Cultura

E’ tornato Evan Dando, una delle voci rock più belle

Recensione del cd "Baby, I'm bored" di Evan Dando.

di Enrico Barbieri

I Lemonheads si dissolsero verso la metà degli anni 90 in un micidiale cocktail di droghe, spleen e veleni da star system. Da allora di Evan Dando, voce del gruppo, solo rare notizie: qualche collaborazione eccellente e moltissimi rimpianti. Insomma, sembrava proprio che una delle ultime belle fiammate rock si fosse estinta definitivamente. Invece eccolo qui, Evan Dando, senza i Lemonheads ma con una musica che non ha perso nulla in vigore, lirismo e acidità. Baby, I?m Bored non è l?album della redenzione, per fortuna. Quello che più piace, dell?esordio da solista del musicista di Boston, è la sincera coerenza col passato. Evan ha chiamato intorno a sé qualche amico talentuoso, primi tra tutti John Convertino e Joey Burns, rispettivamente batterista e bassista dei Calexico, e ha cavato dalla memoria un rock puro, semplice, fatto di melodie immediate e spesso incantevoli. Non che manchino escursioni in altri campi, come il folk-pop della dolcissima Rancho Santa Fe, con un meraviglioso incipit di campane e corde elettriche; o come i battiti di mani, il piano ritmato e la voce trascinata di Waking Up, uno pezzi più belli dell?intero album. Ma è l?idea dell?insieme a tenere, la solidità e potenza del progetto, davvero rare di questi tempi. è una musica che non ha la pretesa d?innovare, ma va diritta e fiera, tra pop e alternative, sostenuta da quella che rimane una delle voci più belle degli ultimi vent?anni di rock.


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