Sostenibilità

Ecco i comportamenti per frenare l’effetto serra

Quelli che spettano ai governi: migliorare i trasporti e le centrali, usare fonti alternative. Ma è molto quello che possiamo fare anche noi: ad esempio dare un taglio alla filosofia dell'usa e getta

di Redazione

Il clima terrestre sta mutando e i suoi effetti sulla natura e sulla biodiversità, impercettibili in alcuni casi ma devastanti in altri, esigono una maggiore attenzione da parte di chi governa e dell?opinione pubblica. L?obiettivo immediato è quello di convincere governi e industrie della necessità di un radicale cambiamento di rotta nella programmazione delle politiche energetiche. Anche perché non può continuare a lungo una situazione in cui i paesi industrializzati sono la causa principale del pessimo stato di salute del pianeta, ma a pagarne le più amare conseguenze è il Sud del mondo. Un secondo ma non meno importante obiettivo coinvolge direttamente tutti noi. Ogni nostra azione quotidiana contribuisce infatti in misura maggiore o minore a innalzare la quantità di anidride carbonica presente nell?atmosfera terrestre, incrementando l?effetto serra. Vediamo cosa succede e cosa possiamo fare. Mitigare i mutamenti Si possono mitigare i mutamenti climatici? Tecnicamente sono molte le soluzioni trovate. Nei Paesi industrializzati, ad esempio, ci sono possibilità di aumento dell?efficienza energetica che permetterebbero di ridurre le emissioni di gas serra di circa un quarto nell?industria, e di un terzo nei trasporti, senza compromettere prestazioni e grado di comodità dei prodotti e dei servizi. Nel caso dei trasporti, si potrebbero introdurre modifiche ai veicoli, progettando mezzi più leggeri e con minore resistenza all?aria. Cambiamenti nel sistema dei trasporti, impiego di combustibili alternativi e riorganizzazione della politica di utilizzo del territorio potrebbero inoltre portare a una riduzione totale delle emissioni dovute ai trasporti pari al 40% entro il 2025. Miglioramenti nell?edilizia e nei sistemi di illuminazione, oltre a elettrodomestici più efficienti (primi fra tutti i frigoriferi e i condizionatori), potrebbero inoltre ridurre di un quarto il previsto aumento delle emissioni di gas negli uffici e nelle case, senza diminuire i servizi. Anche l?energia potrebbe essere generata in modo più efficiente. Attualmente il rendimento termico delle centrali elettriche del mondo si aggira sul 30% di media; ciò vuol dire che vanno perduti più dei due terzi dell?energia prodotta. Nei nuovi impianti si potrebbe incrementare il rendimento termico fino al 60%. Sistemi combinati di calore ed energia, che riutilizzano il calore di scarto prodotto dalle centrali elettriche, migliorerebbero ulteriormente il rendimento di utilizzo dei combustibili. Il ricorso alle fonti di energia rinnovabili (sole, vento, biomasse, geotermia), oltre all?utilizzo dei piccoli salti d?acqua, potrebbe essere incrementato. Le foreste, infine, veri e propri magazzini capaci di incamerare grandi quantità di carbonio, dovrebbero essere conservate, ponendo freno ai fenomeni di disboscamento promuovendo la rigenerazione delle foreste e la riforestazione. La stima della quantità di anidride carbonica che le foreste potrebbero immagazzinare nei prossimi cinquant?anni si aggira intorno al 15% delle emissioni di CO2 previste per lo stesso periodo. Ogni tipo di sfruttamento delle fonti energetiche ha conseguenze sull?ambiente, poiché rappresenta sempre un consumo di risorse naturali. Questo si verifica soprattutto nell?uso delle fonti non rinnovabili. I danni ambientali possono essere ulteriormente aggravati dalla liberazione di sostanze gassose (ogni combustione libera anidride carbonica), di scorie radioattive (provenienti dall?uranio), o dall?impatto ambientale di alcune strutture. Attualmente il consumo di energia nel mondo aumenta velocemente, e contemporaneamente all?aumento della richiesta di energia da parte della società aumentano anche gli sprechi. Oltre alla necessità di un intelligente uso delle risorse è quindi fondamentale aumentare il ricorso alle fonti rinnovabili di energia, e diviene indispensabile ridurre gli sprechi. Civiltà sprecona Molti dei nostri acquisti sono rivolti a beni di durata limitata, in modo che sempre nuovi modelli di ogni cosa possano essere prodotti e venduti. Produrre merci richiede però energia, ed eliminare merci, magari utilizzate solo parzialmente, richiede altra energia, e più energia significa più inquinamento. Uno dei modi più efficaci per ridurre l?inquinamento e l?immissione nell?atmosfera di gas dannosi per il clima è quello di limitare il fabbisogno di energia. Una grande quantità di energia è usata, ad esempio, per riscaldare le case e anche per rinfrescarle. Un altro grosso impegno energetico si ha nel settore dei trasporti. In Italia la maggior parte degli spostamenti avviene su strada e con mezzi di trasporto individuali. Ma un?automobile, a causa dell?elevato rapporto tra peso e carico utile, trasporta soprattutto? se stessa. Usare in modo sensato le risorse, e in particolare l?energia, appare dunque un punto di partenza fondamentale. Energia nascosta Ogni prodotto o servizio ha dei costi ambientali occulti, costituiti dall?energia e dalle materie prime incorporate. Il prospetto «busta paga» di un insegnante richiede, ad esempio, energia per la gestione amministrativa, la fabbricazione della carta, il riscaldamento degli uffici, il trasporto, eccetera. Allo stesso modo una bibita consuma energia per la sua formulazione e produzione, per la pubblicità, il confezionamento, il trasporto delle materie prime e di quelle finite, la gestione delle vendite, e così via. L?energia di fabbricazione e di gestione di un prodotto, contrariamente a quella consumata ad esempio da un elettrodomestico, non è visibile ed è difficilmente stimabile. Più un prodotto è complesso e più è difficile calcolare la sua energia nascosta; ma è proprio questa la parte più cospicua dei consumi energetici di una nazione sviluppata. L?obiettivo è puntare su prodotti meno energivori, acquistando prodotti duraturi, riparabili, evitando il più possibile tutto ciò che è nello stile «usa e getta», limitando il ricorso a confezioni e imballaggi esagerati, preferendo quelli più semplici, che impiegano minori quantità di materiali, cercando di recuperarli ad altri usi, preferendo prodotti poco trasformati, ad esempio la verdura fresca a quella congelata; poco trasportati, cioè consumati in prossimità dei luoghi di produzione, acquistando prodotti di stagione, provenienti da coltivazioni che non abbiano richiesto eccessivi trattamenti e lavorazioni o l?uso di serre riscaldate artificialmente. Otto obiettivi per il futuro
  • Promuovere e attuare progetti per migliorare l?efficienza energetica dei sistemi produttivi.
  • Attuare misure di sostegno economico a favore dell?utilizzo di fonti energetiche con ridotta, o nulla, emissione di CO2.
  • Migliorare la gestione delle foreste e incrementarne la superficie, quali serbatoi di gas serra.
  • Sviluppare sistemi per ridurre le emissioni di metano e di protossido d?azoto dai sistemi agricoli, dagli allevamenti e dalle attività di estrazione e trasporto di gas naturale.
  • Ampliare la collaborazione internazionale.
  • Introdurre tasse sul carbonio e sull?energia.
  • Creare standard internazionali di certificazione per l?efficienza energetica.
  • Promuovere attività educative e di sensibilizzazione.

    a cura di Antonio Bossi, ufficio educazione WWF Italia


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