Politica
Ecco cosa cambia per gli immigrati
Le principali novità in un documento di riforma presentato in commissione Affari Costituzionali del Senato dal ministro Amato.
di Chiara Sirna
Programmazione triennale delle quote dei flussi, permessi di soggiorno più lunghi, ingressi con lo sponsor, liste di lavoro nei consolati, disegno di legge sulla cittadinanza, strutture d’accoglienza al posto dei Cpt. Sono questi i nodi cruciali della riforma del testo Unico sull’immigrazione messa in cantiere dal governo e presentata in commissione Affari Costituzionali del Senato il 27 settembre dal ministro dell’Interno Giuliano Amato. Il documento illustra in toto la strategia dell’esecutivo sul fronte immigrazione “partendo dagli interventi già avviati”, come si legge nella nota introduttiva, “fino ai provvedimenti di modifica sulla Bossi-Fini”.
RICONGIUNGIMENTI FAMILIARI
Si riconferma lo schema di decreto che rende più facili i ricongiungimenti familliari. “Per i figli minori”, si legge, “non è più prevista la condizione di familiari a carico, potendosi considerare implicito tale principio”. Quanto al ricongiungimento con i genitori non è più necessario dimostrare che “questi non hanno altri figli in patria”, ma semplicemente “che non hanno un adeguato sostegno familiare nel paese d’origine”. Pià snelli e privi di ostacoli dunque sia i ricongiungimenti con i figli, che quelli con i genitori o parenti, nel caso in cui in patria abbiano una sistuazione familliare precaria.
CARTA DI SOGGIORNO
Il requisito minimo per ottenere la carta di soggiorno viene abbassato dagli attuali sei a cinque anni. La durata della carta di soggiorno sarà a tempo indeterminato e il rilascio dovrà avvenire entro 90 giorni dalla richiesta.
DISEGNO DI LEGGE SULLA CITTADINANZA
Si riconferma il disegno di legge che abbassa a cinque anni il requisito minimo di residenza legale dello straniero nel nostro per la richiesta di cittadinanza italiana. “Cinque anni”, si legge nella bozza della Riforma, “senza interruzioni, accompagnati, per gli adulti, da un accertamento di avvenuta integrazione”. Per i minori stranieri nati tra in Italia invece la cittadinanza sarà automatica se i genitori risiedono tra i nostri confini “da almeno 5 anni”.
FLUSSI D’INGRESSO
La programmazione dei flussi d’ingresso diventerà triennale, pur permettendo una “revisione annuale attraverso una procedura snella”. Il presidente del Consiglio “potrà infatti emanare singoli provvedimenti di adeguamento delle quote, aumentandole ma anche riducendole”. Un ruolo importante nella programmazione verrà affidato alle Regioni, soprattutto a quelle che organizzano programmi di formazione nei Paesi d’Origine.
ACCESSO PRIVILEGIATO PER I LAVORATORI QUALIFICATI
I lavoratori altamente qualificati, avranno un canale d’ingresso privilegiato. “L’articolo 27 (ingressi fuori quota n.d.r.) dell’attuale legge non basta. I talenti nei campi della ricerca e della scienza, della cultura e dell’arte, dell’imprenditoria, dello spettacolo e dello sport saranno ulteriormente agevolati nell’ingresso e nel soggiorno del nostro Paese, al di fuori delle quote fissate per i flussi”. Per loro infatti si prevede “la concessione veloce di un permesso di soggiorno aperta della durata massima di 5 anni”.
I LAVORATORI GENERICI
Resta la chiamata per conoscenza diretta del lavoratore generico, ma insieme al ministero degli Essteri e del Lavoro “si metterà a punto un sistema di liste presso le sedi diplomatiche adeguatamente attrezzate a tal fine”. Il che significa liste pubbliche, consultabili direttamente dagli sportelli unici per l’immigrazione e ricorso a sponsor. Ma vediamo nel dettaglio le misure. “Le liste”, si legge nel testo, “ove possibile suddivise per qualifiche e mansioni, saranno pubblicate sui siti dei consolati e consultabili dagli sportelli unici per l’immigrazione in Italia, ai quali i datori di lavoro potranno rivolgersi”. Un collegamneto diretto duqnue tra domanda e offerta di lavoro.
