Mondo

E’ troppo facile sparare sulla Fao

L’agenzia Onu sotto accusa. A poche settimane dal summit contro la fame,si moltiplicano gli attacchi e le contestazioni nei confronti della Fao. Un esperto, presidente di una Ong italiana, prende le

di Carlotta Jesi

È vero, non ha mantenuto le promesse fatte cinque anni fa al World Food Summit di Roma: doveva dimezzare la fame nel mondo entro il 2015 e non è neppure a metà dell?opera; doveva liberare dagli stenti 20 milioni di persone l?anno e invece arriva appena a 8. Ed è vero, anche, che i suoi 3700 dipendenti hanno stipendi estentasse e frigoriferi pieni di prodotti stranieri comprati al duty free. Ma che la Fao sia inutile, no. Non è vero. E non è vero che il suo vertice Mondiale dell?Alimentazione in programma dal 5 al 9 novembre più che spostarlo da Roma bisognerebbe sospenderlo una volta per tutte. A difendere l?Agenzia Onu per l?alimentazione e l?agricoltura dagli attacchi, che, a meno di un mese dal Summit sulla fame le stanno piovendo addosso da ogni parte è, a sorpresa, Antonio Onorati. Agricoltore biologico e presidente della ong Crocevia, è il referente italiano del Forum delle ong sulla sovranità alimentare, ovvero il coordinamento di oltre mille enti della società civile internazionale impegnati nella lotta alla fame che da anni monitora le politiche della Fao. Il prossimo 3 novembre, le ong del coordinamento si incontreranno nel nostro Paese per presentare ai delegati del vertice sull?alimentazione le proposte della società civile per dare da mangiare a chi oggi non ce l?ha. Vita: Tutto ci si aspettava dalle ong impegnate a combattere la fame nel mondo tranne che una difesa della Fao. Che succede, Onorati? Antonio Onorati: Semplice: si sta attaccando la Fao, presentandola come un?inefficiente burocrazia dell?Onu, dimenticandosi che è un?organizzazione intergovernativa. Che a governarla, cioè, sono i suoi Stati membri. Cinque anni fa, al World Food Summit di Roma, non è stata una generica Fao a promettere di dimezzare la fame nel mondo entro il 2015, ma capi di Stato e rappresentati di 185 Paesi dell?Unione europea. Nessuno dei quali ha mantenuto le promesse. Questi attacchi alla gestione del budget dell?agenzia, alla sua inefficienza, sono strumentali e faziosi. Si dice, per esempio, che su un budget biennale di 650 milioni di dollari la Fao ne spende 474 in stipendi. Vero, ma i dipendenti, i professionisti, alla fine sono la vera ricchezza di quest?organizzazione che prepara studi, piani d?azione e da consulenze ai governi. Vita: E quanto valgono davvero questi rapporti? Esistono studi che dimostrano il loro impatto effettivo sul miglioramento della fame nel mondo? Onorati: La Fao ha esperti buoni e meno buoni. Non credo esistano degli studi sull?efficacia dei loro rapporti, anche se sarebbe interessante monitorare in quante azioni pratiche si traducono. Quello che so con certezza è che, per diventare documenti politici, i rapporti dell?organizzazione devono sempre passare al vaglio della Conferenza dei suoi Stati membri. Ovvero dei governi dei vari Paesi. Sull?utilità di questa organizzazione, comunque, non ho dubbi: ha avuto un ruolo fondamentale nel negoziato dell?accordo quadro sulle risorse energetiche che ha sempre sostenuto e più volte rilanciato. E, soprattutto, è un luogo veramente aperto al confronto con la società civile. Vita: Può spiegarsi meglio? Onorati: Nessuna ong si è mai vista sbattere la porta della Fao in faccia, cosa che non si può dire di altre organizzazioni come il Wto. E, dettaglio non trascurabile per un?agenzia delle Nazioni Unite che col programma Global Compact di Kofi Annan stanno creando nuove partneship col settore privato, alla Fao quando si parla di società civile si parla di associazioni e ong e non di aziende. L?ufficio delle relazioni con le ong e le organizzazioni sociali, per intenderci, è diverso da quello cui vanno a bussare le multinazionali dei cibi geneticamente modificati. Vita: Tutta colpa degli Stati membri della Fao, insomma. Davvero non ha nulla da recriminare al suo staff, al suo presidente? Onorati: Certo che ce l?ho: dovrebbero cambiare il modo di stare davanti ai governi. Imporsi di più come Agenzia delle Nazioni Unite. E poi ci sono le strategie di lotta alla fame del mondo, su questo punto il Forum delle ong ha individuato cinque punti strategici su cui la Fao e i suoi Paesi membri devono impegnarsi se vogliono sconfiggere davvero la fame: sovranità alimentare, ovvero il diritto delle persone di ogni Paese a determinare le proprie politiche alimentari; diritto al cibo come diritto umano da anteporre a considerazioni economiche; accesso alle risorse da parte degli agricoltori; democrazia nei campi; utilizzo di modelli agricoli sostenibili diversi dal modello di agricoltura industriale su cui si punta adesso. Vita: Agricoltura sostenibile e sicurezza alimentare invece delle biotecnologie e dei cibi geneticamente modificati, insomma. Su questo punto la posizione della Fao è lontana dalla vostra: Jacques Diouf sostiene che oggi gli ogm non sono indispensabili per produrre cibo, ma che in futuro la capacità produttiva potrebbe diventare insufficiente. E allora ben venga la rivoluzione genetica, a patto che non abbia conseguenze sull?ambiente e l?organismo. Come pensate di fargli cambiare idea? Onorati: Dimostrando, dati alla mano, che un modello di sviluppo agricolo sostenibile sia per l?ambiente che per le persone è più efficace delle biotecnologie. Negli ultimi cinque anni la società civile internazionale ha raccolto molti esempi di successo che presenteremo durante il Forum delle ong. Compreso uno studio fatto dall?Università di Essex per Greenpeace su 208 progetti di agricoltura sostenibile in 52 Paesi in via di sviluppo che complessivamente riguardavano un?area di 300 mila chilometri quadrati: una volta introdotti metodi di agricoltura sostenibile, i campi hanno prodotto in media dal 50 al 100% di grano in più. Vita: Crede che all?interno della Fao ci sia qualcuno disposto ad ascoltarvi? Onorati: Tutto dipende dalla posizione dei suoi Stati membri: se i governi accettassero finalmente di cambiare modello di sviluppo agricolo, non ci sarebbero problemi. Se, anche dopo il Summit, resteranno sulle loro posizioni, temo che anche gli uomini Fao contrari agli ogm si appiattiranno sulla posizione dei più. All?interno dell?organizzazione c?è una forte lobby delle multinazionali.


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