Studi e ricerche

Ecco dove sono e cosa fanno le imprese che rafforzano le comunità

Il nuovo rapporto di Euricse "Le imprese di comunità in Italia, caratteristiche distintive e traiettorie di sviluppo" mette in luce come in Italia ci siano 243 di queste realtà e ne evidenzia attività principali, motivazioni e distribuzione sul territorio

di Veronica Rossi

Dettaglio di mani che si uniscono, una sopra l'altra

Imprese che hanno delle profonde radici nel territorio, legate a doppio filo con le persone che lo abitano. Sono questo le cooperative di comunità, che si stanno diffondendo sempre più rapidamente nel nostro Paese, soprattutto nelle aree interne e rurali, per fornire servizi essenziali e opportunità di lavoro, contrastando i problemi legati allo spopolamento. Tratto distintivo di questo tipo di impresa è la governance inclusiva, che riesce a coinvolgere direttamente la comunità – al tempo stesso produttrice e fruitrice dei servizi – nella gestione, nel finanziamento e nell’implementazione delle attività dell’organizzazione. Spesso, c’è un’attenzione particolare alla cura dei beni comuni, dello sviluppo sostenibile e del turismo responsabile, con metodologie innovative e un ruolo determinante degli abitanti delle aree di riferimento.

Dove sono le imprese di comunità

L’Istituto europeo di ricerca sull’impresa cooperativa e sociale – Euricse ha da poco pubblicato un rapporto, dal titolo Le imprese di comunità in Italia, caratteristiche distintive e traiettorie di sviluppo, con il coordinamento scientifico del ricercatore Jacopo Sforzi, che mette in evidenza le peculiarità territoriali e organizzative di questo fenomeno emergente, in particolare negli ultimi anni. L’indagine, che si è svolta tra il 2021 e il 2023, ha rilevato 243 imprese di comunità attive alla fine dell’anno passato; di queste, la maggior parte era situata nel Centro-Nord, in particolare in Toscana – dove ce n’erano 49 –, in Abruzzo (31) e in Emilia Romagna. I settori in cui queste imprese operano sono molto diversificati, dal turismo al welfare, passando per la tutela del territorio e del paesaggio, il commercio, l’agricoltura e la gestione degli spazi. Tra questi, quello del turismo è il più diffuso, con un 28%, perché considerato maggiormente in grado di attirare risorse economiche e stimolare lo sviluppo locale in maniera rapida ed efficace. Se nel 2022, inoltre, erano molto poche le cooperative che si occupavano di energia, nel 2023 c’è stata una decisa crescita – nonostante i numeri restino piuttosto bassi – che va monitorata.


un grafico a torta, in cui sono segnati vari tipi di attività e le loro percentuali rispetto al numero di cooperative. Il più diffuso è il turismo con 28%

Le motivazioni

Spesso si tratta di realtà multisettoriali, che mettono insieme diversi servizi a beneficio della comunità e che manifestano una notevole capacità di adattamento e di resilienza (anche se alcuni casi di chiusure e inattività manifestano anche una certa fragilità). Sono dei baluardi contro lo spopolamento e la carenza di opportunità, che si insediano nei territori più a rischio: secondo lo studio in un’area interna c’è una probabilità 18,5% maggiore che si avvii un processo di creazione di un’impresa di comunità. È interessante notare come la l’epidemia da Covid-19 abbia influito sulla nascita e sullo sviluppo delle cooperative di comunità, che, soprattutto nel 2021, si sono adoperate per rispondere ai nuovi bisogni emergenti dopo la crisi pandemica. In generale, è molto raro che questo tipo di imprese nascano con una sola motivazione e per rispondere a una sola necessità della zona di riferimento; tra queste, la prima è quella di offrire nuove opportunità economiche per gli abitanti (26%), seguita dall’intenzione di offrire i servizi mancanti (24%). Successivamente c’è l’idea di valorizzare le risorse locali (15%), la riqualificazione di un’area o di un terreno inutilizzato (10%) e rispondere a bisogni specifici, come per esempio l’esclusione sociale (10%).

Il rapporto

Il rapporto è frutto di una ricerca più ampia che mira a comprendere l’attivazione delle “comunità intraprendenti”, forme organizzative innovative su base comunitaria, come un fenomeno in espansione, identificandone gli ambiti di intervento, le condizioni di sviluppo e i limiti. Il progetto “Comunità Intraprendenti. Alla ricerca di nuove pratiche di trasformazione sociale”, che si sviluppa su più anni, vede non solo il coinvolgimento scientifico di Euricse, ma anche la collaborazione della Fondazione Compagnia di San Paolo, di Fondazione Cdc, di Fondazione con il Sud, di FondoSviluppo Fvg e dell’Alleanza delle cooperative italiane. Oltre ad una prima mappatura generale delle “Comunità Intraprendenti” in Italia, sono stati prodotti report specifici sulle Comunità a sostegno dell’agricoltura – Csa, le Comunità energetiche rinnovabili in Italia (Cer), e da ultimo appunto sulle imprese di comunità. I report sono tutti scaricabili gratuitamente sul sito di Euricse

Foto in apertura da Pixabay

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