il provvedimento è volto a ridurre le gestioni finanziarie non adeguate di alcune università.

3.000 ricercatori in più dal 2009: vengono stanziati 150 milioni di euro per favorire il turn over, cioè per favorire l’assunzione di giovani ricercatori e diminuire l’età media dei docenti italiani. In questo quadro vengono varati anche incentivi al pensionamento eper  l’assunzione di giovani docenti. Gli atenei potranno anche decidere di fare assumere solo giovani, fino al limite di 2 giovani ricercatori per ogni docente in pensione. Almeno il 60% delle assunzioni dovranno essere riservate a nuovi ricercatori. Le università che rinunceranno a trattenere i docenti over 70 anni possono raddoppiare il numero dei posti per ricercatori.

Fondi per gli atenei migliori: 500 milioni di euro (il 5% del Fondo del Finanziamento Ordinario) saranno distribuiti alle Università migliori, con produzione scientifica, organizzazione e qualità didattica migliori. Le università più virtuose saranno individuate attraverso i parametri di valutazione Civr, Cnvsu e modelli internazionali.

Soldi a chi elimina corsi inutili: saranno premiate con più finanziamenti ministeriali le università che ridurranno sedi distaccate non funzionali e corsi di laurea in eccesso rispetto alle reali esigenze formative degli studenti e alle richieste del mondo del lavoro.

Norma salva-enti: gli enti di ricerca sono esclusi dal blocco delle assunzioni che è entrato in vigore per tutte le amministrazioni pubbliche.

Concorsi già banditi: i bandi di concorso per posti da ricercatore già banditi sono esclusi dal turn over. 2.300 ricercatori dunque saranno esclusi dal blocco del turn over.

Fondi per gli studenti meritevoli: un incremento di 135 milioni di euro sarà destinato ai ragazzi capaci e meritevoli, privi di mezzi economici. Nel 2009-2010, con il nuovo finanziamento, tutti gli idonei in Italia avranno la borsa di studio e l’esonero dalle tasse. Sono 180 mila oggi i ragazzi idonei a ricevere la borsa di studio e l’esonero dalle tasse universitarie, ma solo 140.000 li ottengono.

Fondi per le residenze universitarie: 65 milioni di euro sono destinati a nuove strutture. Si prevedono 1.700 posti letto in più per studenti universitari.


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