Cultura
E se fosse il lavoro ad entrare nelle scuole?
In questo anno scolastico Impresa in Azione coinvolge 16.300 studenti, che saliranno a 20mila l'anno prossimo. Il programma vale anche come alternanza scuola lavoro ed è stato ideato dalla non profit Junior Achievement Italia, che supporta i ragazzi nello sviluppo di progetti imprenditoriali da realizzare in classe e poi li aiuta a portarli fuori dalle aule
di Anna Spena
La cover del nuovo numero di Vita, “La scuola va al lavoro”, è dedicata all’alternanza scuola lavoro. Con la Buona Scuola per gli studenti è obbligatorio fare un’esperienza di alternanza: almeno 200 ore nei licei, almeno 400 nelle scuole professionali. Nel servizio di copertina raccontiamo di un’esperienza che è “arrivata prima”: è nata negli Stati Uniti nel 1919 ed è arrivata in Italia nel 2002. Si chiama Junior Achievement e da quando ha siglato un Protocollo d’Intesa con il Miur che rende il progetto valido come alternanza scuola lavoro, le richieste sono salite alle stelle. Abbiamo intervistato Miriam Cresta, Chief Executive Officer di JA Italia.
Che cos’è JA?
Una piattaforma per abilitare la relazione tra scuola ed ecosistema del lavoro. La prima organizzazione al mondo non profit dedicata a trasferire ai giovani nozioni di economia ed imprenditorialità. In 100 anni JA è cresciuta fino ad essere presente in 122 Paesi, raggiungendo 10,6 milioni di studenti ogni anno. Nel 2002 apre la nostra sede italiana.
Che cos’è il progetto Impresa in Azione?
Un programma che vede professionisti dei più svariati settori, imprenditori ed esperti entrare nelle classi e supportare i ragazzi nel realizzare la loro idea imprenditoriale. Il progetto Impresa in azione prevede che ogni Dream Coach affianchi volontariamente un gruppo di studenti, donando tra le 10 e le 20 ore distribuite su 4/6 mesi, e che porti la propria esperienza professionale, le sue conoscenze tecniche cruciali per il successo del progetto. Infatti, il suo obiettivo è quello di supportare il docente durante le ore di lezione e incoraggiare gli studenti e le studentesse a costituire e sviluppare un’idea imprenditoriale, aiutando il passaggio dal pensiero al suo sviluppo fino all’elaborazione di una vera e propria impresa di studenti. I partecipanti delle precedenti edizioni del programma ricordano sempre con soddisfazione e riconoscenza il contributo dei volontari – Dream Coach nel garantire il successo del loro progetto. Nell’anno scolastico 2016/2017 abbiamo coinvolto 580 Dream Coach in tutta Italia. Questo tipo di esperienza di volontariato, che si inserisce nell’ambito scolastico, dà la possibilità di far accrescere l’intraprendenza, la risoluzione dei problemi in modo nuovo e di entrare in contatto con una fascia della popolazione che ha bisogno e punti di vista sul futuro del lavoro molto diversi da chi vi partecipa. Da ultimo, gli esperti d’azienda che parteciperanno al progetto di JA Italia avranno la possibilità di ottenere uno speciale Open Badge, un attestato digitale contenente metadati che certifica le competenze di Mentoring, Imprenditorialità e Sviluppo del talento e che potrà essere valorizzato nel curriculum vitae dei partecipanti. Al momento sono 117 i Dream Coach che hanno ottenuto l’Open Badge.
Una sorta di “antenata” dell’alternanza scuola lavoro che però si muove nel senso opposto: non sono i ragazzi ad uscire fuori ma è il lavoro ad entrare nelle scuole…
Nel 2015 infatti “Impresa in azione” viene accreditato come modalità di Alternanza Scuola-Lavoro dal Miur.
Come funziona praticamente JA?
Le scuole decidono di investire in progetti di formazione, ci chiamano e noi le mettiamo in relazione con le aziende del territorio. Ad ogni classe viene affiancato un esperto, un dream coach appunto, che aiuterà i giovani a fare impresa. Ma non stiamo parlando di impresa simulata. Si sceglie su quale progetto investire, e dopo la prima fase di ideazione, il prodotto o la startup viene realizzata, e in fase finale il servizio viene distribuito e venduto.
Di quanto sono aumentate le richieste dopo il protocollo con il Miur?
Direi triplicate. Quest’anno stiamo lavorando con circa 16mila e trecento ragazzi. Il prossimo anno supereremo i 20mila.
Ci racconta qualche realtà nata dal progetto Impresa in Azione?