LO SPONSOR
Il modello di riferimento per l’introduziuone dello sponsor è “quello ipotizzato nel libro bianco sull’immigrazione del governo inglese”. A fare da sponsor potranno essere “Regioni, Enti locali, associazioni imprenditoriali, professionali, sindacali e istituti di patronato”. E il meccanismo sostanzialmente sarà così organizzato: l’imprenditore, invece di procedere autonomamente alla ricerca di un lavoratore straniero si rivolgerà a uno sponsor, al quale compete l’obbligo di inoltrare tutte le pratiche necessarie allo sportello unico per l’immigrazione richiedendo il nulla osta “per l’inserimento nel mercato del lavoro di strabnieri iscritti nelle liste”. Nel caso in cui la domamda venisse accolta, lo sportello rilascia allo straniero richiesto dallo sponsor “un permesso di soggiorno per inserimento nel mercato del lavoro della durata di un anno”. Lo sponsor a questo puhnto affida in prova il lavoratore all’imprenditore. Se al termine di questo periodo il rappporto di lavoro viene trasformato in assunzione allora il premesso “di inserimento” viene convertito in permesso di soggiorno per lavoro subordinato. Il termine massimo consentito per la conversione dal permesso “d’inserimento” a quello per “lavoro subordinato” è di un anno. Trascorsi i 12 mesi il lavoratore strabiero dovrà rimpatriare se non ha trovato un impiego, pena l’espulsione.
IL SOGGIORNO
Non sarà più necessario richiedere un permesso di soggiorno per periodi di soggiorno inferiori ai 90 gionri. “In questo modo”, si legge ancora nel testo”, “si alleggerisce lo Stato di procedure burocratiche eccessive”. Per garantire le eseigenze di sicurezza interne sarà sufficiente “una dichiarazione di presenza, come del resto adottato già da altri stati”.
CAMBIANO LE REGOLE PER IL PERMESSO DI LAVORO
I permessi non saranno più della stessa durata dei contratti lavorativi, via via rinnovati perchè “è assurdo lasciare senza diritti l’immigrato in attesa di rinnovo”. La ricetta dell’esecutivo allora propone un permesso iniziale più lungo, di tre anni nel caso di contratti a tempo indeterminato (oggi sono due) e di uno o due anni per contratti a tempo determinato (oggi sono della stessa durata del contratto). Inoltre il rinnovo del permesso potrebbe essere rilasciato “per un periodo pari al doppio di quello previsto per il primo rilascio”. Il che significa sei anni per i contratti a tempo indeterminato e due o quattro per quelli a tempo determinato.
Si estende inoltre a un anno il tempo in cui “l’immigrato che perde il posto di lavoro resta iscritto ai centri per l’impiego”. Tale permesso inoltre sarò prolungato di un altro anno “se lo straniero dimostra di
disporre di un reddito annuo superiore a quello dell’assegno sociale”.
L’ESPULSIONE
La riforma del Testo unico vuole anche favorire la collaborazione dell’immigrato colpito da un provvedimento di espulsione, con programmi di “rimpatrio volontario e assistito”, finanziati da un “fondo nazionale rimpatri”che prevedono anche una riduzione del divieto di reingresso in Italia per chi collabora. Il documento definisce inoltre “cruciale” aumentare gli accordi di riammissione. Quanto ai Cpt, andrebbero rimpiazzati da due distinte tipologie di strutture. Da una parte un limitato numero di “Centri per l’esecuzione dell’espulsione”, per i “soggetti più inclini all’illegalità e di più elevata pericolosità”, dall’altro “strutture di accoglienza vera e propria” riservate al soccorso dei clandestini sbarcati o comunque individuati in condizioni irregolari e di bisogno.
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