Formazione

Ecco il decreto che riconosce i disturbi dell’apprendimento

Lo ha firmato oggi il ministro Gelmini

di Redazione

Il Ministro dell‘Istruzione, dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini ha firmato il decreto attuativo della legge 170/2010 che riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come disturbi specifici di apprendimento (DSA). La legge tutela il diritto allo studio puntando soprattutto su nuove forme didattiche, su adeguate modalità di valutazione e su una specifica formazione dei docenti. Secondo il Miur, sono circa 70 mila gli alunni con diagnosi di DSA, ma secondo recenti ricerche scientifiche la percentuale della popolazione scolastica interessata dai DSA va dal 3% al 5%: i casi non ancora diagnosticati potrebbero essere oltre 200 mila. Con il decreto attuativo e le Linee Guida, sono individuate le misure educative e didattiche di supporto utili a sostenere il corretto processo di insegnamento/apprendimento, fin dalla scuola dell’infanzia.

Il decreto prevede strumenti didattici e tecnologici (strumenti compensativi) che facilitano lo studio degli alunni con DSA: sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto; il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione; i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori; la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo.

Particolare importanza riveste il rapporto con le famiglie degli alunni con DSA: le istituzioni scolastiche organizzeranno con maggior frequenza incontri con le famiglie interessate, affinché l’operato dei docenti risulti conosciuto, condiviso e coordinato con l’azione educativa della famiglia stessa.

Anche gli studenti universitari con DSA hanno diritto a veder riconosciuti le misure dispensative e gli strumenti compensativi adottati nelle scuole, sin dai test di ammissione, nei quali si potrà prevedere un tempo aggiuntivo, fino a un massimo del 30% in più, per lo svolgimento delle prove.

Nel normale percorso accademico, gli Atenei consentono agli studenti con diagnosi di DSA di poter utilizzare le facilitazioni e gli strumenti compensativi eventualmente già in uso durante il percorso scolastico, quali, ad esempio: registrazione delle lezioni; utilizzo di testi in formato digitale; programmi di sintesi vocale. Anche durante gli esami universitari, si applicano le misure dispensative e gli strumenti compensativi (prove orali invece che scritte; uso di pc con correttore ortografico e sintesi vocale; tempo supplementare fino a un massimo del 30% in più).

Inoltre, gli Atenei debbono prevedere servizi specifici per gli studenti con DSA, che pongano in essere tutte le azioni necessarie a garantire l’accoglienza, il tutorato, la mediazione con l’organizzazione didattica e il monitoraggio dell’efficacia delle prassi adottate (ad es. utilizzo di tutor specializzati; consulenza per l’organizzazione delle attività di studio; lezioni ed esercizi on line sul sito dell’università, ecc.).

Il MIUR ha già avviato e finanziato azioni di formazione su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di avere un ‘referente per la dislessia’ in ogni scuola. Ad oggi, interventi di formazione sono stati realizzati in dodici regioni italiane. In altre sei saranno avviati entro l’anno.

A partire dal prossimo anno accademico, in accordo con la Conferenza nazionale permanente dei Presidi di Scienze della Formazione, il Ministero promuoverà percorsi di alta formazione attraverso l’attivazione, in 32 università, di Corsi di Perfezionamento o Master in “Didattica e psicopedagogia per i Disturbi Specifici di Apprendimento”, rivolti a dirigenti scolastici e a docenti delle scuole di ogni ordine e grado.

I corsi hanno durata annuale, con relativa acquisizione di 60 CFU (Crediti Formativi Universitari). Per realizzare un’offerta formativa flessibile, che si adatti ai diversi bisogni formativi del personale della scuola, i corsi sono articolati in tre moduli, ciascuno equivalente a 20 CFU, corrispondenti rispettivamente ad un livello ‘base’, ‘intermedio’ e ‘avanzato’, che possono essere frequentati anche singolarmente.

L’articolazione generale prevede almeno ¼ dell’impegno didattico dedicato ad esperienze laboratoriali, applicative delle cognizioni teoriche apprese, svolte a scuola, con certificazione delle attività da parte del Dirigente scolastico, o di tirocinio con tutor presso centri specializzati e scuole selezionate. Le spese per la frequenza dei corsi saranno a carico del Ministero. Per le azioni di formazione sono stati stanziati due milioni di euro.

Nascono i Centri Territoriali di Supporto alle scuole

Sono 96 i Centri Territoriali di Supporto, dislocati su tutto il territorio nazionale e rappresentano strutture di supporto per i docenti collocate presso “scuole polo”. I CTS possono essere impiegati come centri di consulenza, formazione, collegamento e monitoraggio e saranno connessi telematicamente, anche per la rilevazione dei dati. Vi operano tre docenti, esperti nelle nuove tecnologie, che potranno dare indicazioni su strumenti hardware e su prodotti software specifici, oltre che sull’impiego di strumenti compensativi. Per potenziare i CTS il MIUR ha stanziato, tra il 2010 e il 2011, un milione di euro.

All’interno del sito del MIUR, è stata dedicata una pagina web ai DSA, all’indirizzo http://www.istruzione.it/web/istruzione/dsa.

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