L’e-commerce che ad Amatrice fa rivivere le attività commerciali colpite dal terremoto “Amatrice Smile” (SMILE sta per SuperMercato In LinEa). È un’impresa di studenti costituita nell’anno scolastico 2016/2017 dopo il terremoto che il 24 agosto 2016 ha colpito i territori dei comuni di Amatrice, Accumoli ed Arquata del Tronto. Inizialmente l’idea è quella di creare una vetrina per i commercianti che a causa del terremoto non hanno più un negozio in cui esporre la propria merce. Per i negozianti e i produttori è dunque un servizio di esposizione on-line dei propri prodotti con possibilità di invio a domicilio agli acquirenti. In futuro però vogliono creare un vero e proprio magazzino anche per gestire lo stoccaggio e la spedizione della merce, una sorta di Amazon solidale. Gli studenti hanno partecipato a Impresa in azione di JA Italia nell’ambito dei percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro nonostante le oggettive difficoltà affrontate durante tutto l’anno scolastico. Le attività si svolgevano in strutture temporanee della Protezione Civile – Regione Trentino. Gli studenti sono stati affiancati dall’esperto Roberto Fiocco, un dirigente dell’Agenzia delle Entrate molto appassionato. Qualche giorno fa hanno annunciato la volontà di voler costituirsi come azienda reale in occasione dell’incontro “RIpartiamo dai Giovani” organizzato da Informagiovani Rieti. O ancora mi viene in mente “Il burro di cacao monodose” MaCo Innovation JA, creata dagli studenti dell’ITI “A. Maligani” di Udine, ha vinto il Premio Migliore Impresa JA 2017 nell’ambito della competizione nazionale BIZ Factory. Il progetto della startup MaCo Innvotation JA, ha creato un burro-cacao monodose chiamato Strishare: il burro-cacao è disposto su strisce di cartina estraibili da un contenitore e dosabili a piacimento, permettendo soprattutto una maggiore igiene e la possibilità di condividere il burro-cacao con altre persone. Gli studenti hanno brevettato il prodotto e stanno proseguendo l’attività commerciale con l’obiettivo di renderlo sempre più pratico da portare in giro.
È stata anche molto criticata: lei che pensa dell’esperienza di alternanza scuola lavoro?
Averla resa obbligatoria è un grandissimo passo avanti. Così si potrà garantire a tutti gli studenti italiani, e non solo a quelli guidati da “insegnanti con la vocazione” che aderiscono ai progetti, di avere l’opportunità di conoscere prima il mondo del lavoro. Gli istituti professionali erano più abituati a considerare un periodo di formazione pratica fuori dai banchi scolastici. Per i licei, invece, è stata una vera svolta. È vero che tanti progetti di formativo non hanno proprio niente, ma è bene ammettere che qualcuno, invece, funziona. Ma io sono molto ottimista: la situazione si stabilizzerà, le iniziative diverranno poco alla volta sistemiche e tutti i progetti utili ai ragazzi.
Come vengono certificate le competenze imprenditoriali?
Dal 2014 “Impresa in azione” è riconosciuto in tutta Europa con l’Entrepreneurial Skills. Gli studenti che partecipano a Impresa in azione possono ottenere la certificazione europea delle competenze imprenditoriali Entrepreneurial Skills Pass (ESP). Si tratta di una certificazione internazionale che attesta il possesso di conoscenze teoriche e pratiche in ambito economico, finanziario e imprenditoriale, rilasciata agli studenti con l’obiettivo di dare loro maggiori opportunità e facilitare il passaggio dal mondo scolastico a quello lavorativo, evidenziando le competenze acquisite a seguito di una concreta esperienza imprenditoriale. Gli studenti che otterranno la certificazione potranno inoltre inserirla nel proprio CV e nel profilo LinkedIn così da essere notati maggiormente dalle aziende nella fase di ricerca di occupazione. Gli studenti hanno inoltre l’opportunità di partecipare a eventi e iniziative speciali organizzate in Italia e all’estero e riservate a coloro che hanno ottenuto questa certificazione. L’ottenimento dell’ESP richiede: La partecipazione al programma Impresa in azione; la compilazione di due questionari di autovalutazione online (self-assessment) da eseguire rispettivamente all’inizio e al termine dell’esperienza didattica di Impresa in azione; il superamento di un esame online sulle conoscenze in ambito aziendale, economico e finanziario, a conclusione del programma. L’Italia, per entrambi gli anni scolastici, è al primo posto in Europa per numero di studenti che hanno sostenuto e superato l’esame ESP, (nell’a.s. 2015/2016 lo hanno superato 890 studenti; nell’a.s. 2016/2017 lo hanno superato 1.056 studenti ndr).
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