Sostenibilità

È sul tetto di una scuola la prima comunità energetica di Varese

È stato approvato l’impianto fotovoltaico sulla scuola Garibaldi del capoluogo prealpino che dà il via a un sistema di condivisione locale dell'energia sostenibile che parte dal suolo pubblico: il tetto del plesso scolastico

di Luca Cereda

Varese è pronta a dare l’avvio alla prima comunità energetica rinnovabile del territorio, con l’approvazione del progetto per realizzare l’impianto fotovoltaico sulla copertura della scuola primaria Garibaldi, in via Mercantini, non solo per ridurre costi e consumi migliorando l’efficienza energetica, ma con l’obiettivo di costituire la prima Comunità energetica rinnovabile della città.

Come funziona la comunità energetina che nascerà a scuola

A fine 2021 è stato pubblicato il decreto di recepimento della direttiva Europa sulle comunità energetiche. E stiamo aspettando ancora alcuni decreti attuativi. C’è la misura prevista dal Pnnr che riguarda il finanziamento a tasso agevolato – non a fondo perduto – nei comuni sotto i 5 mila abitanti, e infine c’è la norma lombarda che segnala che anche a livello regionale c’è un’interesse a sviluppare queste iniziative anche grazie ai soldi europei che la regione può spendere, sostegno che per equilibrare le risorse andranno ai comuni medio-grandi.

La grande novità della comunità energetica varesina sta nel fatto che è tra le prime in Italia a nascere su suolo pubblico, ovvero il tetto della scuola Garibaldi sarà al centro di un sistema energetico collaborativo e partecipato, basato sullo scambio locale di energia pulita per coprire il fabbisogno energetico di un insieme di realtà che si uniscono indipendentemente dalla connessione fisica agli impianti di produzione. Un sistema quindi con una forte valenza ambientale, economica e sociale. L’importo complessivo previsto per l’intervento sulla copertura dell’edificio scolastico è pari a 70 mila euro, per un impianto che avrà una potenza di 58 kwp.


Più energia pulita per tutti

L’economista Leonardo Becchetti in una sua intervista a Vita in merito al suo ultimo ultimo saggio “La rivoluzione della cittadinanza attiva”, ha sottolineato l’importanza di una diffusione capillare delle comunità energetiche, a partire dai luoghi pubblici, come i tetti del comuni e – appunto – delle scuole, dicendo «Se noi andiamo verso un mondo dove la produzione di energia è diffusa, partecipata territorialmente come può essere un mondo fatto da comunità energetiche capite che così creiamo anche un mondo più pacifico dove non ci sono delle lobby che concentrano potere».

Quello di Varese è un intervento finanziato grazie al PNRR, nell’ambito della Missione 2 relativa ai temi della “Rivoluzione verde e transizione ecologica”.

«Prosegue il piano per rendere le scuole della città degli edifici sostenibili ed efficienti dal punto di vista energetico – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Civati -. Un processo avviato con la scuola Pellico e che ha portato ad oggi alla riqualificazione di circa 40 strutture scolastiche, e che proseguirà anche nei prossimi anni». «Un ulteriore passo per raggiungere i parametri del piano UE Clima ed Energia 2030 e ridurre le emissioni climalteranti. La scuola Garibaldi si appresta a diventare una Comunità energetica rinnovabile, attraverso un modello basato sulla condivisione e su una forma energetica collaborativa – dichiara il consigliere delegato al Piano energia e clima, Dino De Simone -. È questa la strada per favorire lo sviluppo sostenibile e una partecipazione attiva in tutti i processi energetici. Un passo in linea con i parametri della transizione energetica, in cui i Comuni possono avere un ruolo determinante nello sviluppare e favorire modelli energetici innovativi».

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.